Capitolo Undici

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In Spagna era andata nel migliore dei modi. Durante la sprint era riuscita a guadagnare, posizione dopo posizione, il terzo posto sul podio mentre invece nella feature aveva difeso con convinzione la sua prima piazza, bloccando ogni tentativo di sorpasso da parte dei suoi avversari. Medaglia d'oro per lei. Ora che erano arrivati in Austria, a Spielberg, l'intero team era in fermento. Aver trionfato nelle ultime due gare aveva senza dubbio fatto bene alla squadra che, esattamente come lei, era affamata di vittorie. Il RedBull Ring era un circuito su cui si trovava piuttosto a suo agio e dove in passato aveva già dimostrato di poter potare a casa buoni risultati, ma la prudenza le aveva sempre impedito di raggiungere il podio. Quell'anno però non ci sarebbe stato posto per la prudenza, quella era per chi aveva qualcosa da perdere, lei invece si stava giocando il tutto per tutto quella stagione, aveva tutto da guadagnare.

Non era riuscita, per un soffio, ad ottenere la pole. Zane Maloney era stato più veloce di lei, ma si sarebbe rifatta in gara, lo sapeva. Prima però c'era la sprint. Puntava al podio, ma risalire dalla nona posizione in poco meno di 30 giri non sarebbe stata una cosa facile. Si sa però, la fortuna aiuta gli audaci, e così, al solo giro 10 si era trovata in quinta posizione grazie ad un incidente che aveva coinvolto diverse auto. Con quasi 20 giri davanti e una safety a ricompattare il gruppo, risalire la griglia fino al secondo posto era stato facile. Certo, si era presa dei rischi non indifferenti e forse neanche necessari pur di effettuare quei sorpassi, ma ne era valsa la pena. Abbracci ed esultanze la avevano accolta quando era smontata dalla sua monoposto.

«Sei stata fantastica!»

Gabry le era corso incontro con entusiasmo ma lei aveva replicato con un secco «lo so» per poi rivolgere la sua attenzione altrove. Si sentiva una merda a trattarlo così, gli voleva bene e sapeva che lui ne voleva a lei, ma ancora non riusciva a perdonarlo per l'accusa che le aveva rivolto. E a proposito di sentirsi una merda, stava anche facendo di tutto per ignorare Max. Dalla Spagna la voce sulla loro possibile relazione si era diffusa a macchia d'olio, attirando l'attenzione dei media e l'ultima cosa che voleva era dare loro conferme, così aveva evitato Max in tutti i modi possibili. Sapeva di non poter continuare così per sempre, prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo, ma in quel momento tutte le sue energie erano concentrate sul vincere, non poteva permettersi di pensare a Max.



«É vero che hai una relazione con Max Verstappen?»

La domanda la colse in contropiede.

«No comment.»

«Sei tu la misteriosa ragazza di Monaco?»

«No comment» era così che le avevano insegnato rispondere quando le domande si facevano scomode e lei non sapeva cosa dire.

«Può spiegarci come hai fatto ad entrare in Mercedes? Max Verstappen c'entra qualcosa?»

Davvero queste erano le uniche domande che sapevano farle? Aveva vinto la sua quinta feature race consecutiva e tutto ciò che interessava loro era sapere di lei e Max.

«Se non ci sono altre domande per me riguardo la gara di oggi o il weekend, direi che qui ho finito» disse alzandosi e andandosene, generando brusio e agitazione tra i giornalisti.

Avrebbe voluto urlare per per la frustrazione, prendere a calci ogni cosa, ma si limitò a stringere i pungi fino a farsi sprofondare le unghie nella carne. Dopo Barcellona, Austria e Silverstone quel giorno era riuscita a trionfare e portare a casa l'oro anche in Ungheria eppure sembrava non contare niente. La sua vita amorosa, sempre che si potesse davvero definire così, sembrava sempre più importante di ogni risultato che riusciva ad ottenere. Che altro doveva fare?! Iniziava persino a serpeggiare la voce secondo cui era riuscita ad entrare in Mercedes solo perché il team puntava a Max per sostituire Lewis Hamilton, e ingaggiare "la sua ragazza" poteva essere una buona mossa per incentivarlo. Le sue peggiori paure sembravo star prendendo forma. Al rendere tutto ancora peggiore, la Williams non aveva più preso contatti con lei o Gabry nonostante i successi che stava collezionando. E nessun'altra scuderia si era fatta avanti. Spa-Francorchamps sarebbe stata la sua ultima possibilità prima della pausa estiva. Doveva portare a casa un'altra vittoria, li avrebbe costretti a guardarla e a riconoscere il suo talento.



Come da copione, la pioggia si riversava a intervalli sul circuito di Spa e questo non aveva certo giocato a suo favore. Complice la sfortuna e un pessimo tempismo, durante le qualifiche non era riuscita a sfoderare un tempo abbastanza buono da ottenere la pole prima che cominciasse a piovere. Si era dovuta accontentare di una quarta piazza. Ma non era abbastanza. Aveva dato tutta se stessa nella sprint e incredibilmente, complice anche un clima meno avverso del giorno precedente, era riuscita a rimontare fino alla seconda posizione. Ma non era ancora finita, mancava la feature race. Il tempo quella domenica però non era in vena di essere clemente. In molti si erano chiesti se fosse sicuro correre in quelle condizioni, sia in F2 che in F1, e si era valutato seriamente di sospendere il Gran Premio, ma alla fine si era deciso di disputare comunque le gare. Indossato il casco stava per salire a bordo della sua monoposto quando Lorenzo le si avvicinò.

«Andrea, devi stare attenta lì fuori» il suo tono lasciava trasparire una nota di preoccupazione.

«Sono sempre attenta.»

«Lo so, ma ultimamente stai facendo manovre sempre più rischiose. Anche ieri hai rischiato di finire fuori pista più volte cercando quei sorpassi. So che sei in gamba e so che vuoi vincere, ma ti prego, sta attenta. L'asfalto bagnato è pericoloso.»

«Ti prometto che starò attenta.» 

Poi aggiunse «ma se avrò un'opportunità, sappi che proverò a vincere.»

La partenza e il primo giro erano stati un disastro, in molti avevano faticato a trovare grip sull'asfalto bagnato e gli incidenti erano stati diversi, fortunatamente tutti nelle retrovie e nessuno di entità grave. Allo spegnimento dei semafori era riuscita a guadagnare una posizione e ora, al dodicesimo giro era riuscita a concludere efficacemente il sorpasso che la metteva in seconda posizione. Non le rimaneva altro da fare che mettersi all'inseguimento del numero uno, non avrebbe concluso anche quella gara da seconda.

«Quanto è il gap?»

«2.3 da Hadjar.»

«Copy.»

La visibilità era un pò scarsa, anche se ancora gestibile, ma preferì comunque non prendersi rischi. Se manteneva il ritmo costante avrebbe comunque colmato la distanza in pochi giri.

«Molto bene Andrea, il passo è ottimo e stai riducendo il gap. Continua così» in cuffia Lorenzo sembrava soddisfatto della sua scelta.

Stava studiando Hadjar davanti a lei ormai da qualche giro. Nonostante la pioggia e l'acqua sollevata dalle monoposto limitassero la visibilità, era riuscita a notare la sbavatura costante che il pilota della Campos commetteva in uscita dall'Eau Rouge-Radillon e che lei avrebbe potuto sfruttare per completare il sorpasso sul rettilineo.

«È previsto un aumento della pioggia entro i prossimi due minuti.»

Ora o mai più. Con l'aumento della pioggia sarebbero aumentati anche i rischi e diminuita sensibilmente la visibilità, doveva tentare il sorpasso in quel giro. Ma prima doveva avvicinarsi a sufficienza.

Aveva dovuto modificare la sua traiettoria di ingresso all'Eau Rouge per poter uscire dall'ultima curva come desiderava e pregava che Hadjar non scegliesse proprio quel giro per correggere il suo errore. Non lo fece. E lei potè, tagliente come una lama, infilarsi e affiancarlo. Ci era riuscita. Ora doveva solo completare il sorpasso sul rettilineo. Il colpo arrivò totalmente inaspettato e lei perse il controllo della monoposto. Inutile provare a sterzare, i pneumatici pattinavano sull'acqua facendola ruotare su se stessa sempre più vicina alle barriere, ma prima che potesse raggiungerle venne violentemente urtata da un'altra auto e forse da un'altra ancora. Tutto vorticava ad una velocità spaventosa, non riusciva a distinguere ciò che c'era attorno a lei era tutto un miscuglio di colori grigio, rosso, giallo, verde, di nuovo grigio. Poi la sua folle corsa terminò bruscamente contro le barriere.

Tutto si fece buio.

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