32. NATO CON DUE CUORI

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Era nato con due cuori.

Ma uno non è tuo, gli dissero i suoi genitori quando fu abbastanza grande per capire. È di un gemello debole, mai nato, che hai assorbito nella pancia della mamma quando eravate due embrioni poco più grandi di un fagiolino. Il cuore è l'unica parte di lui che ha continuato a crescere, ma dentro al tuo corpo. Succede, a volte. È molto raro, ma succede. E così tuo fratello... o tua sorella... non scomparirà mai del tutto, ma sarà sempre con te. Dovresti esserne contento.

E lui lo era. La sera, a letto, chiudeva gli occhi e si metteva ad ascoltare, cercando qualche segno dell'esistenza di questo fratello (o sorella) silenzioso e senza corpo, sperando di cogliere qualche differenza tra un battito e l'altro ma senza trovarne mai. I due cuori si muovevano all'unisono, con lo stesso ritmo, lenti o veloci a seconda della necessità. Rallentavano insieme quando era ora di dormire; e acceleravano alla stessa velocità, e nello stesso istante, quando era il momento di emozionarsi. Ed entrambi palpitavano per le stesse cose. Sempre uniti, sempre fedeli, proprio come due gemelli.

Ma niente a questo mondo dura per sempre.

Una sera – aveva appena compiuto sedici anni – venne invitato a una festa di compleanno a casa di un amico.

Fu lì che vide LEI per la prima volta da vicino.

Ovviamente aveva sentito parlare molto di LEI: i ragazzi e le ragazze della sua età, gli amici e i compagni di scuola, e anche qualche genitore, dicevano che era una strega, che ammaliava gli uomini con i suoi sguardi e gli incantesimi e rubava le loro anime. Che poteva avere quindi anni oppure cento, che era appena rinata o che viveva da sempre, che evocava il demonio nelle notti di luna piena e che quando nessuno la vedeva, quando le tenebre erano più fitte sopra il paese e la campagna che lo circondava, volava in cielo a cavallo di una scopa, sopra i boschi e il fiume, coperta del sangue delle sue vittime, per andare a incontrare il suo Signore.

Gli amici di lui avevano bevuto, e lo sfidarono ad andarle a rivolgere la parola. Anche lui aveva bevuto, e accettò. Posò il bicchiere, raccolse tutto il suo coraggio e le si avvicinò, cercando intanto qualcosa da dire e un modo simpatico di sorridere.

LEI, la strega, aveva lunghi capelli rossi, occhi neri e profondi come la notte, labbra turgide dalle labbra scarlatte come il fuoco, e indossava un lungo abito del colore dell'oceano in tempesta. Quando sentì che stava arrivando alzò gli occhi verso di lui con assoluta calma. Lo osservò con lentezza, senza particolare interesse, ma con una punta di curiosità, così come si sfoglia un libro trovato per caso su uno scaffale. Ma bastò quell'unico sguardo e lui si sentì cambiare dentro. Una sensazione nuova, inedita, indecifrabile, che gli sembrò fin da subito irresistibile e irreversibile.

Nessuna ragazza, MAI, lo aveva fatto sentire così.

All'inizio non capì cosa gli stesse succedendo. Si sentiva lo stesso, eppure diverso. Percepiva, con sensi nuovi e sconosciuti, che qualcosa era cambiato dentro di lui, ma senza riuscire a descrivere cosa.

Allora chiuse gli occhi, ascoltò il suo corpo, e alla fine comprese.

Uno dei due cuori aveva accelerato.

È il mio?, si chiese. O quello di mio fratello? Chi di noi due si è appena innamorato?

Non ne aveva idea.

Ma devo saperlo, si disse. Non posso rimanere così. E pensò che forse, se avesse parlato abbastanza a lungo alla strega, sarebbe riuscito a capirlo.

Lei continuava a guardarlo dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto, come se il suo esame non fosse ancora finito. Lui pensò che forse stava valutando se era adatto a diventare la sua prossima vittima; ma era arrivato troppo avanti per rinunciare. E il tumulto che aveva nel petto, ne era certo, non si sarebbe placato senza una risposta. Quindi cercò di rendere splendido il suo sorriso, di fingere una sicurezza che non aveva, e strattonandosi l'orlo della maglietta si fece ancora più avanti.

Le mani gli tremavano.

– Ciao – le disse.

Lei gli rivolse uno sguardo profondo e gelido come un abisso.

– Gli uomini di solito mi temono – commentò. – Tu in cosa faresti eccezione?

Lui rimase immobile. Perduto, ora, oltre che nella magia dei suoi occhi anche in quella della sua voce. Quando aprì la bocca per rispondere non aveva idea di quello che sarebbe uscito dalle sue labbra. E neppure di chi sarebbe stato a parlare, se lui o il suo doppio evanescente. Ma era certo che quella che aveva imboccato era una strada senza ritorno.

– Sono venuto a farti un regalo – disse.

– E quale? – chiese la strega.

– Sono qui per donarti il mio cuore.

Subito sentì uno dei due cuori saltare un battito. Era il suo o quello di suo fratello? Di nuovo, non gli riuscì di capirlo. Ma a quel punto non importava, non importava più. Il patto era già stato siglato.

– Lo vuoi? – aggiunse.

La strega sorrise.

E da quel giorno, per sempre, vissero felici e contenti.

Tutti e due.

FINE

❤️♠️❤️♠️❤️♠️❤️♠️❤️

NOTE

Non c'è peggiore - o migliore - incantesimo dell'amore. 

L'amore è sacrificio (umano). 

La più grande libertà è quella che ti tiene in catene (cit.).

Affascinare deriva dal latino "fascinus", che significa "incantare con magia".

Fate voi i debiti conteggi.

QUARANTASEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora