Capitolo 21

25 2 0
                                    

Vuoto, dal latino vacuum è una regione di spazio priva di materia.

Ma si può provare anche un vuoto 'sentimentale', ed è ciò che aveva vissuto Iris durante la penetrazione con Donatello.

Le si era aperta una voragine dentro che stava risucchiando tutte le belle emozioni che aveva provato durante l'appuntamento, anche i ricordi piacevoli della lettera che aveva ricevuto oramai un mese fa, i sorrisi, le carezze e le dolci parole.

Non era rimasto che solo un vuoto incolmabile.

Donnie non aveva fatto sesso con Iris, ma con una bambola di pezza che aveva le sembianze di Iris.

Perché lei, in quel momento, non era in sé.

I primi raggi di sole entrarono fiochi dalle persiane e il viso di Iris venne illuminato.
Lentamente alzò le palpebre, ma le dolevano gli occhi, non riusciva a tenerli aperti.

Aveva pianto fino allo sfinimento, fino a crollare addormentata sul letto di Raffaello.

Si sollevò e si mise seduta tra le lenzuola stropicciate, notò Ralph che dormiva disteso ai piedi del letto.

La sveglia segnava le 6:30 di mattina.

Iris decise di alzarsi lentamente dal letto, e si chiuse in bagno; come prima cosa si controllò allo specchio.

Perfetto.

Donatello le aveva lasciato dei succhiotti sul seno.

Aveva il trucco colato sul viso: il mascara lo aveva sotto gli occhi e il rossetto le era arrivato sul mento, i suoi capelli un ammasso aggrovigliato.

Dio, ma come faccio a ficcarmi in sti casini?

Le cominciò a far male la vescica, doveva fare pipì.

Si sedette sul water e mentre le usciva l'urina, provò un dolore immenso.

Cazzo, ci mancava solo la cistite.

Si portò le mani sul viso, voleva piangere e sparire dal mondo.

Mi sembra un incubo, porca puttana.

Si risollevò le mutande, e mentre si stava abbassando il vestito qualcuno entrò nel bagno senza bussare.

<<Scusa, non pensavo ci fosse qualcuno>>

Iris sollevò gli occhi verso l'interlocutore, era lo stesso ragazzo che aveva incontrato in corridoio la sera prima.

<<Potevi bussare>> rispose infastidita da tutto.

<<Fino a prova contraria, questa è casa mia. Sei tu l'estranea>>

Casa sua?

Ad un tratto Iris realizzò.

Oh cazzo.

<<Come ti chiami? È da ieri che gironzoli per casa spaventata>>

Osservò Leonardo, era anche meglio di come se l'era immaginato.

Aveva una bandana blu legata in testa che gli teneva i boccoli lontani dagli occhi verdi, le labbra erano sottili e rosse, il volto coperto da una leggera peluria.

<<Iris>>

Leonardo sorrise, perché glielo aveva chiesto solo per cortesia dato che lo aveva scoperto ieri notte.

<<Tu?>>

<<Leonardo>>

Iris annuì, come se non lo sapesse neanche lei che quello che aveva davanti era Leo, il proprietario della stanza in cui aveva dormito per un mese e mezzo.

Quattro più unoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora