Se qualcuno avesse chiesto a Stefano qual era la prima cosa che aveva notato in Claudia, cosa lo aveva attirato e poi fatto innamorare, lui avrebbe risposto "Gli occhi". Ricordava ancora la prima volta che l'aveva vista, in una libreria, mentre discuteva con due amiche riguardo un titolo uscito da poco e che aveva avuto un gran successo. Claudia era scettica: per lei era un testo finto, cinico, snob, falsamente autoriale, troppo sofisticato, falso, e soprattutto - cosa che l'annoiava molto - esageratamente pessimista; come se si sforzasse fin troppo di dimostrare che tutto faceva schifo, tutto era inutile, tutto era illusione. Soprattutto l'amore.
Stefano, che stava girovagando alla faticosa ricerca di qualcosa di nuovo da leggere, aveva teso, senza volerlo, l'orecchio. Anche lui aveva letto quel libro, ma solo perché una sua zia, conoscendo il suo amore per la lettura senza conoscere bene lui, glielo aveva regalato; e ne aveva ricavato le stesse impressioni di quella bella sconosciuta. Quindi si era fermato a poca distanza da lei e l'aveva ascoltata, godendosi le sue parole. Solo alla fine aveva osato guardarla. E il suo sguardo lo aveva incantato in un modo che credeva succedesse - appunto - solo nei libri.
La ragazza aveva risposto all'occhiata. Si erano guardati a lungo, molto a lungo, così a lungo che - un po' per non perdere l'occasione e un po' per vincere l'imbarazzo - a un certo punto Stefano si era sentito in dovere di dire: - No, è vero.
- Cosa, è vero? - aveva chiesto la ragazza. - Non ho capito.
Claudio aveva deglutito forte. La gola, di botto, gli si era asciugata.
- Quello che hai appena detto. Sul cinismo. L'autore ha esagerato.
- Visto? - aveva detto Claudia. Aveva fatto un sorriso soddisfatto e lo aveva indicato alle due amiche perplesse, come se le parole Stefano avessero magicamente dato un valore inconfutabile alle idee che aveva appena espresso. Le due amiche lo avevano guardato dal basso in alto, dubbiose e leggermente schifate.
Era iniziato tutto così. Lui l'aveva aggiunta tra i contatti di Facebook. Poi le aveva scritto in chat con la scusa di ricordarle chi fosse e dove si fossero visti. Lei aveva risposto con evidente piacere, e quella sera stessa avevano chiacchierato un altro po' riguardo al libro. Poi riguardo ad altri libri, i loro preferiti. Infine riguardo loro stessi. Due giorni dopo si erano dati appuntamento, quasi casualmente, in quella stessa libreria, e ognuno - quasi casualmente - aveva comprato un libro da regalare all'altro. Poi si erano rivisti, ma stavolta a cena. Si erano baciati all'uscita di un cinema. Avevano fatto l'amore per la prima volta a casa di lei, un pomeriggio in cui la sua coinquilina era uscita; e poi lei gli aveva mostrato la sua piccola collezione di classici della letteratura. Avevano passato il resto di quella giornata a sfogliarli, e a scambiarsi pareri. Poi erano tornati a letto.
Un mese dopo il loro primo incontro, erano andati in una libreria dell'usato. A Claudia piacevano molto i libri di seconda o terza mano; le piaceva l'aria di antico che emanavano, i segni del tempo che dimostravano che erano stati amati e letti più volte. Così, mentre era rigorosissima riguardo i suoi libri, che conservava perfetti, amava nello stesso tempo le mille sfumature di quelli usati, le loro imperfezioni. Se poi al loro interno trovava qualche ricordo, un segnalibro improvvisato, cartoline o foto, fiori secchi o un semplice biglietto del treno, ne era felicissima, e li conservava nella stessa pagina in cui li aveva trovati.
Quel giorno avevano trovato una copia poco usurata di un libro che nessuno dei due conosceva, "Storia di Eva", scritto da un autore altrettanto sconosciuto, tale Mattia DeIulis. La trama era sparita, forse rimasta in una sovracopertina persa da tempo; ma Claudia sfogliò le pagine, lesse qualche brano, e decise di prenderlo. Sul frontespizio, sotto il titolo, una mano elegante, chissà quanti anni prima, aveva vergato una dedica gentile: "A Ludmilla, la donna dal cappello rosso, Antonio". Non c'era data, non c'era altro riferimento, e non era ben chiaro il senso di quella frase, ma Claudia trovò che rendesse il libro ancora più interessante, e romantico.
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QUARANTASEI
RomanceHORROR! AMORE! MOSTRI! ROMANCE! Nel 2020 io e la mia compagna (Ale♥️) abbiamo passato molti mesi lontani l'uno dall'altra: ci tenevano separati una pandemia, il lavoro, tre ore di viaggio e il nostro passato. Per andare a lavorare io (Cris♠️) guida...