X.DAPHNE

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UNA VOLTA che Frank, Hazel e Nico scesero, Daphne si guardò intorno. Vide Jason e Piper a poppa, che parlavano appoggiati al parapetto. Jason aveva un sorriso brillante in volto, il che fece sospettare alla romana che le avesse viste insieme o avesse scoperto dell'uscita per fare shopping di Piper e Daphne. Per evitare che la acchiappasse e le facesse tutte le domande del mondo, o si mettesse a fare braccialetti dell'amicizia per la sua ragazza e lei, Daphne scivolò velocemente nell'ombra e sotto coperta giù per le scale.

Passò per la mensa, prendendo una mela verde e mordicchiandola mentre andava nella propria stanza. Si sentiva più leggera, si erano divisi i vestiti presi in prestito da Bologna e adesso stava indossando una maglietta azzurra semplice con una minuscola scritta bianca e dei pantaloni da tuta del medesimo colore. Aveva finalmente cambiato scarpe, il che era la parte migliore, il clima italiano richiedeva delle scarpe ben più leggere di quelle che aveva ai piedi quando Percy l'aveva rapita da nuova Roma.

Dibattè se dormire, godersi il pomeriggio libero dopo tutto quello che era successo, ma mentre si stava per sedere sul letto lo sguardo corvino di Timeo fu attirato verso la parete destra. La lama di Crisaone, il figlio di Medusa che avevano affrontato prima di approdare a Roma, aveva catturato un piccolo raggio di sole che era riuscito a passare oltre la tenda e scintillava il giusto per attirare l'attenzione. Daphne aveva chiesto a Percy di non bruciarla insieme alla nave del pirata, e il greco aveva gentilmente obbedito. Era l'unica cosa fatta di oro imperiale su quella nave - oltre alle spade di Jason e Hazel - e a Daphne si mozzò il fiato.

Si era completamente dimenticata dell'arma, erano successe così tante cose negli ultimi giorni che le era sfuggita di mente. Si vide nel riflesso della lama e vide la cicatrice che la sua elsa le aveva procurato quando era tra le mani si Crisaore. Alzò il braccio per sfiorarla con la punta delle dita, e nel farlo vide il bracciale di bronzo che le decorava l'avambraccio.

Somnus pensava che si fosse persa, che fosse diventata troppo greca, e un pò lo stava sentendo anche Daphne. Forse quello avrebbe risolto il problema, un collegamento con ciò che era prima. La romana la guardò per intero e storse il naso, l'elsa era una testa di gorgone scolpita nell'oro imperiale, decisamente non nel suo stile. Ma forse...

Il suo sguardo scivolò sui bracciali, il colore bronzeo contro il dorato, le sfumature di marrone e giallo.

Tirò giù la spada e uscì spedita dalla propria stanza, sbattendo immediatamente contro qualcuno. Timeo fece in tempo a seguirla per vedere Leo che si massaggiava la spalla, a pochi centimetri da lei, con la sfera di Archimede in una mano e una chiave inglese caduta per terra. <<Cos'ho fatto stavolta?>> Leo chiese ridendo, mentre si abbassava per riprendere l'attrezzo e teneva gli occhi fissi sulla spada. <<Oh, nulla... no>> Daphne scosse la testa, guardando la spada che teneva in mano. Era sbilanciata e pesante, decisamente non adatta per il suo stile di combattimento, e quell'elsa scolpita faceva ribrezzo, ma era un buon materiale. <<Daphne?>>

VIDI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora