Capitolo Ventitré

167 9 0
                                    

Arrivata all'Autodromo Hermanos Rodriguez si sentiva di pessimo, pessimo umore. Era già da qualche tempo che si sentiva così, ma quel giorno era veramente nera. Si era sforzata di sorridere ed essere carina con gli ingegneri Mercedes che la stavano aiutando, ma non appena erano finite le prove libere aveva tagliato la corda il più in fretta possibile per non essere costretta a socializzare. L'aspettativa per il finale di stagione stava cominciando a farsi sentire e non poteva fare a meno di avvertire sempre più la pressione riguardo al suo futuro. A contribuire al già gigantesco ammontare di stress c'era anche la pausa forzata dalla pista, una tortura che stava mettendo a dura prova i suoi nervi. E quella fottuta tesi poi. Quando mai le era venuto in mente di laurearsi!?

«Perché?!» esclamò sconsolata e allo stesso tempo frustrata guardando i fogli di appunti che aveva raccolto quella mattina. Era tentata di appallottolarli e cacciarseli in bocca ma la cosa la avrebbe fatta sembrare una pazza, perciò evitò.

«Non avevano la camomilla, così ho optato per un frullato, magari un pò di zuccheri riusciranno ad addolcirti» disse Gabry poggiando sul tavolino di fronte a lei un bicchiere trasparente pieno di liquido arancione scuro.

«Ah ah, simpatico» e bevve un sorso. Era dolcissimo, ma che roba era? Non riuscì a trattenere una smorfia.

«Non chiedermi che roba sia, sai che non parlo bene spagnolo. Ho chiesto la cosa più dolce che avessero e loro mi hanno dato quello. Bevi e non lamentarti.»

Obbedì, se si fosse messa a discutere la situazione avrebbe potuto degenerare e non aveva certo bisogno di altre fonti di stress in quel momento. Gabry si mise dietro di lei e cominciò a massaggiarle le spalle.

«Come è possibile che tu sia così tesa Andrea? Non devi nemmeno correre questo weekend...»

«È proprio questo il problema» esclamò sconsolata. «Questa inattività forzata mi sta uccidendo... e poi c'è il mondiale in ballo, e il contratto con Mercedes... e questa maledetta tesi... Perché non mi ha fermata Gabry? Perché non mi hai impedito di iscrivermi all'università?»

«Come se dirti di non fare qualcosa avesse mai funzionato... Va tutto bene Andrea, è normale che tu sia frustrata e ansiosa, c'è tantissimo in gioco, è vero, ma non sei da sola. Io sono al tuo fianco, e sai che farò di tutto per farti arrivare dove meriti» e le schioccò un veloce bacio sulla testa con fare fraterno.

Per fortuna era davvero tornato quello di sempre e la scenata di qualche settimana prima sembrava ormai lontana anni luce. Una preoccupazione in meno per lei.

«Grazie Gabry.»


Il suo umore era leggermente migliorato dopo la conversazione con Gabry, ma durante le prove libere del pomeriggio, mentre cercava di concentrarsi sui dati mostrati dagli schermi, non riusciva a fare a meno di sentire quel senso di frustrazione crescere sempre di più. Moriva dalla voglia di scendere in pista. Se avesse potuto avrebbe preso a pugni Sargeant per rubargli la monoposto e gareggiare al posto suo. Per quanto la tentazione fosse forte, si trattenne dal farlo. Il destino però doveva davvero avere un curioso senso dell'umorismo.



Sabato mattina venne svegliata dal suo cellulare che squillava senza sosta.

«Pronto?» La voce ancora impastata dal sonno.

«Ben svegliata principessa» la voce di Gabry la investì senza pietà. «È 5 minuti che ti chiamo e busso alla tua porta, potresti aprirmi? È parecchio importante.»

Chiuse la chiamata e si trascinò fuori dal letto. Cosa mai poteva volere?!

Aprì la porta e si trovò davanti la faccia di Gabry con tanto di sorriso a tutti denti.

Tutto quello che voglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora