17. LA CREPA

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Sono in cantina insieme, ma è solo Anna ad accorgersi della crepa.

Lo fa per caso, mentre cerca di recuperare un barattolo di vernice che ha fatto cadere per sbaglio. Il barattolo è vecchio, usato non si sa da chi e non si sa da quanto; forse dallo zio di Christian o da suo nipote. Quando lo vede cadere Anna non si preoccupa troppo: dubita che possa ancora servire, la vernice deve essere secca; ma non le va di creare disordine. Allunga svelta un piede e lo blocca prima che rotoli sotto uno scaffale. Poi si piega in avanti per raccoglierlo.

Ed è in quel momento che la vede.

La crepa serpeggia sulla superficie di cemento grezzo del pavimento con una forma a zig zag che ricorda quella dei fulmini disegnati nei fumetti. Inizia dalla parete e si spinge in avanti per una trentina di centimetri. È sottile, e Anna è abbastanza sicura di non averla mai vista. Abbastanza, non del tutto, perché sa che potrebbe sbagliarsi: scende in cantina sempre di fretta, per prendere qualcosa che sa già dove trovare, ed è raro che dia un'occhiata intorno, anche perché non c'è niente di speciale da vedere. Solo la legna avanzata dall'inverno precedente, i barattoli di conserve, gli pneumatici invernali dell'auto di Christian, un tavolo, due sedie, una vecchia credenza e un mix di bottiglie vuote, annaffiatoi, bacinelle, scatole e altre cianfrusaglie.

– C'è una crepa – dice. Lo fa a voce bassa, nel tono più tranquillo possibile, pensando che in fondo è meglio dirle le cose piuttosto che tacere. Meglio togliersi il dubbio. Buchi, crepe e fessure fanno parte della vita. Come le vernici che si seccano. Le case che invecchiano. I tubi che cedono. Basta solo riparare i danni prima che diventino troppo grossi.

– Mh? – risponde Christian. È occupato a sistemare una vecchia cassetta degli attrezzi arrugginita che si apre male. Bisognerebbe oliare cardini e giunture, ma Christian si sta ostinando a forzarla a mani nude, tirando e spingendo avanti e indietro, avanti e indietro, nel tentativo di sbloccarla un poco alla volta. È mattina presto, è domenica, e un bel sole di primavera entra dalle finestre impolverate.

– C'è una crepa. Qui, sul pavimento – ripete Anna.

Christian grugnisce. Strattona la cassetta, tira con entrambe le braccia, poi spinge. Sembra stia tentando di suonare una fisarmonica. Ma sembra non avere voglia di controllare. Anna però più ci pensa e più si convince che quel fulmine grigio prima non c'era. Chiude gli occhi, cerca di rifletterci su. Non trova risposte.

Ma quando li riapre si accorge che la crepa si è allargata.

Impossibile, pensa. Una cosa del genere non può accadere. Non esiste che una crepa si allarghi o allunghi di botto. Non è naturale. Però la linea che prima arrivava vicino all'innaffiatoio ora gli si è infilata sotto. Mentre Anna guarda, la punta si allunga e sbuca dall'altra parte, come un serpente che mostra la testa.

Anna grida, fa due passi indietro, va a sbattere addosso a Christian.

– Ehi! – fa lui. – Non lo vedi che sono qui? Cazzo!

– Si è allargata – risponde Anna. Sente la sua voce tremare, ma siccome odia passare per nevrotica o isterica cerca subito di tornare calma. – La crepa. Si... è allargata – ripete. – Adesso è più lunga.

– Come no – risponde Christian. – Stai attenta a non caderci dentro, allora.

– Ma ti dico che si è allungata! – risponde lei. Ora la voce la alza eccome: se c'è una cosa che odia è sentirsi presa in giro. Il suo ex marito lo faceva sempre; le si rivolgeva con un tono metà saccente e metà di derisione, come se lei fosse la più stupida delle donne e non potesse capire le perle di saggezza che lui era convinto di offrirle. Cosa c'è di più cretino di una donna, ripeteva. Per fortuna Christian non è così. Non lo è per niente. Anna ne è convinta.

QUARANTASEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora