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I   D O N T   C A R E

Kasey

    

È tutto il pomeriggio che muoio di sete, ma se bevo altra acqua rischio di pisciarmi addosso. Presa dalla fame e dalle minacce del tizio mascherato, non ho pensato a chiedergli di portarmi in bagno. Sempre che ce ne sia uno, non mi sorprenderebbe se mi facesse usare il cestino nell'angolo di questo dannato ufficio.

Non riesco a pensare ad altro che alla mia vescica. Non dovrò nemmeno fingere quando lo implorerò di slegarmi per andare alla toilette.

Nella mia mente ripeto i passaggi che ho memorizzato e immaginato nelle ultime ore: il rapitore mi slega, lo colpisco con un calcio sulle palle e inizio a correre; raggiungo la porta dell'ufficio e sono libera. Mi visualizzo correre in un cantiere deserto, trovare l'uscita e sbracciarmi in mezzo alla strada per chiedere aiuto.

Me la farò addosso a metà strada, ma non importa.

Cerco di ripercorrere mentalmente i dettagli dei tre rapinatori. Ho visto solo i loro occhi, la loro bocca e la loro corporatura. Delle loro voci ricordo solo quella bassa e roca del loro capo, l'unico con gli occhi scuri, quello più alto e muscoloso.

Chissà se tornerà o se manderà qualcuno dei suoi complici a portarmi da mangiare.

Spero verrà lui stesso, perché è l'unico con cui ho passato più tempo. L'ho studiato questa mattina e ho visto come mi guardava: il modo languido con cui faceva scivolare lo sguardo dal mio petto alle mie gambe nude.

Conosco la lussuria maschile e sono brava a giocare a questo gioco. Il mio corpo è diventato la mia arma e se posso usarlo per distruggere il mio nemico, lo farò, anche se non è ortodosso.

Posso trovare il suo punto debole farlo pendere dalle mie labbra, magari anche convincerlo a lasciarmi andare. Mi chiedo come sia il suo volto sotto quel passamontagna... La mia immaginazione si scatena ogni volta. Se però riuscissi a convincerlo a toglierselo, però, avrei un'informazione in più per inchiodarlo una volta fuori da qui. Mi servirà tutto quello che riuscirò ad ottenere, anche se vorrà dire farsi scopare da un criminale rapitore.

Gliel'ho letto negli occhi quanto vorrebbe toccarmi e farò in modo che realizzi il suo desiderio.

Di certo, non può essere peggio che scopare con Miles.

Il tempo non scorre in questa gabbia di alluminio, è come se fossi bloccata in un buco nero. Non so che ore siano, non so quanto tempo sia passato, ma mi sembra trascorsa un'eternità.

D'un tratto sento un rumore metallico, come di un cancello o saracinesca.

Aspetto con il respiro bloccato in gola e qualche secondo più tardi, la porta dell'ufficio sono rinchiusa si apre.

Il rapinatore alto e muscoloso si ferma a guardarmi dallo stipite, come se mi mettessi a urlare da un momento all'altro. Alle sue spalle, scorgo una stanza vuota che sembra allungarsi per metri e metri.

Dove cavolo sono? Forse un prefabbricato dentro a un magazzino? Una fabbrica abbandonata?

Devo uscire da quell'ufficio per scoprirlo.

Il rapitore chiude la porta e si avvicina a me. Si è cambiato, ora indossa un paio di pantaloni scuri della tuta che mettono in risalto i suoi quadricipiti sodi. Indossa delle Air Force nere e una felpa dello stesso colore, con il cappuccio calato sul passamontagna. In mano tiene un sacchetto di plastica bianco. Lo posa sul tavolo e tira fuori due lattine di Mountain Dew Kickstart al mango e un pacchetto di Flaming Hot Cheetos.

DARKTOKEN || Dark romanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora