Capitolo Uno

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Il locale era affollato, la gente sembrava sbucare dal nulla in continuazione, spintonandola e stringendola in una morsa di corpi agitati  e sudati. Le mancava il respiro. Odiava quel tipo di serate, ma la sua amica Amber aveva insistito che quello era il locale più in di Monaco e che dovevano assolutamente andarci prima che tornasse a Los Angeles. Era da tanto tempo che non si vedevano e quindi, seppur controvoglia, si era fatta convincere. Certo, Amber non le aveva detto che con loro ci sarebbero state altre dieci persone, ma ormai era lì, che poteva farci? Ora però si pentiva della sua decisione. Il caldo era soffocante, la musica assordante e i drink troppo annacquati perché smettesse di fare caso alle due cose precedenti.

«Amber, io esco a prendere una boccata d'aria.»

«Aspetta! Stanno arrivando gli shots.»

Disse sbracciandosi per attirare l'attenzione del cameriere che arrivò al tavolo con il vassoio costellato di bicchierini pieni di liquido trasparente. Ne contava almeno una quindicina. Mani si fiondarono ad afferrarli, comprese quelle affusolate e complete di unghie laccate fucsia di Amber, che le porse non uno, ma due bicchieri.

«Per il viaggio verso la terrazza» le disse facendole l'occhiolino.

«Cosa hai ordinato?»

«Tequila baby!»

Fece una smorfia allontanando gli shots incriminati ancora nelle mani dell' amica.

«Offro io, non puoi rifiutarti!» disse sfoderando un broncio da bambina di quattro anni, con tanto di labbro tremulo e sopracciglia corrucciare.

«Sai che la tequila non mi piace... sa di piedi...»

«Allora bevi velocemente, su su!»

Inutile dire che la velocità servì a ben poco se non a farle girare più vorticosamente la testa, il saporaccio era lo stesso di sempre. Amber sarebbe stata capace di farle ingoiare quella tequila con la forza se non la avesse bevuta di sua iniziativa. Era già capitato in effetti. Brutta storia.

Mentre avanzava verso le scale che la avrebbero condotta alla tanto agognata aria fresca della terrazza, intravide il motivo di tutta quella gente nel locale. Nella zona VIP erano infatti seduti allo stesso tavolo, straripante di alcolici, tre fra i più famosi e popolari piloti di Formula 1: Lando Norris, Charles Leclerc e Max Verstappen. Sembravano tutti e tre parecchio su di giri, forse troppo, soprattutto Max. A vederlo così, arrossato e sorridente, sembrava quasi un ragazzo normale, uscito con gli amici per divertirsi e prendersi una sbronza, e non il tre volte Campione del Mondo glaciale e infallibile che tutto il mondo conosceva. Non lo aveva mai visto così, se non in qualche video di Instagram diffuso da Daniel Ricciardo. Le venne da ridere vedendolo muoversi incerto per afferrare un bicchiere, poi i loro sguardi si incontrarono. Un brivido le corse dalla nuca lungo tutta la spina dorsale. Non era sicura però che quegli occhi velati la vedessero veramente. Distolse lo sguardo e si avviò verso le scale, sentendosi improvvisamente andare a fuoco... Doveva essere la tequila che faceva effetto... aveva bisogno di aria.

Subito.





La temperatura non era troppo gelida per essere Gennaio, anzi, con la giacca che saggiamente si era ricordata di prendere dal guardaroba, stava proprio bene là fuori, lontana dal caos. Su quella terrazza c'erano solo lei, una coppia intenta a sbaciucchiarsi e un gruppetto di fumatori, ma presto rimase sola con i suoi pensieri. Dopo essersi assicurata di essere davvero sola si concesse un piccolo urlo di gioia e un grande sorriso. Il motivo: due giorni dopo sarebbe partita per Brackley, nel Regno Unito, dove avrebbe firmato un contratto di un anno, con possibilità di proroga, come pilota di riserva per Mercedes. Ancora non le sembrava vero. La sua carriera in Formula 2 sembrava ad un punto morto, mai destinata a decollare in realtà, era stata relegata dal suo team a compagna di squadra e mai a pilota vincitore, e con new entry sempre più giovani a contendersi gli stessi ambiti sedili in F1, il suo tempo sembrava ormai stare per scadere. Per quella incredibile opportunità doveva ringraziare Susie Wolff che aveva convinto suo marito Toto a darle un'opportunità per entrare finalmente nella categoria regina. Se fosse andata bene, se si fosse dimostrata un pilota valido tanto nella sua stagione quanto di supporto e utilità alla squadra, forse avrebbe potuto ottenere un sedile in Williams per l'anno successivo. Era davvero grata alla madrina della F1 Academy per aver creduto in lei, anche se era pienamente consapevole che la sua posizione lì era frutto di una studiata strategia di marketing per raccogliere consensi e sponsor impegnati nelle battaglie femministe, probabilmente non avrebbero mai scelto una donna come pilota di riserva, per di più inesperta, se non fosse loro convenuto.

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