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<<SIAMO venuti soltanto per lo scettro di
Diocleziano>> replicò Nico, ansioso di cambiare discorso. Improvvisamente la temperatura si era alzata di decine di gradi, e si sentiva incapace di guardare un altro paio d'occhi in quella stanza. <<Dov'è?>><<Ah...>> Favonio annuì, sconsolato. <<Pensavi che fosse una cosa semplice come affrontare lo spirito di Diocleziano? Ho paura di no, Nico. Le tue prove saranno parecchio più difficili. Sai, molto prima di essere il palazzo di Diocleziano, questo era l'ingresso della corte del mio padrone. Ho abitato qui per secoli, portando al cospetto di Cupido quelli che erano in cerca d'amore>> Nico avrebbe voluto scappare, e se non fosse stato così stanco forse l'avrebbe fatto. Stare sottoterra stava scalando la sua lista di posti preferiti, e nella direzione opposta.
<<Ma sì, certo. Psiche, la moglie di Cupido. Sei stato tu a portarla al suo palazzo>> Jason commentò, rammentando qualche stupida leggenda che aveva sentito o studiato al Campo Giove. A Favonio brillarono gli occhi.
<<Molto bene, Jason Grace. Proprio in questo punto esatto, ho preso Psiche e l'ho condotta nelle stanze del mio padrone. In realtà, è il motivo per cui Diocleziano ha costruito qui il suo palazzo. Questo luogo è sempre stato lambito dal delicato vento di Ponente>> Allargò le braccia con fare teatrale, Nico sentiva sempre più riflettori su se stesso. Ogni volta che l'angelo lo guardava, il piedistallo su cui si sentiva diventava più alto. Sapeva che era una questione di tempo.
<<Un'oasi di tranquillità e amore in un mondo turbolento. Quando il palazzo di Diocleziano è stato saccheggiato.>>
<<Tu hai preso lo scettro>> concluse Daphne.
<<Per tenerlo al sicuro>> Favonio annui. <<È uno dei tanti tesori di Cupido, un souvenir dei bei tempi. Se lo volete...>> Si girò verso Nico, fissando le iridi scure nelle sue. Due pozzi di pura verità, più spaventosi di qualsiasi cosa tenesse Nico sveglio di notte. <<Dovrete affrontare il dio dell'amore>> Nico distolse lo sguardo e fissò la luce del sole che filtrava dalle grate, come se volesse fuggire attraverso le sbarre.<<Puoi farcela, Nico>> disse Jason, completamente ignaro di quanto lui non si sentisse in grado di "farcela". Avrebbe voluto correre, rintanarsi in un buco ancora più in profondità, avrebbe voluto girarsi e stringersi l'addome mentre rigurgitava i tre chicchi d'uva che aveva mangiato quella mattina.
<<Magari sarà imbarazzante, ma è per lo scettro>>
Nonostante tutto ciò che voleva fare, Nico raddrizzò le spalle e annuì. <<Hai ragione. Non... non ho paura di un dio dell'amore>> Favonio sorrise, raggiante. <<Molto bene! Vi andrebbe uno spuntino prima di partire?>> Prese una mela verde dal cestino e la guardò corrugando la fronte. <<Il mio cesto contiene solo frutta acerba però >> li avvisò.<<Non fa niente>> si affrettò a dire Nico, mentre infilava le mani nelle tasche del giubbotto da aviatore per potersi torturare le unghie senza far vedere quanto gli si stava ritorcendo lo stomaco. <<Portaci da Cupido e basta>> Favonio fece ruotare l'anello di bronzo sul dito, e i tre semidei svanirono nell'aria.
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VIDI | leo valdez
Fanfiction[REVISIONATO] Un brutto colpo, la perdita di due dei loro. La corsa per riprenderli sembrava ancora più difficile con Gea che impiegava tutte le forze per rallentarli e fin troppe questioni irrisolte sulla Argo II. Fin troppi dubbi. Troppi sguardi...