Capitolo 10: Colpita e Affondata

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"Perché non mi avete informato? Eh? Io comando qui dentro! Io!"

"No, no, ora comanda Vienna" rispose Nairobi in aria di sfida "L'ha detto il professore mentre tu ti scopavi un'ostaggio"

"Confermo" disse Rio

Berlino caricó su Rio "Perché non mi avevate almeno avvisato?"

In quel momento entrai nella stanza.

"Cosa sta succedendo qui dentro? Cosa sono queste urla?"

"Uscite tutti, tranne Vienna" disse Berlino.

"Mantieni la calma, Capo" mi disse Tokyo sottovoce.

"Mi spieghi che cazzo hai fatto?" Mi urló Berlino.

"Tu non c'eri e ho dovuto prendere in mano la situazione"

Mi puntó la pistola contro. Io ero stupita. Avevo sulla faccia un'espressione del tipo: Perché mi punti una pistola?

"Hai smesso di scopare con me? Impari le conseguenze" mi disse

Mi avvicinai.

"Io non ho smesso di scopare con te, Andres" gli dissi mentre gli mettevo a posto la tuta rosso fuoco "Tu lo hai fatto, iniziando a scopare con l'ostaggio. Io ti sono rimasta fedele"

Ci pensó un po'

"Hai ragione, amore mio, hai ragione"
Mi rispose guardandomi negli occhi "Scusami"

Lo baciai

"Ecco, tutto a posto" gli sorrisi

Ci abbracciamo e lui mi baciò sulla testa. Per me era amore puro, ma forse per lui no.

Intanto, il telefono squillava. Mi staccai da Berlino e risposi.

"Professore, mi dica"

"Piano Madrid" rispose lui con aria seria "Subito." E riagganciò la chiamata.

Guardai Berlino. Mi prese per mano e andammo dagli altri a dire quello che ci aveva detto il professore.

Il piano Madrid consisteva nel fare entrare un gruppo di giornalisti nella zecca e far capire che non eravamo messi bene.

Il Piano funzionò alla grande. L'opinione pubblica era dalla nostra parte.

Potevamo rilassarci un po'.

Io controllavo gli ostaggi mentre i due serbi stavano dormendo. Ad un certo punto Arturito si alzò. Aveva una pistola.

"Arturo, è vera o falsa?" Gli chiesi io puntandogli la pistola contro.

"Vera" rispose lui "L'ho rubata a Denver"

"Bene, ridammela subito e siediti"

"No mocciosetta" continuò lui sparando un colpo all'aria

"Se spari, Arturo, anche io farò lo stesso"

"Provaci, tanto non ci riuscirai stronza"

Sparò a me ed io feci lo stesso. Mi colpì alla spalla. Lui era colpito alla gamba.

Prese in mano il suo fucile e mi sparò un altro colpo nella gamba. Non potevo alzarmi.

"Arturito..." dissi io con voce flebile "Sai che tutto questo è registrato? Potremmo darlo alla polizia, che ne dici?"

Rimase a bocca aperta. Non sapeva che era stato registrato.

Mi stesi a terra. Non riuscivo ad alzarmi. Cercai di fermare l'emorragia con le mie mani ma fu inutile.

"Che cazzo succe-" Era Denver. Rimase pietrificato nel vedermi in quella pozza di sangue. Si avvicinò e mi disse: "No, no. Non ti posso perdere"

Andò via e portò un kit medico. Con garze e antidolorifici cercò di curarmi. Sentendo quelle urla, anche Nairobi, Mosca e Berlino corsero nell'atrio.

Le capitali tedesche: Berlino e ViennaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora