CASCATE BLU

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Pov Annabeth
Ormai eravamo arrivati, di fronte a noi si estendevano un'infinità di piscine naturali che con lo spostarsi dell'acqua formavano cascate, l'acqua di queste piscine naturali era cristallina, ma aveva un particolare colore blu.
-ECCOLE!- gridò Michele indicandole -siamo quasi arrivati!-
Eravamo tutti felicissimi, il ricordo della strada percorsa per arrivare e il furgone senza benzina erano ormai un ricordo lontano.
-non c'è nessuno!- disse scioccata Nina.
-no, non c'è nessuno, ma l'omino dei biglietti è alla cassa!- spiegò Michele. Ci dirigemmo verso un piccolo baracchino coperto di vernice ruvida bianca con un tetto rosso mattone, davanti aveva un vetro che serviva per parlare, e su un lato una porticina in legno scuro.
-vorremmo...-Sam si mise a contarci - ...9...10...11...12, vorremmo dodici biglietti grazie!-
Pagò tutto lui, e lo ringraziammo, anche perché era l'unico, oltre al bagnino, ad aver portato i soldi. Entrammo in quella sottospecie di parco, posammo le nostre cose su vari lettini vicino ad una grande roccia scura, ci togliemmo i vestiti e ci avvicinammo verso acqua. Nessuno sembrava voler entrare, ci stavamo guardando fra noi timorosi, l'unico che sembrava essere tranquillo all'idea di fare il bagno lì era (come al solito) Michele. Questo si avvicinò a Roberto e gli sussurrò una cosa nell'orecchio, stavo cercando di decifrare le sue labbra quando Greta mi si avvicinò e mi sussurrò
-ma tu vuoi davvero fare il bagno lì?!- io la guardai preoccupata
-non lo so!- dissi con un sorriso imbarazzato
-allora che facciamo, ci tuffiamo o prendiamo il sole tutto il giorno?-
-io voto per la s...- stavo rispondendo quando da dietro mi sentii spingere verso il bordo, allora afferrai la prima cosa che vidi, ovvero il braccio di Greta, che senza altre alternative mi seguì in acqua. Ero sicura che erano stati due ragazzi a spingermi, o meglio spingerCI in acqua. Mentre ero sott'acqua mi resi conto che quell'acqua era dolce e fresca, io e Greta risalimmo in superficie e vedemmo i nostri amici ridere da sopra il bordo, e Roberto e Michele che ridevano da dietro di noi schizzandosi soddisfatti del loro lavoro. Lily e Giulia avevano iniziato a ridere come due oche, allora noi (da brave ragazze quali siamo) iniziammo a schizzarle fino a quando non furono completamente bagnate. Tutti i ragazzi si tuffarono, anche Lily e Giulia, dato che erano già bagnate. Rimanevano solo Gea e Nina, che non avevano nessuna intenzione di entrare. Allora Michele risalì silenzioso fuori dall'acqua, prese in braccio Nina che, a giudicare dalla sua espressione sognante, non si era accorta di quello che il ragazzo stava per fare. Lui si avvicinò al bordo e lei capì, cominciò ad urlare come una matta tempestando di pugni il petto del ragazzo che rideva come un matto ma quando lei lo colpì sotto la cintura con un calcio che aveva tirato alla cavolo lui la lasciò andare e si piegó in due tra le risate generali, l'unico problema era che quando lui l'aveva lasciata andare era sul bordo della roccia quindi Nina era caduta in acqua. Gea prese la rincorsa e spinse Michele in acqua, lui cadde con un mezzo tuffo a bomba dato che era ancora piegato in due, alla fine Ian salì la parete e arrivò vicino a Gea.

Pov Ian
Salii la parete ripida di roccia (e mi ferii ad un dito ma questo non c'entra molto) -Ehy Gea vuoi che ti aiuti a scendere?
-No grazie!- disse lei baciandolo sulla guancia
-Sicura di facela, non è troppo difficile?
-Cosa?!- scattò lei, arrossendo per la rabbia -Cioè secondo te io non riesco a fare una cosa che hanno fatto undici persone?! Cioè, no spiegamelo!!!! - non mi ero reso conto di quello che avevo detto, non volevo ferirla, ma prima che potessi rimediare in qualsiasi modo lei si lanciò in acqua con un perfetto tuffo a delfino, senza degnarmi fi uno sguardo, una volta dentro si allontanò con le altre ragazze a confabulare sedute su degli scogli che sporgevano appena dall'acqua, sembravano sirene. Smisi di guardarle e mi inseriti nella gara di tuffi che facevano i ragazzi, dopo un'ora ancora non avevo parlato a Gea, quindi esplosi in un -Qualcuno mi spiega che cazzo ho fatto?!- raramente dicevo parolacce ma quando ci vuole ci vuole
-Amico, non avresti dovuto farlo- disse Michele (che aveva smesso di parlare come un soprano)
-Fare cosa?
-Trattarla come un'invalida, alle ragazze, soprattutto a quelle come Gea, non piace essere trattate da inferiori, come se non fossero in grado di fare le cose più semplici.
-Ah. E che posso fare adesso?
-Non chiedere a me! Io non sono molto bravo a rappacificarmi con le persone!- rise lui allontanandosi da me con un paio di bracciate, si immerse e non lo vidi più.

~~~~~~Angolo autrici~~~~~~
Lo sappiamo che questo capitolo è corto ma non sapevamo proprio come andare avanti, comunque cercheremo di pubblicare il prossimo capitolo il prima possibile
With Love
Siammoduecuginne

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