Passarono circa quindici giorni dopo quell'episodio. No. 89 si sentiva ancora confuso riguardo alla sua reazione. Non voleva sentirsi responsabile di quanto accaduto e sapeva bene di non essere stato progettato per il combattimento; non poteva cambiare la sua natura. Tuttavia, sperava di non diventare un peso per No. 2 e di non essere guardato con disprezzo a causa della sua incapacità di maneggiare armi.
«Lo sai com'è fatta.» Matthew cercava di consolarlo dal terminale di comunicazione del suo computer. «No. 2 non si fida di nessuno, neanche di me. Devi essere paziente, tanto quanto lei deve imparare a esserlo con te.»
«Come mai non si fida di lei?» No. 89 provò a sondare il terreno nella speranza di scoprire qualche informazione in più sulla ragazza, attraverso il suo creatore. «Lei è il padre di tutti gli automi!»
Il Vertice distolse gli occhi dal video. «Non me lo ha mai voluto dire.» La voce suonava più rigida del solito, un comportamento inusuale da parte sua.
«Ma sono sicuro che si fida di te.» Recuperò poco dopo il suo viso solare con un sorriso sincero. «Sei l'unico automa con cui riesce a parlare senza sforzi.»
«Forse ha bisogno di tempo per aprirsi...» No. 89 sospirò, sconsolato. «Spero solo di non essere un peso per lei...» Mugugnò con una mano sulla fronte.
«Sei molto più talentuoso di quanto immagini, No. 89. Grazie a te, il Dipartimento di Ricerca sta sviluppando un nuovo sistema di videosorveglianza più difficile da penetrare.»
«Tanto riuscirò a bucarlo lo stesso.» Commentò scherzoso l'automa.
«Ho sempre ammirato chi va contro il sistema. Senza di quelli come te, non ci sarebbe il progresso.» Matthew strinse le palpebre con aria di sfida, prima di scomparire dal terminale.
No. 89 si addossò allo schienale della poltrona, sbuffando. «E ora come faccio...?» La situazione con No. 2 lo tormentava. Avrebbe tanto voluto risolvere quel malinteso, ma come? Non avrebbe potuto chiederle scusa per qualcosa che non conosceva. Era tutto così complicato.
Un suono distante lo tirò fuori dal mare di preoccupazioni in cui il suo processore stava sprofondando. Sentì bussare nove volte alla porta del suo ufficio. Si alzò di scatto e avviò il programma per controllare le telecamera di sicurezza del corridoio esterno.
Contro ogni aspettativa, comparve No. 2 riflessa sul monitor, in piedi davanti alla porta del suo piccolo ufficio, spogliata della sua armatura e vestita con la sua divisa grigia e bianca. Doveva aver terminato i suoi allenamenti da poco.
No. 89 non poteva crederci. Davvero era lì per lui? Non poteva aver sbagliato ufficio. Aveva persino imparato il saluto in codice del suo gemello, un dettaglio che non poteva sfuggire alla sua attenzione.
«Entra pure, No. 2!» Esclamò, la voce gli tremava appena. «Perdona il disordine, non pensavo di ricevere visite a quest'ora!»
«Quindi lavori qui.» Lei attraversò l'uscio dello stanzino con cautela, cercando di non fare rumore mentre si muoveva nell'oscurità parziale. Le uniche luci, provenienti dal monitor e dagli strumenti sul tavolo, riducevano il ragazzo a una sagoma senza spessore.
«Non è un granché, lo so.» No. 89 si toccò la nuca, senza ancora voltarsi. «Senti, mi dispiace che tu mi veda come un peso e non come un partner, No. 2. Dobbiamo riuscire a collaborare per il bene di Vertex e capisco che non è semplice se ci conosciamo a malapena.»
«Sono io che devo scusarmi per averti trattato in quel modo.»
Il ricercatore si girò di scatto verso di lei. «Davvero?»
No. 2 lasciò che fosse il suo sguardo pentito a parlare per lei. Era singolare vederla in quello stato. Forse, No. 89 si trattava dell'unica persona ad averla mai vista così vulnerabile.

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Vertices
Ficção Científica2027, la Terra è unita sotto il segno di Vertex, un élite di luminari, chiamati Vertici, che decide le sorti del mondo per la popolazione. Il suo capo, il Vertice Principale Matthew, presenta la nuova generazione di automi, androidi ad alta fedeltà...