Capitolo Sei

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Le due settimane che la separavo dal Gp d'Australia trascorsero velocemente tra un'impegno e l'altro. I risultati che aveva ottenuto nelle prime due tappe del mondiale avevano suscitato l'interesse di molti nei suo confronti, persino della stampa che, anche dopo il suo ingresso in Mercedes, non le aveva mai dedicato grandi attenzioni. Si erano fatti avanti anche alcuni possibili sponsor disposti a finanziare la sua carriera in F1, Gabry era al settimo cielo e lei pure. Ma non si faceva illusioni, quella gente voleva risultati e lei avrebbe fatto di tutto per darglieli. Sfortunatamente per lei quel weekend riuscì a portare a casa solo un magro bottino di 11 punti. Come in Arabia Saudita nelle qualifiche aveva sacrificato la Sprint in favore della gara della domenica che però non era andata come aveva sperato. Un pit stop troppo lungo le aveva fatto perdere posizioni e la safety car, entrata qualche giro dopo, aveva favorito quelli che avevano ritardato la sosta. Compreso Roman.

«Non rimuginarci troppo sopra. Sei stata grande, hai solo avuto sfortuna.»

Aveva sorriso a Lewis. Era grata per le sua parole, ma non la aiutavano granché a sentirsi meglio.

«C'è qui qualcuno che, sono sicuro, ti farà sentire meglio.»

«Roscoe!»

Il bulldog del pilota era spuntato da dietro il padrone scodinzolando e fiondandosi verso di lei. Quel cane la adorava, letteralmente. Ed eccolo lì, pancia all'aria e lingua a penzoloni in attesa di coccole. Non era una da cani, sbavavano troppo, ma non poteva resistere a Roscoe. Cinque minuti con lui e già si sentiva meglio.

«La pet therapy funziona sempre, grazie Lewis.»

«Ma figurati.»

«E grazie Roscoe.»

Per tutta risposta lui abbaiò contento, suscitando risate. Lewis le mise un braccio attorno alle spalle. Il gesto la colse di sorpresa, ma guardando l'inglese non vide malizia.

«Andiamo, devo iniziare a prepararmi e ho bisogno di una mano.»

Stretti in quella specie di abbraccio, con Roscoe al seguito, si avviarono verso la motorhome. I suoi pensieri erano però già rivolti verso la prossima gara.



Adorava il Giappone, era un paese meraviglioso. Il cibo era buonissimo, la cultura era affascinante e così diversa da quella europea, e le persone erano qualcosa di unico al mondo. Era arrivata lì direttamente dall'Australia il mercoledì dopo il gp e aveva passato la settimana a visitare le tipiche attrazioni da turista. Gabry ovviamente era con lei. Lo aveva persino trascinato a Tokyo Disneyland dove si erano divertiti entrambi come matti. Il giovedì era arrivata al circuito di Suzuka accompagnata da un coro di urla. A quanto pare aveva parecchi fan in Giappone. Incredibile. Quel weekend non avrebbe corso, la prossima tappa della F2 sarebbe stata a metà maggio, eppure sentiva l'elettricità attraversarle il corpo e l'adrenalina salire come se si fosse dovuta mettere al volante. Nonostante fosse libera dai consueti impegni pre-gara, la sua agenda per quei giorni era parecchio piena. Oltre a sessioni di allenamento, doveva dedicarsi a tutta una serie di attività collaterali per sponsor e social. Non erano esattamente il suo pane quotidiano, interviste e apparizioni pubbliche la mettevano spesso a disagio, ma doveva sforzarsi, doveva farsi conoscere ed apprezzare, doveva, per citare Gabry, "vendere il suo brand" e il suo brand era lei.

E lo stava vendendo eccome il suo brand. Aveva appena finito di girare una quindicina di contenuti per Tik Tok, tra cui due balletti, insieme ad alcuni influencer locali. Era esausta. Le piaceva ballare, ogni tanto lo faceva per allenarsi, ma quei ragazzi erano decisamente su un altro livello. Sicuri che fossero umani?

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