8. ARACNOFOBIA

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Sulla vetrina del suo negozio di libri c'era un grosso ragno, e la ragazza lo scacciò.

Anche vicino alla porta c'era un ragno, e la ragazza scacciò anche quello.

Ma anche sotto alla finestra improvvisamente c'era un ragno, e dietro la scrivania, e sulla tastiera del computer, e in cima al soffitto, e sopra gli scaffali, e in mezzo ai libri nuovi e a quelli usati, e in mezzo agli ordini inevasi, ai cataloghi, ai segnalibri e alle penne colorate.. e a un certo punto la ragazza si rese conto che si trattava sempre dello stesso ragno, un esemplare grigio e marrone con lunghe zampe pelose e un grosso addome rotondo. La ragazza non amava molto quelle creature, e non si era mai fidata troppo di loro; ma a un certo punto l'atto di scacciarlo, colpirlo, soffiarlo via, spazzarlo lontano, le sembrò diventato davvero inutile.

Si mise a sedere, allora. Sospirò. E lasciò che il suo visitatore si avvicinasse.

Il ragno zampettò goffamente lungo una gamba della sua scrivania, si arrampicò oltre il bordo, salì su una pila di libri che vi era stata posata sopra, tastandoli con attenzione, e quando fu più o meno all'altezza degli occhi di lei si fermò, mosse la testina da un lato e dall'altro come se stesse cercando di metterla a fuoco, salutò amichevolmente con una delle due zampe anteriori... e poi parlò.

- Scusi il disturbo, e le chiedo perdono se il mio aspetto la turba - disse. - Ma avrei una richiesta da farle.

Aveva una vocina così sottile e acuta che per riuscire a sentirlo la ragazza dovette sporgersi in avanti e trattenere il fiato.

- Dica pure - rispose al ragno. - Visto che è così gentile e beneducato la ascolterò, e se possibile le risponderò.

- La ringrazio di vero cuore - replicò quello. - E per prima cosa lasci che le dica che mi piace molto la sua libreria. Ne ho visitate molte, ma questa è davvero piacevole.

- Grazie mille. L'ho aperta con tanti sacrifici, e ne vado molto fiera. Farei qualsiasi cosa per questo negozio: è il sogno di tutta una vita. Ma mi parli della sua richiesta.

- Dunque, il mio problema è questo qui: anni fa ho amato una ragazza.

- Umana?

- Umana, sì. Attirato dal suono della sua voce, scendevo davanti al suo viso mentre leggeva, seduta sulla poltrona della sua camera da letto, e mi incantavo a guardarla appeso a un filo di ragnatela, rapito dalla sua bellezza. Lei mi sorrideva senza dire nulla, e andava avanti nella lettura. In breve tempo mi è sembrato di capire che non solo lei non sembrava avere paura di me, non solo non aveva orrore del mio aspetto, ma pareva trarre piacere dalle mie visite, e forse - ma qui forse oso troppo! - mi trovava curioso, addirittura affascinante, anche se eravamo davvero diversi. Io tendevo una zampa in segno di saluto, lei allungava un dito... e ci sfioravamo appena. Era una cosa semplice ma molto bella, sa?

- Lo credo.

- Purtroppo, però, un giorno in cui mi sentivo particolarmente fiducioso decisi di calarmi più in basso, fino a toccare la pagina del libro che stava leggendo. Ma a quel punto...

- A quel punto?

- Non so cosa successe, forse qualcosa o qualcuno la spaventò, perché di colpo la ragazza chiuse il volume e scappò via. Rimasi incastrato tra quelle pagine, e per passare il tempo iniziai a leggere, continuando lì dove lei si era interrotta; ma la ragazza non tornò, e a un certo punto mi toccò uscire e riprendere la mia vita. Da quel giorno non l'ho più rivista.

- Mi dispiace. È una storia molto triste.

- Assolutamente sì. Non ho mai saputo il suo nome e non so dove trovarla, ignoro cosa le sia successo, e vorrei tanto sapere perché è scappata, se è stato per colpa mia o per altro motivo, se qualcosa l'ha costretta o se si è pentita di avermi dato confidenza... e per quale ragione non è mai tornata indietro. Ma ahimè, visto che sono passati molti anni, e io ormai mi sono rassegnato, avrei almeno un ultimo desiderio che vorrei soddisfare.

- E quale?

- Vorrei conoscere il finale del libro. Purtroppo la mia vista è molto calata, e non distinguo più le parole. Neppure lei, riesco a distinguere bene.

La ragazza ci pensò su per qualche istante. Poi disse: - Di cosa parlava quel libro?

Il ragno mosse le zampette e sembrò contento. - Di un uomo che un mattino, al risveglio da sogni tormentosi, si ritrova nel suo letto trasformato in un insetto gigantesco. Non mi importa di sentire tutta la storia, se questo non è proprio possibile, ma mi piacerebbe almeno sapere se finisce bene.

La ragazza, senza potersi trattenere, le guance improvvisamente rosse come il fuoco, scoccò un'occhiata verso un piccolo mobile nel quale riposavano - ASSOLUTAMENTE non in vendita! - i volumi ai quali era più affezionata e che voleva avere sempre vicini. Tra di essi, nello scaffale più alto, fortunatamente nascosto allo sguardo (comunque quasi spento) del suo visitatore, c'era proprio la copia che stava leggendo il giorno in cui il ragno le era calato sulla pagina. Una prima edizione di grande valore, che lei non permetteva a nessuno di toccare e che ormai sfogliava solo con addosso un paio di guanti di cotone, per paura di rovinarla.

- Allora? Finisce bene, la storia? - chiese il ragno.

- Purtroppo no - disse dolcemente la ragazza. Poi si chinò in avanti, allungò una mano verso il suo antico amante, si guardò intorno per essere sicura che nessuno lo vedesse, tese un dito e lo schiacciò.

Chissà perché ma me lo immaginavo, fu l'ultimo pensiero del ragno.

Non si riferiva al libro, ovviamente.


FINE

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NOTE

Non tutte le ciambelle, e non tutte le storie d'amore, riescono col buco. Ma forse questa una storia d'amore lo è ugualmente. Solo non del tipo che si potrebbe immaginare.

Da dove nasce questo racconto? Dal nulla, come al solito. Ho pensato a una ragazza tormentata da un insetto curioso; poi mi sono chiesto cosa avrebbe potuto fare di insolito tale insetto, in modo da stupire i lettori, e ovviamente il fatto che parlasse è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Il resto... improvvisazione, mestiere, qualche ripensamento, alcuni dubbi (se il ragno, anche dopo tanti anni, torna a incontrare la ragazza, come mai non si accorge che è lei? E visto che non deve accorgersene, come fare? La soluzione, un po' grossolana ma efficace, è stata di renderlo molto miope. Ma credo che i ragni, nonostante gli 8/12 occhi, già lo siano di default) e tanta fantasia, ingrediente che non deve mai mancare.

Personalmente odio i ragni, e più grossi sono e più li odio. Sarà per questo che li ritroverete protagonisti anche in un altro di questi racconti? Del resto, dicono che si scrive anche per esprimere, comprendere, e a volte esorcizzare le proprie ansie.

Comunque, il tizio che "un mattino, al risveglio da sogni tormentosi, si ritrovò nel suo letto trasformato in un insetto gigantesco" altri non è - ovviamente! - che Gregor Samsa, protagonista di quell'immortale capolavoro che è La Metamorfosi di Franz Kafka. Era quello, il libro che il ragno stava cercando. E no: non finisce affatto bene.

QUARANTASEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora