Il Dipartimento di Ricerca costituiva l'organo più cruciale dopo il Consiglio dei Vertici. Ogni grande città ospitava il suo, suddiviso in vari reparti che spaziavano attraverso tutte le possibili branche della matematica e della fisica. In questo luogo, automi e umani collaboravano in armonia per un fine comune: trovare risposte ai quesiti più ardui, sperimentare nuove tecnologie, ma soprattutto contrastare l'avanzata di Guy e dei dissidenti verso la conquista di Vertex. A seguito della sua ricostruzione, il Dipartimento di Whitebread era il più grande e avanzato al mondo, persino più di quello della Capitale.
Da un corridoio del reparto Analisi Dati Matematici, un automa corpulento avanzava furtivo con delle merendine in mano e una carta di plastica tra i denti. Giunse così in una sala di analisi dei dati, che ospitava un supercomputer collegato al VDB, Vertex Universal Database, e bussò nove volte con la sua mano goffa sulla porta.
«Non dirmi che ce l'hai in bocca...» Aprì un ragazzo mingherlino, con una smorfia di disgusto. «Almeno è quella giusta, spero.» Si sedette sulla sua poltrona girevole e strisciò il suo palmo sulla plancia dei comandi. Una luce verde soffusa irradiò le pareti della sala buia.
«L'ho presa dal capo reparto, No. 89!» Il più robusto si tolse la scheda inzuppata di saliva e gliela consegnò. No. 89 la pizzicò disgustato con le dita e la posò sulla tastiera tattile. Nuovi comandi apparvero sul monitor.
«Bene, l'ha accettata.» Fece scrocchiare le dita tra loro, avvolte nei suoi guanti di pelle scura.
«E se ci scoprisse?» L'altro automa aveva un brutto presentimento sull'intera faccenda. Il suo compagno dimostrava notevoli abilità nel penetrare i sistemi più ostici, ma quelle del loro creatore superavano di gran lunga le sue. Avrebbe scoperto presto il mistero di chi avesse violato la sicurezza del Dipartimento.
«Non può sapere cosa stiamo facendo. Ho già pensato alla videosorveglianza della sala e al computer.»
«Hai creato una zona demilitarizzata, spero.»
«Puoi dirlo forte, No. 87.»
Le dita di No. 89 scorrevano fulminee sul piano illuminato, mentre spostavano finestre e ologrammi sospesi nello spazio. In questo modo, il ragazzo artificiale ricostruiva una stringa di numeri e lettere, ovvero il codice d'accesso necessario allo scopo.
«Puoi andartene. Il tuo incarico è finito per oggi.» Indicò la porta al suo compagno, dopodiché si stiracchiò sulla poltrona in attesa che il sistema completasse il lavoro. «E ora vediamo cosa combinano le ragazze.»
Accanto alla finestra di decifrazione, comparvero i video in diretta dell'intero sistema di sorveglianza del Dipartimento. Diede una rapida occhiata attorno sospettoso e poi toccò una barra sul touch screen, così da ingrandire il video della sala allenamenti del corpo di difesa, allestita con pareti imbottite e vari tipi di armi, riposte in armadietti trasparenti ai lati della stanza.
No. 5 e un altro automa femminile sembravano intente a parlare di qualcosa. «Non lo so...» Mormorava la prima all'altra ragazza artificiale. «Ho avvertito molta ansia, davanti tutta quella gente strana!»
«L'ansia fa parte delle nostre emozioni; è normale provarle.» La compagna ripose nel suo armadietto un bastone d'acciaio e varie protezioni metalliche, un po' ammaccate dai vari combattimenti, spesso molto intensi.
«E poi si prendevano gioco del Vertice come se non lo ritenessero all'altezza. Non capisco, lui è il nostro creatore! Come possono dubitare di lui, se ha creato noi?»
«Gli umani non hanno rispetto nemmeno per loro stessi. Non pensarci.» L'automa più diffidente aprì la porta della sala con una chiave elettronica e lasciò No. 5 a parlare da sola, senza mostrare la minima compassione. «E ora scusami, ma ho da fare. Ci vediamo dopo.»
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Vertices
Science Fiction2027, la Terra è unita sotto il segno di Vertex, un élite di luminari, chiamati Vertici, che decide le sorti del mondo per la popolazione. Il suo capo, il Vertice Principale Matthew, presenta la nuova generazione di automi, androidi ad alta fedeltà...