Capitolo 2: Il Libro

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"Si Rio, Anche a me piacerebbe avere un amico coetaneo di cui io mi possa fidare"

Ridemmo insieme.

Ci dirigemmo in seguito in giardino dove continuammo a parlare di quello che ci veniva in mente.

Potevo notare Berlino che ci guardava e mi chiedevo il perché. Perché doveva guardare me, una sempliciotta quale ero.

"Okay ragazzi, ascoltatemi un attimo" gridò il professore per attirare l'attenzione di tutti noi "Ad occuparsi della rapina, potrebbe venire un ispettore gentile e stupido, per modo di dire, oppure uno stronzo. Qualsiasi cosa succeda, dovete sempre sapere che non vi abbandonerò mai e voi non dovete mai, perdere la fiducia in me perché, se vi pren........"

Non riuscivo ad ascoltarlo. Avevo mille pensieri che mi giravano per la testa. Rio aveva notato che non stavo ascoltando, così mi diede una gomitata per ritornare alla realtà. Finito il discorso del Professore, continuai a parlare con Rio e a noi si aggiunsero Tokyo, Nairobi e Denver.

Io rientrai in casa per prendere il mio libro da mostrare agli altri.
(Prima ero una scrittrice oltre che una ladra e sicario).

Salì le scale e mi trovai faccia a faccia con Berlino.

"O ma buongiorno donzella, come sta?"

Deglutii. "Ehm, bene, sì bene" dissi io cercando di andare in camera mia.

"Posso chiederle dove va?" Mi chiese lui.
"In camera mia, devo prendere il mio libro"
"L'hai scritto tu?"
"Sì, in passato facevo la scrittrice come lavoro secondario. Sa, per non destare sospetta"

Berlino sorrise.

"Che figata" disse lui "Di che cosa parla?"

"Parla della mia cara Italia, mi manca tanto e quindi ho deciso di dedicargli questo romanzo"

"Bello" mi disse.

Gli feci un sorriso e lui si avvicinò a me: mi stava per baciare. Quando le nostre labbra si stavano per toccare, avvertimmo una voce.

"Berlino devo parlarti" era il Professore.

Le capitali tedesche: Berlino e ViennaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora