Pov Lily
La mattina seguente ci svegliammo tutti presto. Scendemmo a far colazione. Quando ero sulle scale sentii
-Sam, se questo è un altro dei tuoi scherzi non è divertente!- Beth. Corsi giù per le scale per andare a vedere cosa fosse successo, ero preoccupata. Quando entrai in cucina vidi che erano già quasi tutti arrivati (mancava solo Andrea che probabilmente era ancora bloccato sulle scale) e fissavano la penisola della cucina che era coperta di quelle bambole inquietanti
-noi stavolta non c'entriamo!- e anche loro si misero ad osservare il riccio, gli sguardi indagatori, nessuno si fidava di lui.
-io non l'ho fatto, stavolta non sono stato io!- tutti ci guardammo fra di noi
-ma allora ... se non siete stati voi ... e nemmeno lui, ... allora chi...!- cominciò a chiedere preoccupata Greta prima che tutte la bambole alzassero le braccia e cominciassero a ridere. Urlammo tutti. Mentre i ragazzi scappavano di sopra noi ridevamo a crepapelle: lo scherzo era riuscito.
-così imparate brutti stronzi a spaventarci in quel modo!- gridarono in coro Beth e Greta. Non appena ci sentirono scesero giù quasi arrabbiati, tranne Sam che disse
-vi fa proprio male stare con me!- ridendo. Iniziammo a ridere, ma Michele alzando un dito disse
-shh, zitti tutti! ... cosa sentite?!?- Noi ci guardammo confusi, tendendo le orecchie per captare anche il minimo rumore.
-niente, non si sente niente!- disse Ian
-appunto niente! Il temporale è finito! !!- disse lui felice. Festeggiammo felici e sorridenti con lui, saltellando e aprendo porte e finestre per ammirare il sole che finalmente non era più nascosto dietro alle nuvole grigie
Senza nemmeno cambiarci corremmo in spiaggia, ma quello che vedemmo fu orribile. C'erano alghe e foglie ovunque, la sabbia era a smossa, fredda e umida e alcuni alberi erano caduti
-bello!- commentò srcasticamente Ian incrociando le braccia sul petto
-allora che facciamo?!- chiesi. Tutti ci voltammo verso Michele che quando se ne accorse ci guardò male
-cosa volete da me!-
-tu, esperto del luogo, cosa proponi di fare?!?- chiese Roberto, lui lo guardò un secondo, poi, senza dire nulla, andò a riva e mise i piedi nell'acqua guardando il mare. Si girò verso di noi e disse sorridendo
-Nessuno di voi soffre di mal di mare vero?- quando notò gli sguardi confusi che ci scambiavamo tornò da noi sorridendo e disse
-mettetevi costume, vestiti e portatevi anche una felpa se volete! Vi porto in un bel posto!- Quando ebbe finito di dire questo corse verso la casa. Noi lo seguimmo. Quando fummo dentro lui si cambiò alla svelta e disse prima di uscire
-non muovetevi!- poi sbattè la porta alle sue spalle. Conoscendo Michele ci porterà in qualche posto sperduto nel nulla, non senza esitazione obbedimmo. Io mi misi un costume a fascia bianco, una canottiera gialla fluo e dei pantaloncini di jeans, mi portai dietro anche un maglione a pois verde e bianco. Noi ragazze scendemmo munite di occhiali da sole e asciugamani. Aspettammo i ragazzi, che come al solito, ci impiegarono una vita. Ogni tanto vorrei proprio sapere cosa fanno al posto di cambiarsi per doverci impiegare tutto questo tempo, e pensare che di solito si lamentano di noi! Mentre stavamo ancora aspettando rientrò Michele, i capelli scompigliati dal vento.
-ditemi che non sono ancora su!- disse mettendosi due dita sugli occhi. Noi annuimmo e lui scosse la testa incredulo, salì le scale e in un attimo i ragazzi scesero. Noi li guardammo interrogative, però i nostri sguardi si concentrarono su Michele che disse
-venite con me e portate tutto!- Noi lo seguimmo. Camminammo per circa dieci minuti facendo portare ogni singola borsa ai ragazzi, sono ottimi come portaborse! Arrivammo in un piccolo porto, che a chiamarlo porto è un' esagerazione! Era costituito da un piccolo molo di legno mezzo scassato, dove erano ormeggiate tre barchette solitarie, un povero vecchietto se ne stava seduto a fare la guardia a quello che nessuno avrebbe mai voluto rubare.
-cosa ci facciamo qui?!- chiese Greta, Michele la guardò e ripeté
-vi porto in un bel posto!-. Ci fece salire su un ponticello, camminammo finché lui non si fermò davanti ad un barcone bianco e azzurro. Noi lo guardammo male quando disse ad un uomo
-esco con questo!- l'omino del porto allora, dopo averci fatti salire slegò le funi che tenevano la barca attraccata e partimmo
-...em... perché siamo su una barca?!- chiese Annabeth confusa
-ma siete duri allora! Ho detto che vi porto in un bel posto!- gli rispose il bagnino rivolgendole un sorriso dolce.
-ma questa barca?- chiese Sam
-è di un mio amico, gli ho chiesto se me la poteva prestare per oggi!- noi iniziammo prendere confidenza con la barca mentre Michele stava guidando la barca verso il mare aperto
-ma tu sai guidare sto affare vero?!- chiese Gea preoccupata. Michele stava per rispondere, quando San e Riccardo dissero sarcastici
-È ovvio!-
-Lui è un bagnino!-
poi in coro -i bagnini sanno fare tutto!-
-vero amico!- aggiunse Sam con un sorriso a trentadue denti. Michele rise e disse
-mi avete tolto le parole di bocca!- Ci fu un minuto di silenzio e notai che Nina stava guardando i due ragazzi che avevano appena parlato in modo strano
-che hai?- chiesi, leu rise e disse
-mi sembravano la versione in biondo di fred e George!- poi rise di nuovo al pensiero. Dopo poco spuntarono su tutte le ragazze, più Ian, un sorrisetto d'approvazione. Alcune incominciarono anche a ridere
-sai che hai ragione!- disse ridendo Annabeth
-ha ragione Sam?-
-certo Riccardo! È un onore essere paragonati a loro, vero?!-
-Un onore Sam!- tutti si mosero a ridere, però apparte gli scherzi, avevano gli stessi modi! dopo alcuni minuti sentimmo qualcuno dall'alto gridare
-TERRA!- era Sam che era salito sull'albero, non chiedete come perché non lo so!
-Sam, scendi da lì! - gridò michele neanche tanto preoccupato. Io allora mi andai a sedere sulla punta della nave. Avevo il vento in faccia che mi stava faciendo svolazzare i capelli. Dopo un po arrivò anche Nina. La velocità aumentò e noi fummo costrette ad aggrapparci al parapetto per non cadere in mare, anche se nessuno riusciva a smettere di ridere. Era bellissimo stare lì gli spruzzi d'acqua, il sole, il vento, i gabbiani! Ora si che si sente l'estate!!! Dopo alcuni minuti attraccammo ad un isoletta. Con molta, MOLTA, calma scendemmo dalla nave. Ci guardammo intorno, osservando il paesaggio, l'isola era molto carina, con i fiori rosa e bianchi che crescevano ovunque, e le poche strade erano costeggiate da pini marittimi ed eucalipti. Non doveva essere molto abitato perché le case erano pochissime, però erano molto graziose, con le parti di pietra bianca e i fiori sui davanzali. Gli unici negozi che c'erano erano la Conad, un piccolo negozio di abbigliamento e un'edicola
-cosa ci facciamo qui?- chiese Roberto all'amico
-si, infatti!-
-perché ci hai portati qui?- aggiunsero Ian e Lily. Michele non rispose e cominciò a camminare, subito noi lo iniziammo a seguite
-allora, ci vuoi dire che facciamo qui?!- chiese Annabeth con un "quasi sorriso" che ultimamente non si toglieva mai dal suo volto
-shht zitti! Non siamo ancora arrivati!- disse sorridendo il bagnino, voltandosi a guardare la comitiva per poi continuare a camminare diretti chissà dove.
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SUMMER
RomanceQuesta è la storia di come dodici ragazzi, hanno passato l'estate fra divertimenti, giochi, rivalità, amicizie e ... amore. -------------------------------------- --tratto dal capitolo "Ti amo"-- -Gea dimmi quello che pensi- dissi poggiandole una m...