DARKTOKEN || Dark romance

20

THE WORST IN ME

Kasey

Toccare la mia tastiera dopo così tanti giorni lontani è quasi un sollievo. Accendo il computer e il rumore delle ventole di raffreddamento mi riempie il cuore per un momento. Poi, i led arcobaleno si accendono e, finalmente, mi sento di nuovo a casa.

Apro l'app di Discord sul desktop.

È bello ritornare al proprio posto sicuro, certo, ma sono qui perché ho una missione da portare a termine.

Sono rimasta nello scantinato per dodici ore, poi mia madre è arrivata con un bicchiere d'acqua e mi ha portata nella mia stanza. Mi ha disinfettato le ferite, pulita e fatta cambiare. Mi ha persino dato un panino al burro d'arachidi e marmellata che, dopo aver raggiunto la pubertà, era diventato un peccato capitale mangiare in casa nostra. Non mi ha chiesto come stessi, non ha commentato i lividi che mi gonfiavano metà faccia, né domandato dove fossi stata nell'ultima settimana. Non ha giustificato Randolph, non l'ha condannato per quello che mi ha fatto. È abitudine per lei venire picchiata o dover curare la propria figlia dalle percosse di suo marito.

La odio per questo.

Capisco che sia anche lei una vittima, ma fino a che punto puoi continuare ed agire nell'omertà prima di diventare colpevole? Quand'è che poi a forza di giustificare il proprio carnefice non si diventa noi stesse responsabili?

Bella è rimasta dai nonni nel Vermont, forse per la sua sicurezza o forse per evitare l'ira di mio padre. Ci siamo già io e mia madre a prendere i suoi pugni, come dimostrano i suoi polsi costellati di viola e giallo.

MightyKas04: Hey, Ellen, ho bisogno di un favore.
SuxEllen12: Certo, Kas, dimmi tutto. Come stai? Sei sparita, ero preoccupata.
MightyKas04: Hai ragione, scusami. Sono state giornate piene in famiglia.
SuxEllen12: Mi dispiace... Dimmi tutto.
MightyKas04: Lavori ancora all'ufficio della corte di giustizia?
SuxEllen12: Sfortunatamente, sì.
MightyKas04: Puoi fare un controllo per me? Sto uscendo con un ragazzo, ma ho paura mi stia dicendo un sacco di cazzate e suo fratello sembra un poco di buono. Ho paura che vogliano fregarmi in qualche modo.
SuxEllen12: Certo. Dammi un paio d'ore e ti trovo anche quanti denti da latte ha perso /j.
MightyKas04: LOL Grazie, Ellen.
SuxEllen12: DW. Nome e tutte le informazioni che hai.
MightyKas04: Andrew Siegel. Indirizzo: 1205, 68th street Northwest, Miami, Florida. Ti basta?
SuxEllen12: Perfetto. Ti scrivo non appena ho qualcosa.

Rimpicciolisco la finestra di Discord e apro Alan Wake 2. Ho bisogno di rilassarmi e spegnere i pensieri per qualche ora almeno.

Prima che i rapinatori mettessero a soqquadro la mia casa e la mia vita, avevo una mezza intenzione di giocare live il seguito della storia horror di Alan Wake, ma ora non ho le forze di mettere su una maschera piacente e scherzosa per il mio pubblico. Non voglio parlare con nessuno, se non per ricevere le informazioni di cui ho bisogno. Voglio immergimi in una realtà diversa e dimenticare la mia. Ho bisogno di paura e sangue, ma in un ambiente virtuale, che mi dia un minimo senso di controllo.

La realtà di Alan Wake è buia, fredda e umida, con ambientazioni che ricordano quelle di Twin Peaks e The Ritual, dove le ombre sono il nemico, le creature da cui stare alla larga e quelle contro cui combattere.

Quelle ombre mi sembra di averle dentro e tutt'intorno, come se dopo la notte scorsa passata nello scantinato fossi sprofondata in un pozzo dalle acque nere e gelide. Sto per toccare il fondo e se non salgo in superficie affogherò.

Sono nella stanza della detective Saga. La parete è tappezzata di indizi, fogli di carta strappati, fotografie e note da decifrare. Alan è intrappolato in una dimensione oscura, condannato a continuare a scrivere il suo manoscritto, le pagine diventano realtà man mano che vengono scritte, raccontano il futuro.