XXX.DAPHNE

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DAPHNE fissò l'Athena Parthenos, aspettandosi che la statua la scaraventasse a terra. Ormai era pronta a tutto.

Grazie al nuovo sistema meccanico di sollevamento creato da Leo, avevano calato con estrema facilità la statua sul fianco di una collina. Dall'alto dei suoi dodici metri, la dea guardava serenamente il fiume Acheronte; la veste d'oro era come metallo fuso al sole.

<<Incredibile!>> esclamò Reyna. Daphne era rimasta in silenzio, lasciandole osservare la statua con l'impazienza che minacciava di esploderle nel petto. Avrebbe voluto urlarle "Te l'avevo detto, a Charleston! Chiedimi scusa per quello che mi hai fatto passare!" Ma Reyna aveva ancora gli occhi rossi di pianto, e non era mai stata incline ad ammettere i propri errori come Daphne. Poco dopo l'atterraggio sull'Argo II, il suo pegaso, Scipione, era crollato, sopraffatto dalle unghiate velenose di un grifone che lo aveva attaccato la notte prima. Con il proprio pugnale dorato, Reyna aveva posto fine alla sofferenza del pegaso, trasformandolo in polvere, che si era sparsa nell'aria fragrante della Grecia. Forse non era una brutta fine per un cavallo volante, ma lei aveva perso un amico fedele. E aveva già rinunciato a troppe cose nella vita.

Reyna girò intorno all'Athena Parthenos, con circospezione. <<Sembra nuova di zecca>>

<<Sì>> disse Leo, continuando a lanciarle occhiate sospette. Daphne stava cominciando ad irritarsi, sentendo i suoi occhi costantemente su di lei. <<Le abbiamo tolto le ragnatele e l'abbiamo ripulita un po'. Non è stato difficile>>

L'Argo II aleggiava sopra di loro. Mentre Festus teneva d'occhio eventuali minacce sul radar, l'intero equipaggio aveva deciso di pranzare sul fianco della collina per discutere sul da farsi. Dopo le ultime settimane, Percy era convinto che si meritassero un bel pranzo tutti insieme, la sua idea fu accolta con gioia da tutti. La pretore romana era rimasta in disparte non sentendosi benvenuta, e insieme allo sguardo di Leo Daphne sentì le iridi della sua amica bruciarle addosso per essersi immediatamente aggregata al gruppo.

<<Ehi, Reyna>> chiamò Annabeth, forse sentendo la tensione tra le due. <<Mangia qualcosa. Unisciti a noi>> La ragazza portoricana li scrutò aggrottando le sopracciglia, come se quelle parole - "unisciti a noi" - non le suonassero bene. Reyna indossava un paio di jeans e una maglietta del Campo Giove e sembrava quasi una ragazza normale, tranne che per il pugnale alla cintura e l'espressione guardinga, come se fosse pronta a reagire a un attacco da qualsiasi direzione. Incontrò gli occhi di Timeo, scendendo poi con lo sguardo su Daphne che, per colpa della gamba che stava lentamente guarendo, era già seduta.

<<E va bene>> rispose, dopo qualche secondo.
I ragazzi si strinsero per farle spazio nel cerchio.
Reyna si mise a gambe incrociate accanto ad
Annabeth, prese un sandwich al formaggio e gli diede un piccolo morso sul bordo. Daphne sbuffò sonoramente. <<Allora... Frank Zhang, pretore?>>

VIDI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora