⟡
HAZEL non era fiera di piangere.
Ma, dopo il crollo della galleria, frignò e urlò come una bambina di due anni in preda ai capricci. Non riusciva a rimuovere le macerie che separavano lei e Leo dagli altri. Se la terra si fosse spostata di nuovo, l'intera struttura rischiava di crollargli in testa. Eppure batté i pugni contro le pietre e gridò insulti che le avrebbero procurato una bella lavata di bocca col sapone all'Accademia Sant' Agnese.
Leo la fissava ammutolito, a occhi sgranati: non si stava comportando in modo leale con lui. L'ultima volta che si erano ritrovati soli insieme, lo aveva trasportato nel suo passato e gli aveva mostrato Sammy, bisnonno di Leo, nonché suo primo ragazzo. Lo aveva caricato di un fardello emotivo di cui non aveva bisogno, confondendolo al punto che per poco non si erano fatti ammazzare da un mostro-gamberetto gigante.
E adesso eccoli là, di nuovo soli, mentre i loro amici magari stavano morendo per mano di un esercito di mostri, e lei aveva una crisi di nervi.
<<Scusa>> Hazel si asciugò le lacrime violentemente, passandosi la mano sul volto con movimenti bruschi. <<Ma no, figurati...>> Leo si strinse nelle spalle. <<Pure io ai miei tempi ho attaccato diversi sassi>>
Hazel sorrise, ma degluti a fatica. <<Frank è... è...>><<Frank Zhang ha parecchie carte da giocare>> Leo l'aiutò a rimettersi in piedi. <<Probabilmente si trasformerà in un canguro e farà qualche mossa di jujitsu contro quelle brutte facce, e poi...non è da solo>> Nonostante il panico che le montava dentro, Hazel sapeva che aveva ragione lui. Frank e gli altri non erano indifesi. Avrebbero trovato il modo di cavarsela. La cosa migliore che loro due potevano fare era andare avanti.
Osservò Leo. Aveva i capelli più lunghi e ispidi e la faccia più magra, per cui aveva perso un po' della sua aria da folletto, e somigliava di più a uno di quegli elfi aggraziati delle fiabe.
Soprattutto, gli occhi erano diversi. Si spingevano sempre altrove, come se si vergognasse troppo per mantenere il contatto visivo per più di qualche minuto.
<<Scusa>> ripeté Hazel. Leo inarcò un sopracciglio e le sorrise confuso. <<Per cosa?>>
<<Per...>> Hazel fece un gesto con la mano, con aria inerme. <<Per tutto. Per aver pensato che tu fossi Sammy, per averti trattato...diversamente. Voglio dire, non era mia intenzione, ma se l'ho...>>
<<Ehi!>> Leo le strinse forte la mano, ma Hazel non percepì niente di romantico in quel gesto. <<Le macchine sono fatte per funzionare>>
<<Ehm... cosa?>>
<<Secondo me, l'universo fondamentalmente è come una macchina. Non so chi l'abbia costruito, se siano state le Parche, gli dei, un Dio con la D maiuscola o quel che è. Ma, quasi sempre, la macchina dell'universo avanza scoppiettando nella direzione in cui deve andare. Certo, si rompono dei pezzetti e la roba si guasta di tanto in tanto, ma perlopiù le cose succedono per una ragione. Come il fatto che io e te ci siamo incontrati>> Hazel era stupita. <<Leo Valdez, sei un filosofo>>
STAI LEGGENDO
VIDI | leo valdez
Fanfiction[REVISIONATO] Un brutto colpo, la perdita di due dei loro. La corsa per riprenderli sembrava ancora più difficile con Gea che impiegava tutte le forze per rallentarli e fin troppe questioni irrisolte sulla Argo II. Fin troppi dubbi. Troppi sguardi...