16. SAN VALENTINO

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C'è un posto nel mondo per ognuno di noi
e uno a fianco per chi amiamo.


Il mattino seguente Nik è impegnato con gli allenamenti, così io mi unisco a Mike, Leda e Clary per fare colazione da Starbucks, perché Alex ha il turno di mattina.

«Siete così carini» dice Leda con uno sguardo pieno di orgoglio.

Clary arrossisce e Mike le toglie i capelli dal volto.

Sono davvero perfetti, si completano. A differenza di me e Nik, la loro storia si è sviluppata in modo crescente, non a zig zag. E poi, la nostra non è nemmeno una storia. Non so cosa siamo adesso.

«Ragazzi!»

Alex si siede accanto a noi, ancora in divisa da lavoro e io gli sorrido, felice che sia parte del nostro gruppo adesso. Con lui mi sento leggera e, a parte quando siamo con gli altri, parliamo spesso in italiano, forse è proprio questa cosa ci ha fatto legare molto: avere tanto da condividere. Alex sa poco di me, sa solo che non mi piace quello che ho alle spalle, ma gli sono grata per non aver insistito nel volerlo sapere, convinta che un giorno glielo dirò, a patto che la nostra amicizia continui su questa linea.

«Alexei» esclama Mike salutandolo con una stretta di mano.

«Come l'hai chiamato, scusa?» chiedo tra una risata e l'altra.

«Alexei»

«È orribile» commenta il diretto interessato.

«Sì, hai ragione, ma ormai l'avevo detto» Mike fa spallucce e si passa una mano nel ciuffo di capelli.

Scuoto la testa divertita. Da fulminare Alex con il solo sguardo per gelosia di Clary, stanno diventando l'uno l'ombra dell'altro.

«Oggi festa?» chiede gettandomi un braccio attorno alle spalle. È un gesto che fa spesso, ormai ci ho fatto l'abitudine.

«No, entriamo più tardi» risponde Clary.

Quella ragazza non mancherebbe un giorno di università neanche per sbaglio. Se non sarà presidente degli Stati Uniti un giorno, significa che sarà a capo della CIA. Studia lingue straniere e vuole prendere l'indirizzo di relazioni internazionali al quarto anno, cosa che le aprirà una marea di porte. Beata lei che ha le idee così chiare.

«No, intendevo se volete venire ad una festa stasera» specifica Alex «al Mimetic, 'San Valentino italiano'»

Lo guardo stranita. «In che senso 'San Valentino italiano'?»

A differenza mia, Leda lo guarda trasognante. Ho una mezza idea che abbia una cotta per lui. Ma forse è solo che Leda ha una cotta per ogni ragazzo di bell'aspetto che la tratti bene. Dopo Dan, non ho dubbi sul perché sia attratta da coloro che la rispettano.

«Che il dress code è italiano» risponde come riscossa da una visione mistica.

«Ma io non so come si vestono gli italiani» protesto.

Non capisco, mica andiamo in giro col kimono, un kilt o altri vestiti tipici e riconducibili ad una cultura precisa.

«Come te» risponde Mike ovvio.

Mi guardo. Jeans, maglioncino e sneakers bianche. Cos'ho che non va?

«Sembrate usciti da Suits, tutti sempre eleganti anche per fare la spesa» dice Leda divertita.

«Cos'è Suits?» chiedo confusa «un negozio?»

«Seria?» Mike per poco non si strozza con il panino al prosciutto.

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