Capitolo 21: E se io muoio da partigiano... tu mi devi seppellir...

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Io e Berlino ci dirigiamo nella hall.

Nella sala c'è Tokyo, vestita da poliziotto e in sella ad una moto.

Rio chiuse le porte.

Non diedi troppe attenzioni a Tokyo perché vicino a lei c'era un nostro compagno che si stava dissanguando.

"Papà!" Gli urlai

"Cazzo, Nairobi una barella!" Urlò Berlino a Nairobi.

"Figlia mia, dov'è tuo fratello?"

"Lo chiamo alla radio" gli risposi facendo cenno a Berlino di darmi la sua radio.

"Ecco la barella"

"Tiratelo su"

"Fatemi vedere" gli dissi io

"Vedi se si può operare"

"Porco cazzo" dissi io mentre indietreggiavo dalla paura

"Roma, Roma che cazzo hai?"

Iniziai a piangere "Non ha fori d'uscita, non so dove sono i proiettili. Spero solo che non abbiano colpito organi"

Nairobi mi abbracciò

"Adesso lo prepariamo e tu lo operi"

"Va bene... portatelo su" gli risposi "Io devo andare via un attimo per schiarirmi le idee e fare passare la paura e l'ansia"

Me ne andai

"Berlino, vai con lei" disse Nairobi sotto voce a Berlino.

Entrai in una stanza con dei medicinali. Cercai un tranquillizzante e una quetiapina ( medicinale contro l'ansia ).

Li trovai e quando stavo per iniettarmeli Berlino mi fermò.

"Martina, non farlo"

"Non ce la faccio, sto avendo un attacco di panico e-e non voglio che Mosca faccia la stessa fine di mio zio"

Mi guardò e mi fece segno di continuare

"Stavo facendo una rapina con mio zio, quando un proiettile lo colpì. Cercai di salvarlo ma, mentre lo operavo, è morto"

"Piccola..."

Mi abbracciò.

"Non prendere questi medicinali, non servono ad un cazzo. Adesso vai ad operare Mosca. Ricordarti che ti amo"

Gli sorrisi.

"Ti amo anche io Berlino"

//

Nella sala "operatoria" c'era solo Nairobi.

Iniziai ad operare alle 17:34. Secondo i calcoli, dovevo finire alle 18:04, ma non fu così.

Alle 17:48 sentii un bip provenire dalla macchina che controllava il battito cardiaco.

Lo guardai. Merda. Il battito scendeva rapidamente.

"Cazzo"

Presi tutti i medicinali che potevano aiutare il battito ad aumentare. Nonostante tutto, il battito diminuiva.

Capii che erano i suoi ultimi minuti con noi.

"Chiama il profe-" non finì neanche la frase che il battito non c'era più.

"MERDA!"

Continuai a provare ad riportarlo in vita, ma non ci riuscivo.

Abbandonai le speranze. La sua mano mi teneva la fondina.

"Chiama Denver ed il professore" dico a Nairobi "io devo uscire"

Uscì dalla stanza e dissi a mio fratello "ci ho provato... ha perso il battito mentre lo operavo"

Ci abbracciamo e tutti scoppiamo a piangere.

"È dentro ancora. Gli daremo una tuta nuova e lo puliremo dal sangue"

Mentre Denver entra a salutare papà, io mi dirigo verso Berlino.

Lo abbraccio forte e lui mi da un bacio sulla testa.

Avevo un forte mal di testa e la gola secca.

Volevo solo dormire.

Dopo aver salutato papà per l'ultima volta e aver chiuso la cassa, io cercai di riposarmi un po' mentre gli altri finiscono il tunnel e/o stampano soldi.

Dopo aver salutato papà per l'ultima volta e aver chiuso la cassa, io cercai di riposarmi un po' mentre gli altri finiscono il tunnel e/o stampano soldi

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Le capitali tedesche: Berlino e ViennaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora