Capitolo Due

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Arrivati a casa di lui l'elettricità che si era creata tra loro su quella terrazza sembrava essersi dissipata lasciando spazio ad un muto imbarazzo. Era palese che nessuno dei due fosse solito a questo genere di cose. Cosa le era saltato in mente? Più passavano i minuti, più quella che aveva preso le sembrava una pessima decisione. Proprio pessima. La sua parte razionale aveva ragione, e lei era stata stupida a non ascoltarla. Ora avrebbe trovato una scusa per andarsene, avrebbe preso un taxi che la avrebbe portata direttamente in hotel e si sarebbe fatta una bella dormita dimenticando tutta questa storia. Con un pò di fortuna lui avrebbe fatto lo stesso. Si. Avrebbe fatto così.

«Ti andrebbe di bere qualcosa?»

«Si, grazie.» Stupida. Aveva risposto senza pensare. «In realtà io dovrei...»

«Sai giocare a Poker?»

La domanda la colse di sorpresa.

«Non sono molta brava nei giochi d'azzardo, ma conosco le regole.»

«Nemmeno io sono particolarmente bravo. Chi perde beve?» e le allungò un bicchiere mezzo pieno di liquido ambrato.

Avrebbe dovuto dire «No. No, grazie.» E andarsene in fretta. Ma ovviamente non lo fece.

«Andata.»

Le prime due mani furono un totale disastro per lei e dovette ingurgitare due di quei bicchieri ambrati. Il sapore era un pò forte per i suoi gusti, ma si senti la testa incredibilmente leggera e il calore che sprigionava in gola era piacevole. Il suo spirito competitivo prese il sopravvento e forse la fortuna cominciò a girare dalla sua parte perché riuscì a vincere per quattro volte di seguito prima di ingurgitare un nuovo bicchiere. Parecchie mani e una bottiglia e mezza dopo erano entrambi completamente ubriachi. Si sentiva leggera, non un pensiero le attraversava la mente se non quale carta tenere o scartare. Il suo cellulare si era messo a squillare un paio di volte, ma lei non aveva risposto. Anche quello di Max aveva squillato, diverse volte, ma nemmeno lui vi aveva dedicato attenzioni. Le faceva male la faccia, rideva in continuazione, e lui con lei. Erano sempre state così sexy quelle rughette che gli si formavano intorno alla bocca quando sorrideva?

«Ho vinto!» urlò con entusiasmo e un'espressione compiaciuta gli si dipinse sul volto arrossato dall'alcol.

Le toccava bere di nuovo. Non che la cosa le dispiacesse particolarmente. Certo, nei giorni successivi avrebbe dovuto fare tanto di quell'esercizio per smaltire quella roba, ma ehi, era un problema della lei del futuro, la lei di ora si stava divertendo. Allungo la mano per prendere il bicchiere, fallendo nell'intento. Era andata troppo a destra. Al secondo tentativo andò meglio e fece per portarsi il bicchiere alla bocca quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui. Snap. Quel poco di cervello che le era rimasto si era perso in quello sguardo d'acqua. Si vide sfilare il bicchiere dalla mano e poi lo vide protendersi verso di lei. Fece lo stesso. Pessima decisione. Prima delle loro labbra, furono le loro fronti a scontrarsi.

«scus...» cercò di dire, ma la bocca di lui catturò l'ultima sillaba in un bacio più intenso di quello che si erano scambiati sulla terrazza, più feroce, più sensuale.

Era desiderio allo stato puro. Il suo corpo era scosso da scariche incontrollabili di elettricità e dentro di se andava crescendo un calore che solo lui avrebbe potuto placare. Era già stata con un uomo, quello non era il suo primo rodeo, come si suol dire, ma l'intensità di quelle sensazioni era una novità. Una piacevole e pericolosa novità. Era sbagliato, non avrebbe dovuto spingersi così in là, specie ora che non aveva il pieno controllo di se, ma ormai era troppo tardi per fermarsi. E lei non voleva fermarsi. Oh no.

Il bacio si interruppe quel tanto che bastava perché si potessero alzare dal divano senza cadere, poi il contatto riprese. Senza mai staccarsi raggiunsero la camera da letto. Aveva urtato parecchi spigoli e mobili, il giorno dopo le sarebbero comparsi dei lividi, ma non le importava granché.

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