Arrivavano da tutti gli angoli del globo per assistere alla cerimonia organizzata dal Dipartimento di Ricerca. Vertici, ricercatori, matematici, fisici, biologi, giornalisti. Erano tutti lì, impazienti di assistere al convegno di presentazione di inizio anno.
Uomini e Macchine, recitava così un manifesto all'entrata dell'aula magna. Un benvenuto al futuro, alla nuova alleanza per il progresso dell'umanità, nel nome della tecnologia e della scienza.
La sala conferenze, gremita fino all'ultimo spalto, assumeva la forma di un imbuto con il palco al centro, dominato da una cabina dotata di microfono. Gli studiosi discutevano a bassa voce in attesa di vedere qualcosa.
Finalmente, i riflettori accesero il palco. Quattro ballerini incappucciati iniziarono a scatenarsi con movimenti energici, balzi e scatti, al ritmo di una musica elettronica, nelle loro felpe grigie e verdi. La reazione confusa degli scienziati non si fece attendere: erano venuti per aggiornarsi sulle novità annuali del Dipartimento di Ricerca, ma invece si erano ritrovati ad assistere a un inaspettato saggio di danza.
Alla fine della coreografia, sul retro dei ballerini esplosero alcuni fuochi d'artificio e una grande insegna verde accecò gli sguardi di tutti con il nome della più importante organizzazione governativa presente sul pianeta Terra: Vertex. Di fronte a tale performance, i ricercatori regalarono un lungo applauso all'imprevista fusione di scienza e spettacolo a cui avevano partecipato.
Attraverso una porta di servizio dietro la cabina, fece la sua entrata un giovane dalla figura esile e dal volto delicato. Camminò sul pavimento di legno con le mani nelle tasche e un sorriso deciso. Si preparò ad affrontare il pubblico con un gesto distratto sulla chioma bruna e ispida, dopodiché si schiarì la voce. Una schiera di telecamere e riflettori puntava dritta su di lui. Pizzicò il colletto elastico del dolcevita nero che copriva un collo scarno.
Diede poi alcuni colpetti al microfono con il suo indice affusolato. «Funziona questo?» Pronunciò un po' nervoso. Un fragore di applausi e fischi gioiosi si levò in risposta.
«Benvenuti all'inaugurazione del nuovo Dipartimento di Ricerca Vertex di Whitebread.» Fece un breve inchino del capo. «Sono il Vertice Principale Matthew. Capo del Consiglio dei Vertici, nonché il direttore del Dipartimento di Ricerca di Vertex, che poi sarebbe questo posto. Spero che l'introduzione vi sia piaciuta. Sapete quante prove hanno fatto questi ballerini? Zero. Perché loro sono automi.»
A turno, ognuno di loro si levò il cappuccio, mostrando una chioma color ghiaccio. I loro occhi grigi e vitrei scintillavano tra le luci verdi e bianche della sala. La rivelazione lasciò il pubblico a dir poco sconcertato. Avevano appena assistito a una dimostrazione delle capacità surreali di quelle macchine perfette e non se n'erano per niente accorti.
«Potete andare.» Matthew congedò il corpo di ballo con un battito di mani. Gli automi si inchinarono in gruppo tra gli applausi, prima di uscire di scena dalla porta di servizio.
Mandò giù un sorso d'acqua e cambiò tono. «Come tutti ricordate, dieci anni fa, una tremenda catastrofe ha segnato in modo indelebile il destino del nostro pianeta, e forse anche dell'intero universo. La Torre Vertex sorgeva proprio qui, al posto dell'edificio dove siamo riuniti tutti noi. Quel tragico evento non solo ha distrutto il centro più importante di ricerca al mondo, ma ha portato via anche molte persone a me care, tra cui la mia migliore amica e il Vertice Albert. C'ero anch'io all'interno della torre, quella volta. E a quanto pare, sono uno dei superstiti...»
Si allontanò dal microfono con un sospiro pesante, il capo abbassato e le mani nelle tasche dei suoi pantaloni bianchi. Un applauso commosso colmò il vuoto, mentre il Vertice raccoglieva i pensieri più positivi in silenzio.
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Vertices
Ficção Científica2027, la Terra è unita sotto il segno di Vertex, un élite di luminari, chiamati Vertici, che decide le sorti del mondo per la popolazione. Il suo capo, il Vertice Principale Matthew, presenta la nuova generazione di automi, androidi ad alta fedeltà...