Capitolo Tredici

186 11 0
                                    

Lei e Gabry avevano deciso di partire quella sera stessa per tornare in Italia. Sentiva il bisogno di passare del tempo con la sua famiglia e loro non vedevano l'ora di riaverla a casa, soprattutto dopo l'incidente. Durante tutto il viaggio non aveva fatto altro che pensare a Max. Aveva il terrore di aver rovinato ogni cosa con lui... Non si faceva illusioni, Max non avrebbe più voluto stare con lei, ma sperava almeno di potergli essere amica. In quelle settimane in cui lo aveva estromesso dalla sua vita le era mancato terribilmente, ma era stata troppo ottusa per ammetterlo e tornare sui suoi passi. Lui aveva ragione, aveva pensato solo a se stessa, aveva agito solo per se stessa, non lo aveva minimamente considerato nella sua decisione e lo aveva ferito. Complimenti Andrea, davvero un'ottimo lavoro.



Aveva passato tutto il mese di pausa con la sua famiglia e i suoi amici. Aveva approfittato delle due settimane di fermo per la spalla per rilassarsi, fare gite fuori porta e soprattutto recuperare quello che non era riuscita a studiare nei mesi precedenti. Le mancavano solo pochi esami per potersi laureare e se tutto fosse andato per il verso giusto avrebbe potuto darli tutti nella sessione di settembre approfittando delle due settimane tra Monza e Baku. Più facile a dirsi che a farsi, era un'agonia dover infilare la testa tra libri di testo ed esercizi di calcolo, in compenso però le permetteva di non pensare a Max tutto il tempo. Continuava a rimuginare su quello che lui le aveva detto, sul suo sguardo ferito, desiderando poter riavvolgere il nastro e tornare indietro, per comportarsi diversamente. Se solo non fosse stata così egoista...  

Dopo le due settimane di immobilità forzata per la spalla, e il via libera dei medici, aveva potuto iniziare un percorso di riabilitazione e riprendere ad allenarsi. La cosa aveva richiesto uno sforzo enorme e assorbito completamente tutte le sue energie, ma alla vigilia del Gran Premio d'Olanda poteva dirsi quasi in forma perfetta e, con ancora un pò di lavoro, sarebbe stata al 100% per Monza.



Il giovedì aveva raggiunto Zandvoort. Nonostante fosse ancora mattina presto, una marea arancione affollava il circuito e l'entusiasmo era palpabile. L'aria era carica di elettricità e si poteva già udire il rombo dei motori riecheggiare tra le dune. Cuffie nelle orecchie, occhiali da sole e cappuccio alzato aveva attraversato il paddock già in pieno fermento diretta al box Mercedes. Si era sforzata di non pensare a Max, ma lì a casa sua era impossibile e passando davanti al box RedBull aveva provato una stretta al petto. Lui non c'era per fortuna, non credeva di poter sopportare la vista del pilota di prima mattina, il suo cuore non avrebbe retto. Doveva concentrarsi su altro. Fortunatamente aveva una missione per quel weekend. Aveva infatti chiesto il permesso a Mercedes di poter raccoglie dati e informazioni utili alla sua tesi e loro avevano acconsentito per cui, munita di tablet e blocco per appunti aveva dedicato tutta la sua attenzione agli ingegneri dimenticando per qualche ora il pilota olandese.

Terminate le prove libere 1 il suo cervello fumava dalla quantità di informazioni che aveva cercato di assorbire, ma doveva rivedere i suoi appunti finchè tutti i concetti erano ancora vividi così aveva cercato un posto lontano dalla confusione e vi si era dedicata. Seduta per terra, circondata da fogli pieni di numeri e grafici, era talmente concentrata da non accorgersi dei passi che si stavano avvicinando di corsa.

«Se ti chiedono di me, di che non mi hai visto!»

Era Daniel Ricciardo, e la aveva spaventata a morte. Era corso a nascondersi all'ombra dell'edificio di fronte a lei e da dietro l'angolo sbirciava in direzione della strada principale come se si aspettasse di vedere sbucare qualcuno da un momento all'altro. E infatti.

«Hai visto Daniel?» le chiese una ragazza con il respiro affannato e la maglietta del RB.

Ricciardo la guardava con occhi imploranti scuotendo la testa.

Tutto quello che voglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora