Atto XXIII

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Violet's Pov
La sorte era davvero ironica. Insomma, io ero una maga, nelle mie vene scorreva sangue magico e l'unico tempo in cui i maghi, o le streghe, com'erano soprannominate in quell'epoca, non avrebbero mai voluto vivere era solo uno. Il Medioevo.

Non sapevo tanto di questo periodo storico. Avevo intuito che i simboli presenti sulla porta da cui eravamo passati rappresentavano quell'epoca.

Ci trovavamo in un antico castello medievale. Le pareti erano di pietra fredda, delle fiaccole illuminavano debolmente i corridoi rendendo l'ambiente poco luminoso. Sulle pareti c'erano affreschi sbiaditi che raccontavano storie antiche, mentre il silenzio inquietante avvolgeva l'aria. La porta alle nostre spalle scomparve e con essa la possibilità di fuggire dalle mura del castello.

Eravamo in una grande stanza che poteva contenere almeno cento persone. Dall'altra parte, proprio di fronte a noi, c'era una porta in legno massiccio. Hunter tentò persino di aprirla, ma senza successo.

"È ovvio che non si apre. C'è un motivo per cui siamo qui e non all'uscita del labirinto" commentai in tono cinico, beccandomi una sua occhiataccia.

Qualunque cosa sia successa il giorno precedente, era stata cancellata alle prime luci dell'alba.

Ignorai Hunter e le occhiate di fuoco che mi stava lanciando ed iniziai a cercare qualsiasi cosa potesse essere la soluzione all'enigma di questa parte del quarto livello. Wyatt mi aveva spiegato che la seconda parte era divisa in sette stanze con sette enigmi da risolvere. Ovviamente il mago non aveva accennato di più, se non la tipica frase: <<sei abbastanza intelligente per trovare le sette soluzioni da sola.>>

Peccato che sia lui quello poco intelligente ad non essere riuscito ad uscire dal labirinto in tempo.

"Ho trovato qualcosa" disse Hunter che si trovava alle mie spalle.

Mi voltai vedendo una tavola di pietra con dodici sedie intorno, proprio dietro ad un arazzo. Mi avvicinai vedendo che ogni sedia aveva un nome inciso. Erano nomi strani e che non conoscevo. Tutti iniziavano con Sir. tranne uno, Re Artù. Sapevo che prima della Grande Società il mondo era governato da sovrani, ma un Re di nome Artù non l'avevo mai sentito.

"Ogni sedia ha una fessura" notai ad alta voce, facendo girare Hunter nella mia direzione.

"Una fessura della stessa misura di una spada" continuò, dopo aver osservato la fessura stretta.

"Ci sono dodici sedie ed ognuna di queste ha una fessura, quindi qua da qualche parte ci dovrebbero essere dodici spade" ragionai, guardandomi intorno alla ricerca delle spade.

Per la trecentesima volta nella giornata mi trovai a maledire Wyatt e il suo essere misterioso nelle risposte.

Tutti e tre iniziammo a cercare, in ogni angolo della stanza, le spade, ma dopo aver setacciato per la seconda volta la stanza senza successo, ci arrendemmo.

"Dove diavolo sono?" borbottai prendendo posto sulla sedia di Re Artù, mentre sentivo i miei occhi farsi sempre più pesanti per la stanchezza.

Non dormivo da giorni e anche se nelle mie vene scorreva sangue magico, avevo dei limiti.

"Di sicuro non dietro alle tende che hai controllato ben otto volte nel giro di un'ora" Hunter si sedette di fronte a me prendendo posto nella sedia di un certo Sir Lancillotto.

"Almeno sappiamo che non si trovano negli arrazzi che hai spostato cinque volte" usai il suo stesso tono di voce lanciandogli un'occhiata di fuoco.

"Oppure dietro ai mobili che hai trascinato in tutta la stanza per sette volte" ricalcò la dose a denti stretti.

SOLDATI DI CRISTALLO.                          IL LABIRINTO DI HEGROVE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora