1. Primo incontro

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*Benvenuti*

Questa storia è ovviamente frutto della mia fantasia, ma spero con tutto il cuore che possa intrattenervi, farvi svagare un po' dalla vita di tutti i giorni e piacervi molto <3 così tanto da attendere sempre con gioia ed entusiasmo il capitolo successivo...

Sarebbe meraviglioso per me <3 

Totalmente gratuita, chiedo semplicemente se potete lasciarmi qualche stellina e commento, così da farmi sapere cosa ne pensate e motivarmi molto. Cercherò di aggiornare ogni volta che mi sarà possibile, spero possiate capirmi. Ho una grande passione per la lettura e la scrittura, ma la vita richiede le sue giuste attenzioni <3

Vi voglio bene, grazie per essere qui <3 

Al prossimo capitolo 

Un bacione grandissimo

*****

Ezekiel Rivera

La prima volta che l'incontrai fu in un Irish Pub, stava bevendo della ottima birra alla spina da un boccale di vetro e mangiando delle patatine fritte infilate in un cono di carta cosparso di ketchup e maionese.

Aveva lunghissimi e setosi capelli color carota, che le scendevano lungo la schiena e i fianchi sinuosi come onde del mare. I suoi occhi erano grigio chiaro, ma di un grigio straordinariamente misterioso, era come se racchiudessero nuvole in piena tempesta. 

Le sue labbra erano color pesca, morbide alla vista e sicuramente anche al tatto...o almeno così mi era sembrato da un primo sguardo. La sua pelle era chiara, come il chiaro di luna, e liscia come quella di un neonato. Profumava di rose e the al limone. 

Aveva qualche lentiggine cosparsa sulle piccole gote, in quel momento arrossate dal caldo che c'era nel locale, ma quei puntini erano leggeri, circondavano bene il suo naso schiacciato leggermente, con la punta rivolta verso su. 

Le sue dita erano ossute e lunghe, ma dalla presa salda e decisa. Le nocche diventavano bianche quando portava il boccale alle labbra. Le sue unghie non avevano alcuna ricostruzione gel, come le ragazze si ostinavano a portare per la moda del momento. Anche mia sorella Gwen non era sfuggita a questa tentazione di addobbarsi le unghie come un albero di Natale!

Quella ragazza era sola, in quel momento, guardava una partita di calcio seduta su uno sgabello con le lunghe gambe accavallate. Indossava un paio di Jeans chiari con strappi sulle ginocchia, una maglietta sicuramente del suo gruppo musicale preferito ed una felpa blu con cappuccio, ai piedi aveva delle semplici sneakers con lacci colorati, ma un po' logori. 

Mi aveva incantato sin dal primo istante. Come se qualcosa mi avesse attirato a lei, una calamita. 

La mia calamita alla Terra. 

Era stato amore a prima vista?  

Esattamente, cos'era l'amore? E come era possibile a prima vista? Soltanto ammirando il suo aspetto, potevo sentirmi legato così ad una persona? L'amore non andava oltre l'aspetto fisico? Oppure il suo aspetto piacevole ai mie occhi era soltanto l'entrata d'accesso, la chiave per accedere a qualcosa di più grande riservato soltanto a me, e quindi al vero amore?

Vero amore, sì. Certo! Come no! 

I miei genitori mi avevano sempre parlato di questo fantomatico vero amore, ma per me non era altro che finzione, inganno, nonostante sotto i miei occhi notassi in loro ogni giorno una luce straordinaria racchiusa nei loro sguardi non appena si sfioravano..

Come poteva essere amore vero, un amore che aveva perso parte di esso nel rapimento di un figlio? Come riuscivano ad andare avanti sapendo di aver perso un figlio? Il mio gemello? Sapendo che io...ero il figlio rimasto, e non l'altro? Sapendo che era rimasto il gemello sbagliato accanto a loro?

Sospirai, dando poi corposi sorsi al mio boccale di birra.
No, forse non credevo davvero al vero amore, e quella sera, gli occhi grigi di quella ragazza non si scontrarono con i miei, ma ero certo che le nostre strade si sarebbero incrociate ancora, in qualche modo.

Nel mio cuore sentivo che era così, che c'era qualcosa che ci legava, ai miei occhi lei non era più una semplice estranea...ed ero fermamente convinto che grazie a lei la mia vita non sarebbe stata più la stessa, ma sarebbe cambiata in meglio... 

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