XVII.DAPHNE

71 6 0
                                    

ᶻ 𝗓 𐰁

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

ᶻ 𝗓 𐰁

JASON fu il primo a vedere l'angelo al furgoncino dei gelati.

L'Argo II aveva gettato l'ancora nella baia insieme a sei o sette navi da crociera. Come al solito, i mortali non avevano minimamente fatto caso alla trireme; ma, per non correre rischi, Daphne, Jason e Nico saltarono su una barchetta di turisti, in modo da confondersi tra la folla una volta giunti a riva.

Di primo acchito, Spalato sembrava proprio un bel posto. Sull'ansa formata dal porto c'era un ampio lungomare costeggiato da palme. Nei bar all'aperto, i ragazzi chiacchieravano in una decina di lingue diverse e si godevano il pomeriggio di sole. L'aria odorava di carne alla griglia e fiori freschi, Daphne si ritrovò a starnutire un paio di volte per il polline.

Dietro il viale principale, la città era un guazzabuglio di torri medievali, mura romane, case di pietra calcarea con i tetti rossi e palazzi moderni tutti ammucchiati insieme. In lontananza, colline grigio-verdi si protendevano verso un valico montano, Timeo continuava a lanciare sguardi sospetti alle distese verdi, sentendo la sfiducia della sua padrona verso la terra. Era triste, davvero, il fatto che Gea avesse rovinato l'orizzonte e la sua bellezza.

Stavano passeggiando sul lungomare quando Jason diede un colpetto con il gomito a Daphne, attirando di conseguenza l'attenzione di Nico. <<Lo vedete?>>

<<Sì. Forse dovremmo prenderci un gelato>>
Mentre si dirigevano verso il furgoncino, Daphne mandò Timeo avanti a loro. Il corvide si appoggiò sul tettuccio del furgoncino gracchiando e l'angelo gli lanciò un'occhiata veloce. Indossava una canottiera rossa, un paio di bermuda e sandali di cuoio intrecciato. Le ali erano una miscela di varie tonalità color ruggine, come la coda di un gallo o un tramonto. Era abbronzatissimo e aveva capelli neri e ricci
quasi come quelli di Leo.

<<Non è uno spirito risorto>> sussurrò Nico. <<Né una creatura degli Inferi>>

<<No>> concordò Jason. <<Dubito che mangerebbero un gelato ricoperto di cioccolata>> Jason lo disse con un tono così serio che Daphne rise.
<<Allora cos'è, esperto di gelati?>>

Arrivarono a una decina di metri di distanza, e il tizio alato guardò dritto verso di loro. Sorrise, fece un gesto e si dissolse nell'aria, tenendo però una certa tonalità rossastra e dorata nella corrente che lo rese facile da individuare. Timeo gli volò dietro, usando il suo stesso vento per sbattere le ali. Jason e Nico lo seguirono con lo sguardo mentre sfrecciava per strada, turbinando lungo il marciapiede e soffiando via le cartoline dagli espositori girevoli davanti ai negozi di souvenir. Il vento si diresse verso la fine del lungomare, dove torreggiava una grossa struttura simile a una fortezza.

<<Scommetto che il palazzo è quello>> disse Jason. <<Andiamo>>

Nonostante i secoli di storia alle spalle, il palazzo di Diocleziano era ancora imponente.

VIDI | leo valdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora