L I K E T H A T
Donnie
Sono di ottimo umore, ed è raro, dato che sono pure sobrio.
Urquart ha promesso di pagare nei prossimi giorni e ho appuntamento con un rivenditore per farmi comprare gli orologi rubati. Sono di alto valore e la tentazione di tenerne qualcuno per me e i miei fratelli è alta, ma non posso girare con la prova di un crimine al polso. È meglio rivenderli e con il guadagno comprarne di nuovi.
Sono passato da un ristorante sulla 56esima a prendere un'insalata con il pollo per la ragazzina e lo ho comprato anche una fetta di torta al cioccolato, per farmi perdonare dello schiaffo che le ho dato. Non ne vado fiero, ma era necessario.
Il giudice Remington non ha ancora risposto ma lo farà presto, non ho dubbi.
Appena entro nell'ufficio, la ragazzina si mette a sedere con le gambe incrociate. Mi osserva posare il sacchetto con il suo pranzo sul tavolo e i suoi occhi sono attenti come quelli di un animale in gabbia. Studia ogni mia mossa e lo fa con sospetto e curiosità, forse teme che le tiri un altro ceffone.
Tiro fuori il contenitore di plastica con l'insalata di pollo e anche la confezione di torta al cioccolato. Li allungo verso il bordo del tavolo, insieme a un paio di posate e a dei tovaglioli.
«Ti ho preso una torta» annuncio, sforzandomi di mantenere il mio tono neutro. Non voglio farle credere che mi fidi di lei solo perché le ho comprato un dessert e nemmeno che io abbia abbassato la guardia.
«Perché?» chiede lei, sempre sospettosa.
Alzo le spalle. «Mangia.»
Kasey abbassa lo sguardo, ma lo noto il suo sorrisetto.
«Grazie» sussurra, prima di allungarsi a prendere l'insalata. Apre la busta di carta con dentro lo posate e, per fortuna, è abbastanza intelligente da non provare a pugnalarmi con il coltellino di plastica. Anzi, lo abbandona sul tavolo e con la forchetta inizia a trangugiare il pollo come se non mangiasse da giorni.
Forse questa mattina sarei dovuto passare a portarle il pranzo, ma ho dormito fino a tardi e pomeriggio ero troppo impegnato a farmi una canna e a bere tequila con i miei fratelli, il culo incollato al divano.
La ragazzina manda giù il suo pranzo con un lungo sorso d'acqua, poi tira fuori la fetta di torta dalla sua confezione e ne prende una forchettata. La glassa al cioccolato le sporca le labbra e, quando ci passa sopra la lingua, mi ritrovo a deglutire.
I suoi occhi azzurri sono incatenati ai miei.
«Ne vuoi un po'?» chiede, melliflua e tentatrice.
Scuoto la testa.
Se ne porta un'altra forchettata alla bocca e il suo sguardo sembra così innocente mentre mastica. «Sicuro?» insiste lei. «È davvero buona.»
Infila la forchetta nella torta e tiene il boccone a mezz'aria, puntandolo nella mia direzione. Le afferro il polso e la assecondo. Mi chino su di lei e prendo tra le labbra il boccone di torta al cioccolato, lo sguardo incollato al suo, senza quasi battere ciglio.
La sua bocca si schiude appena, forse per la sorpresa che io abbia davvero accettato la sua sfida. Guardo le sue pupille dilatarsi fino a lasciare solo una piccola striscia dell'azzurro delle sue iridi.
Le lascio andare il polso e la ragazzina emette un sospiro tremante. Mi osserva masticare il morso di torta che mi ha offerto e, per quanto mi sforzi, non so decifrare il suo sguardo.

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DARKTOKEN || Dark romance
RomanceNon sarei dovuta essere in casa. E lui non sarebbe dovuto entrare. ✞✞✞ Kasey odia suo padre, il giudice corrotto Remington. Controlla ogni aspetto della sua vita, come se la figlia fosse solo un altro dei suoi possedimenti: dall'università che freq...