Paralizzati dal dolore,
siamo fiori al vento, in cerca d'amore.
«Bi» mi chiama Clary dal bancone della caffetteria.Mi volto, lasciando a metà il mio proposito di risistemare le scatole di caffè, bicchieri per il takeaway, latte e sciroppi in quello che dovrebbe essere un 'magazzino' e che è piuttosto un ripostiglio in cui dobbiamo arrampicarci per trovare qualsiasi cosa.
Ormai è una settimana che lavoro al campus, io e Clary facciamo coppia fissa, mentre Sasha e Larry coprono l'altro turno, ci alterniamo, a volte ci tocca la mattina alle sei, altre il pomeriggio alle due. E a rotazione qualcuno allunga il turno pomeridiano alla sera. Oggi tocca a me per la prima volta.
La caffetteria è un ambiente piacevole, non mi fermo mai a pensare, non ho mai la testa libera e sono sempre alle prese con qualcosa, così quando torno a casa sono talmente stanca che crollo nel letto senza dover passare ore a fissare il soffitto immersa nei miei pensieri.
Per il resto adoro il ricambio di persone, se ne vedono di tutti i tipi e ho persino fatto amicizia con qualcuno. C'è chi si ferma un attimo per bere qualcosa, chi fa merenda, chi rimane anche tutto il pomeriggio. E poi ci sono Leda e Mike che passano molto tempo ai tavoli a ridere e studiare, facendoci, in un certo senso, compagnia.
In pratica passo quasi tutto il giorno con loro tre, e la cosa non mi dispiace affatto, anzi è stata l'occasione per conoscerli meglio e farmi conoscere a mia volta. Loro ormai sono un trio solido da un anno a questa parte, ma la paura di sentirmi di troppo è svanita quasi subito. Cercano sempre di coinvolgermi nelle conversazioni e mi aggiornano su quello che, a detta loro, mi sono persa durante il loro primo anno.
Mi affaccio alla porta e vedo Leda e Mike sorridermi dal bancone.
«Ei!» li saluto entusiasta.
Oggi non li avevamo ancora visti, Leda ha iniziato a fare le valigie, perché lunedì partirà per Brooklyn, per passare il natale con i nonni materni. Mike doveva occuparsi delle decorazioni del Foreigners', dato che festeggeremo lì insieme alla sua famiglia. Inizialmente avevo rifiutato il suo invito a cena, ma l'alternativa sarebbe stata rimanere in camera da sola, e Mike mi aveva fatto promettere che mi sarei presentata nella sala da pranzo la sera di Vigilia, anche perché anche Clary sarà da sua mamma a Oakland, nella sua città natale, per cui non avrei avuto alternative.
Il lavoro alla caffetteria, facendo due conti, mi permette di guadagnare abbastanza da garantire il soggiorno al Foreigners' senza dilapidare il conto del nonno. Inoltre, non essendo studentessa, ho potuto richiedere un full time, anziché part time.
«Come va il lavoro oggi?» ci chiede Mike.
«Bene, stasera sono di turno». Mimo un ok con i pollici di auto-incoraggiamento.
«Ahia» risponde lui «allora già che ci sei mi faresti un cappuccino?»
«Alle sette di sera?» Strabuzzo gli occhi.
Lui mi guarda come se non capisse il mio stupore.
«Siamo in America, baby» dice Clary di sfuggita mentre afferra un biscotto allo zenzero per Leda.
Guardo Mike in cagnesco e sbuffo: «Un giorno vi insegnerò a bere e mangiare come si deve»
«Parlando di cose serie» ci interrompe Leda.
Ho paura: quando lei ha delle idee, ho imparato a mie spese, che non sono quelle che avrei io.
«Visto che domani è sabato e visto che è il mio ultimo weekend qui prima di capodanno, io e Mike stavamo pensando di portarti a North Beach»
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PHOENIX - Edelweiss
Romance[COMPLETA] Hai mai visto un ponte spezzato portare da qualche parte che non sia il vuoto? San Francisco. Una città pulsante e frenetica come i giovani che la popolano. Ed è qui che Bianca sceglie di ricominciare. Un Campus, una metropoli dai mille c...