La battaglia infuriava da diversi minuti, senza segni di cedimento da nessuna delle due parti. Man mano che il tempo passava, gli attacchi di No. 5 diventavano sempre più veloci e potenti. I suoi occhi si illuminavano di una luce sinistra e intensa, soprattutto quando si avvicinava al buco nero artificiale.
Nel frattempo, i cittadini usciti fuori dalle loro case tirarono fuori i loro telefoni cellulari per catturare ogni istante di quella lotta epica. Altri, chiamavano i loro amici e parenti per raccontare dell'incredibile spettacolo a cui stavano assistendo.
«Ma guarda un po'!» Esclamò un uomo con aria frastornata. «Si direbbe che qualcuno sta girando una scena d'azione per un nuovo film!»
«Gli effetti speciali sembrano incredibili, ma non sarà un po' tardi per fare tutto questo rumore?»
«Che strana trovata pubblicitaria.» Sbadigliò un'altra donna, coperta con un lenzuolo. «Certo che se le inventano tutte per promuovere i loro prodotti.»
No. 89 osservava quegli umani con un misto di sgomento e disgusto. Non riusciva a comprendere come potessero prendere così alla leggera una situazione così critica, tanto da credere che una lotta cruenta fosse uno spettacolo a cui applaudire o da esultare, come se fossero allo stadio a tifare per la loro squadra del cuore. Qualcuno aveva addirittura scommesso denaro sull'esito della battaglia col proprio vicino.
Sembravano inebriati dalla sensazione di adrenalina che il combattimento portava con sé, come se fosse solo una forma di intrattenimento, al pari del cinema o dei libri.
Era questa, dunque, la natura umana? Trovare divertente la violenza? La guerra, quindi, non era solo una questione di risorse o territorio, ma una sorta di bisogno insaziabile di competizione, di rendere il dolore altrui piacevole da osservare. Un gioco malsano, perpetrato persino da Vertex contro se stessa, a scapito di vite innocenti.
In fondo, anche gli automi erano intrappolati nella stessa spirale di violenza, dal momento che si trattavano di creazioni umane. La loro stessa esistenza era solo una delle tante implementazioni di questo schema folle.
La battaglia tra No. 5 e No. 2 non era così diversa da quella tra gli stessi umani. Era solo una versione più tecnologica, più fredda e distaccata, ma pur sempre una forma di conflitto. E, se questo fosse vero, allora quale speranza c'era per un mondo in cui la guerra sembrava essere un destino inevitabile, a prescindere dall'essere composti di carne o di metallo?
«Mi scusi, tu dai capelli bianchi.» Un signore in vestaglia gli sfiorò la spalla. «Mi sa dire perché quelle due stanno combattendo?»
Il ragazzo sussultò. «Ah, ehm...!» Si schiarì la voce in imbarazzo. «È un'informazione riservata!» Non poteva certo spiegare a dei semplici umani che il destino del pianeta si stava decidendo proprio davanti ai loro occhi.
«Non sembra anche a voi che quella con la falce diventa più forte di quella con la spada, quando si avvicina alla palla nera in cielo?» Aggiunse una ragazza più giovane, incuriosita dalla scena.
«Un momento...» No. 89 ebbe un lampo di genio, grazie alle parole di quell'umano. In effetti, No. 5 dava l'impressione che stesse guadagnando tempo di proposito per rafforzarsi grazie all'influenza del buco nero.
«Ma certo! Le radiazioni di Hawking del buco nero amplificano le sue capacità di elaborazione!» Batté un pugno sulla mano, deciso. «No. 2! Devi allontanarti, altrimenti diventerà invincibile per te!» Sperò che il suo avvertimento fosse udito tra il frastuono della battaglia.
La spadaccina annuì e spostò la lotta lontano da lì. Presto, i movimenti di No. 5 divennero più facili da contrastare, proprio come previsto dal ricercatore. Appena le sue difese vennero meno, la scaraventò contro un lampione con un calcio sonoro. L'impatto contro il palo deformò l'acciaio come plastica fusa.
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Vertices
Science Fiction2027, la Terra è unita sotto il segno di Vertex, un élite di luminari, chiamati Vertici, che decide le sorti del mondo per la popolazione. Il suo capo, il Vertice Principale Matthew, presenta la nuova generazione di automi, androidi ad alta fedeltà...