Camminare per i corridoi del Dipartimento di Ricerca di Whitebread non era mai stato così difficile per No. 89. Quel giorno, aveva notato un certo via vai di scienziati, sia umani che automi. Quando il traffico si faceva più intenso, significava che era in corso qualcosa di importante, come un esperimento al reattore cosmico.
I suoi stivali marciavano rigidi lungo una passerella infinita di vergogna e sensi di colpa. Il patibolo del Vertice lo attendeva alla fine del corridoio, ma prima doveva attraversare il giudizio crudele di una gogna silenziosa in un percorso sempre più stretto, dai soffitti più bassi, man mano che si avvicinava a destinazione.
Ogni volta che incrociava lo sguardo di un suo simile proveniente dalla direzione opposta, un brivido aspro raschiava le sue vertebre d'acciaio. Arrivò quindi un altro sguardo e poi altri occhi dritti nelle sue iridi grigie. Un cenno della bocca di un altro ragazzo artificiale diede il colpo di grazia alla sua pazienza.
Da quando, quegli stupidi automi avevano il potere di leggere nei suoi loschi pensieri? Perché lo fissavano tutti? Che qualcuno li avesse visti?
Lo giudicavano tutti coi loro occhi vitrei e incuriositi. Perché lui aveva sbagliato, si era abbassato a un istinto umano, quasi animale. Una debolezza inaccettabile ma gradevole. Il guaio, infatti, era che non aveva nessuna intenzione di pentirsi dei propri peccati.
Aveva avuto solo un assaggio di quel piacere proibito e ora non riusciva a staccarsi dal pensiero di volerne ancora e ancora. Le immagini dei momenti trascorsi con lei continuavano a rimbalzare senza sosta nel suo processore. La gola si chiudeva davanti al ricordo di baci gustosi, mani tra i capelli, sospiri e carezze, in un turbine di passione.
Osservò No. 2 per un breve istante. Procedeva dritta senza il minimo turbamento in viso. Non sembrava la stessa persona che aveva visto nel vicolo. Era tornata a essere la fredda macchina da guerra di sempre, nata per eliminare la parte sbagliata della specie umana, a scapito della propria umanità.
«Noi due non abbiamo mai fatto niente.» Cercò di ripararsi dagli sguardi indiscreti col capo basso. «Matthew e No. 87 non devono assolutamente sapere nulla di quello che è successo tra di noi.» Un lamento gli strozzò la gola, seguito da un goffo tentativo di raddrizzare la voce. «Prometti di non dirlo a nessuno, intesi?»
No. 2 sbuffò con una mano sugli occhi. Le moine di No. 89 erano come un fiume in piena, impossibile da arginare. Qualsiasi tentativo di convincerlo del contrario sarebbe stato vano. In ogni caso, il loro segreto sembrava al sicuro, almeno da parte sua. Una situazione paradossale, quasi comica, se ci si soffermava a pensarci: a chi altri lo avrebbe potuto rivelare, se No. 2 riusciva a esprimersi a voce solo con lui e Matthew?
«Parli del diavolo e spuntano i riccioli.» Indicò il fondo del corridoio con un cenno del mento.
Non appena No. 89 incrociò il volto infastidito del suo creatore, scattò sull'attenti in un impacciato saluto militare.
«Si può sapere dove vi eravate cacciati?» Il Vertice li aspettava davanti alla porta della sala allenamenti con le mani in tasca, impaziente. «È da un'ora e mezza che sto qui impalato, sapete?» Picchiettò un indice sul quadrante del suo orologio da polso. «Non mi aspettavo un ritardo del genere. Soprattutto da parte tua, No. 2.»
«Ehm... non è suonata la sveglia!» Le ginocchia del ricercatore non smettevano di tremare davanti alla sua figura in bianco e nero. «Ho cercato in tutti i modi di farla svegliare, ma quando No. 2 dorme, non sente neanche le bombe atomiche!»
Matthew arricciò le sopracciglia con fare sospetto. Il resto del discorso gli sfuggì dalla mente, quando si accorse di un dettaglio nuovo nei due automi. Si scambiavano uno sguardo intenso, senza dire nulla. La sua presenza impediva loro di esprimersi come volevano, per qualche motivo sconosciuto.
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Vertices
Science Fiction2027, la Terra è unita sotto il segno di Vertex, un élite di luminari, chiamati Vertici, che decide le sorti del mondo per la popolazione. Il suo capo, il Vertice Principale Matthew, presenta la nuova generazione di automi, androidi ad alta fedeltà...