XXVI.FRANK

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FRANK aveva sperato di trovare i fuochi d'artificio. O almeno un grosso cartello con la scritta:
BENTORNATO A CASA!

Più di tremila anni prima, il suo antenato greco - il buon vecchio Periclimeno mutaforma - era salpato verso oriente con gli Argonauti. Secoli dopo, i discendenti di Periclimeno avevano servito nelle legioni romane orientali. Poi, attraverso una serie di disavventure, la famiglia era finita in Cina e infine, nel Ventesimo secolo, era emigrata in Canada. Adesso Frank era tornato in Grecia, e ciò significava che la famiglia Zhang aveva compiuto la circumnavigazione del globo terrestre.

Sembrava un buon motivo per festeggiare, ma l'unico comitato di accoglienza che Frank trovò fu uno stormo di arpie selvagge e fameliche che attaccò la nave. Si sentì un po' a disagio ad abbatterle con l'arco. Continuava a pensare a Ella, la loro amica arpia di Portland, una creatura di un'intelligenza fuori dal comune. Ma quelle arpie non erano Ella. Gli avrebbero tranquillamente staccato la faccia a morsi. Quindi le fece saltare in aria, trasformandole in nuvole di polvere e piume.

Il paesaggio greco era altrettanto inospitale.

Le colline erano costellate di massi tondi e cedri rachitici che luccicavano nell'aria caliginosa. Il sole picchiava come se la campagna fosse uno scudo di bronzo celeste da plasmare a martellate. Anche da una trentina di metri di altezza, Frank sentiva il ronzio delle cicale sugli alberi, un suono sonnolento e irreale che gli appesantiva gli occhi. Perfino le voci duellanti del dio della guerra sembravano assopite, nella mente.
Non lo avevano quasi più infastidito da quando l'equipaggio era entrato in Grecia.

Gocce di sudore gli scivolarono lungo il collo. Dopo il congelamento sottocoperta a opera di quella folle dea della neve, Frank era convinto che non avrebbe mai più sentito caldo, e invece aveva la maglietta fradicia sulla schiena.

<<Che afa!>> Leo fece un gran sorriso davanti al timone. <<Mi prende nostalgia di casa. Che dici, Daphne? L'unica cosa che ci manca adesso sono le zanzare giganti, e poi è proprio come il Golfo del Messico!>>

<<Grazie mille, Leo>> brontolò lei. <<Probabilmente adesso ci attaccheranno dei mostri zanzara dell'Antica Grecia>> Frank li osservò, meravigliandosi di come la tensione fra i due fosse...cambiata. Qualunque cosa fosse accaduta a Leo nei cinque giorni di esilio, lo aveva trasformato. Continuava a fare lo spiritoso, ma Frank percepiva qualcosa di diverso in lui, come una nave con una chiglia nuova. Magari la chiglia non la vedi, ma intuisci che c'è da come la nave solca le onde.

Leo non sembrava più tenerci molto a irritarlo. Chiacchierava tranquillamente con Hazel, era più tranquillo con Jason e Piper, e nonostante il silenzio radio di ieri che non era passato inosservato a nessuno, adesso era tornato a punzecchiare Daphne. Frank non sapeva se la romana ne fosse tanto felice, ma anche in caso contrario non lo fece vedere.

VIDI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora