Capitolo Ventiquattro

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Entrò nel ristorante e individuò subito il gruppo.

«Ciao a tutti. Scusate il ritardo» disse avvicinandosi.

«Andrea! Nessun problema, vieni, siediti qui!» esclamò Daniel battendo sulla sedia vuota tra lui e Yuki.

«Grazie. Avete già ordinato?»

«No non ancora, Lando qui non riesce a decidersi.»

«Ottimo» disse cominciando a sfogliare il menù. «Qualche consiglio su cosa prendere?»

«Prima volta in Messico?» le chiese Checo.

«Si.»

«Allora dovresti proprio provare questo» disse indicandole un piatto sul menù.

«Se invece non ti piace il cibo piccante ti consiglio questo, è quello che prendo anche io» le disse sorridendo Carola, sua moglie, indicandole un'altra specialità.

Ricambiò il sorriso e decise di accettare il suo consiglio.



«Avevi ragione, è davvero buono!» disse rivolta a Carola dopo aver assaggiato un boccone del suo piatto. Lei le sorrise di rimando.

«Fa assaggiare!» esclamò Daniel lanciandosi verso il suo piatto armato di forchetta.

«Non ci provare!» si difese sfoderando il coltello, suscitando l'ilarità del gruppo. 

Anche Max davanti a lei ridacchiava ma nel suo sguardo c'era qualcosa di diverso... Era forse geloso? Per quello stupido scambio tra lei e Daniel? Cercando di non farsi notare allungò la gamba sotto il tavolo, arrivando con il piede a sfiorare quella di lui, che sobbalzò leggermente per la sorpresa. Sentì dipingersi sulla sua faccia un sorrisetto compiaciuto mentre continuava a stuzzicare Max, lui nel frattempo faceva di tutto per rimanere impassibile e dissimulare.

«Allora Andrea, com'è guidare la macchina di Lewis?».

Era stato Carlos a farle la domanda.

«Devo dire niente male. Potrei quasi abituarmici.»

«Ne ero sicuro. Scommetto che l'anno prossimo sarai ufficialmente dei nostri.»

«Sarebbe fantastico. Prima però mi aspetta la gara di domani e so già che sarà tosta.»

«Vedrai che te la caverai alla grande.»

Era davvero incredibile come fossero tutti gentili e incoraggianti nei suoi confronti nonostante la conoscessero da pochissimo tempo.

«Grazie Carlos.»



Rientrata in hotel si sentiva piuttosto leggera, forse aveva esagerato con il vino, ma niente che una buona dormita non potesse sistemare. Max era con lei. 

«Sai, hai propria una bella faccia tosta.»

«Ah si?»

«Si. Prima fai tutta la carina con Daniel, ci giochi, ci scherzi e poi, di nascosto sotto il tavolo mi stuzzichi e mi provochi.»

«Quale terribile comportamento da parte mia... Povero Max.»

«Infatti, povero me.»

«E dimmi, come potrei mai farmi perdonare da te?»

«Ho giusto un paio di idee...» dal suo tono era piuttosto palese cosa avesse in mente e lei aveva tutte le intenzioni di assecondarlo.

«Sono tutta orecchie.»

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