Capitolo 23: o partigiano portami via...

26 2 0
                                    

"Di che miracolo stai parlando? E poi grazie a me?"

"Forse non è il momento adatto per questo ma tieni" gli diedi il test di gravidanza. Qualche lacrima gli scese dagli occhi, come anche a me.

"Amore mio" mi abbracciò "Grazie, grazie ti amo tanto"

"Non so come sia possibile e ti giuro che è tuo"

"Ci credo, cazzo, sarai sia madre che moglie tra pochi mesi"

"Grazie Andres, grazie tesoro. Ti amo tanto. Era il mio sogno quello di avere un figlio con te, un piccolo Berlino"

"O una piccola Roma" mi rispose lui.

Lo tirai a me in un lungo bacio a stampo.

"Ora però, promettimi di fare attenzione"

"Te lo prometto"

Mi diede un bacio sulla testa.

//

Sono stanca morta, forse per i colpi di proiettile che ho ricevuto durante questa rapina.

"Roma, c'è un medico che ti vuole visitare" disse la voce del professore dal mio walkie-talkie.

"Va bene, arrivo"

Arrivai nella sala riunioni.

"Signorina Roma... appena usciti di qui dovremo metterla in coma"

"Scusi non ho capito, in coma?"

"Si, in coma" continuò lo sconosciuto "E adesso dobbiamo iniettarti questo" mi indica la siringa.

"No...no no io non mi faccio mettere sotto coma, professore lei lo sa che cosa è successo durante il coma di mio zio"

"Roma ascoltami bene, devi farlo. È per il tuo bene"

"Sto cazzo il mio bene. Io sto apposto così non c'è bisogno di siringhe o robe del genere"

Intanto entrarono Nairobi, Berlino e Denver.

"Io in coma non ci vado" ripeto fermamente "punto e basta"

"Roma ragiona" mi disse il professore avvicinandosi a me

"Roma ragiona un corno. IO NON VOGLIO FARLO"

"Tenetela ferma" disse lo sconosciuto

"No,no,no non siete così stronzi"

Nairobi cercò di prendermi il braccio per tenermi ferma, ma io la strattonai via.

"Sorellina, ti prego" mentre Denver mi parlava notai lo sconosciuto che si avvicinava sempre di più.
Corsi dall'altra parte della stanza.

Stavolta a tranquillizzarmi ci provò Berlino.

"Roma calmati"

Tremavo e il mio volto era rigato dalle lacrime.

"No io non lo faccio"

Sentita la mia risposta, Berlino prese le braccia e le tenne ferme dietro la mia schiena.

"No, no vi prego"

Berlino mi mise una mano davanti agli occhi. Mi iniettarono la dose della medicina che dovevano usare per mettermi in coma.

"Ora rilassati"

"Sto cazzo" iniziai a camminare e correre per la Zecca.

Il mio walkie-talkie parlò:

"Tutti nei sotterranei, usciamo"

Berlino's POV:

"Ariadna, cazzo hai capito?"

"Signor Berlino, mi porti via con lei. Voglio lei e solo lei"

"Io amo qualcun'altra"

"La prego, mi servono i soldi"

Gli puntai la pistola contro

"Quindi quello che dice Nairobi è vero, tu stavi con me per i soldi. Scusami tanto ma io devo andare. Diventerò padre e mi devo sposare"

"La prego Berlino, io e lei abbiamo sco-"

"Tra noi non c'è mai stato nulla"

Gli diedi un finto fucile e la mia maschera.

Stavo per entrare nel tunnel quando lei mi tirò una roccia alla testa.

Svenni.

Pensai a Roma e a mio figlio.

"Berlino!" Era Nairobi "Figlia di puttana, vattene via subito"

Ariadna andò via

"Helsinki portalo nel tunnel"

Eravamo gli ultimi.

Nell'hangar c'era il professore, Martìn e Martina, l'amore della mia vita, e ovviamente con lei mio figlio o figlia.

"Berlino!" L'ho sentita urlare.

"È solo colpito alla testa, nulla di grave"

Roma's POV:

"Grazie al cielo"

"Portiamolo nel camion, Palermo lo benderai e lo pulirai dal sangue mentre io e Helsinki guidiamo"

"Va bene, andiamo grassone"

"Voi due invece andrete insieme fino al porto in moto"

"Va bene professore. Grazie."

Finalmente siamo usciti.

Le capitali tedesche: Berlino e ViennaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora