Prefazione

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Se la mente umana fosse davvero capace di dare una risposta compiuta per ogni nostro dilemma, saremmo tutti degli efficienti computer che calcolano all'infinito.

Ecco perché l'uomo ha avuto bisogno della tecnologia per creare proprio questo strumento, un miscuglio di metalli e silicio come estensione sintetica del nostro cervello organico.

Ma può mai un processore capire come funziona davvero un cuore umano? Non intendo il processo meccanico, ma esattamente il lato più astratto del nostro animo. Nessuna intelligenza artificiale avanzata potrà mai sentire tutte le emozioni e la sensibilità che ne deriva.

Nessun robot umanoide potrà mai capire il significato della felicità che ti porta a ridere a crepapelle anche senza un motivo logico. Oppure sentire un nodo in gola che, da un momento all'altro, si trasformerà in pianto. Vogliamo parlare anche delle farfalle nello stomaco quando guardi negli occhi la persona che ami in qualunque modo?

E, non da meno, la tristezza e la rabbia quando questa stessa persona ti ha deluso irrimediabilmente. Tutte le tecnologie di questo mondo non potranno mai sintetizzare il potere e le sensazioni di uno sguardo, di un abbraccio, di una carezza, di un bacio, di un respiro.

Un giorno, forse, capiremo che l'unica estensione significativa in questa esistenza, sarà quella delle nostre mani che prendono quelle di qualcun altro, persino con dei guanti di mezzo.

F.

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