Mi portarono su un camion.
Non capivo.
Il coperchio della cassa si aprí di scatto. Era il professore.
"Professore!"
Lo abbracciai
"Vienna" mi rispose lui sorridendo "Adesso andiamo al centro di comando. Dopo ti cambierai"
Durante i 5 mesi a Toledo, mi ero colorata i capelli di colore biondo e avevo sul viso un finto neo. Era essenziale che io fossi diversa per il piano Roma.
Arrivati, il professore mi portò in uno strano posto: era umido e sporco.
"Ti ho preparato tutto"
"Grazie professore"
"Io esco. Devo vedermi con l'ispettore. So già cosa stai pensando... ho una falsa identità con lei"
"Dovevi" gli risposi.
Dopo che il professore era uscito, iniziai la detrasformazione: adesso non ero più Vienna ma Roma.
Il professore rientrò qualche ora dopo.
Mi guardò sorpreso.
"Non ti ricordavo così... bella"
"Grazie" e sorrisi
Io e il professore, il quale nome era Sergio Marquina, ci conoscevamo da tantissimo. Eravamo come migliori amici.
"Chiamo gli altri" disse il professore. Aspettò che la banda rispondesse. Riconobbi Berlino.
"Berlino... attiviamo il piano Roma"
"Perché?"
"Lo saprai"
Riagganciò.
Marsiglia rientrò, mi accompagnò in un elicottero sulla Zecca di Stato. Lí c'erano due uomini vestiti di nero. Scesi ed entrai con loro. Erano Denver e Rio.
Li salutai ma loro non mi riconoscevano.
"Sono Roma" gli dissi.
Loro ancora non capivano.
Intanto arrivarono gli altri. Nairobi pianse. Mosca sorrise. Berlino restava immobile mentre ridacchiava.
Avevano capito.
Denver e Rio ancora no.
"Vienna..." mi disse Nairobi
"Ci sei mancata" mi disse Mosca
"Sono Roma ora" risposi io mentre guardavo Berlino.
"Mamma mia... prima Vienna poi Roma. Adesso cosa diventerai, New York?" Disse Berlino.
I due al mio fianco capirono.
"Forse, ma ora sono Roma" dissi io guardando tutti "Vienna è morta, ricordate?"
"Giusto" rispose Nairobi abbracciando Helsinki, che intanto era arrivato.
"La polizia non sospetta nulla e non dovrà farlo" risposi
Mi portarono nell'ufficio di Arturo e mi diedero una tuta rosso fuoco, come amo definirla io.
Mentre tutti uscivano, Berlino mi si avvicinò.
"Devo dirti una cosa"
"Dimmi, signor Berlino"
"Stai meglio mora"
Gli tirai un pugno sul braccio. Lui fece finta che gli avevo fatto male.
Mentre faceva la sua scenetta, lo tirai a me e lo baciai.
Lui voleva fare altro, ma lo spinsi indietro facendolo sedere sulla sedia.
"Stia tranquillo, signor Berlino" gli dissi io mentre gli toccavo i capelli "Lo spettacolo lo avrà lo stesso" gli dissi io indicandogli la tuta.
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Le capitali tedesche: Berlino e Vienna
FanfictionVienna, o meglio Roma, è una ragazza che ha sofferto molto nella vita e solo una persona riesce a ricucire le cicatrici della ragazza. Però per colpa di un amico di quest'uomo, il suo sogno più grande verrà infranto e distrutto dopo il suo successo...