PARTENZA INASPETTATA

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Pov Riccardo

i giorno prima lo avevamo passato a giocare nell'acqua fra schizzi, tuffi e risate, nel frattempo Jessica e le barbie ci avevano osservato, guardavano le nostre mosse, cosa facevamo, come ci muovevamo, tutto insomma, aveva lo sguardo furente. Michele, come tutti i giorni dall'iniziazione, aveva dormito da noi, praticamente ora viveva lì. erano circa le otto quando la campanella della colazione suona

-sveglia ragazzi!- grida Michele, allora io corro giù e chiedo a Laila perché avesse fatto la colazione così presto, lei allora mi rispose

-è stato Michele a dirmi così, e io ho obbedito!- poi sorrise e se ne andò. Andai in cucina, dove trovai Michele in piedi difronte al tavolo, portava una maglietta azzurra e bianca e un paio di bermuda di jeans, aveva un enorme zaino e una borsa

-cosa ci fai vestito così?!?- nel frattempo erano scesi tutti gli altri con aria assonnata

-bene, ora che ci siete tutti,... oggi vi voglio portare alle Cascate Blu, quindi mettetevi il costume, vestitevi e prendete su asciugamano e tutti gli animali gonfiabili che avete!-

-gli animali gonfiabili?!- chiese Annabeth

-sì, poi capirete perché!- poi ci sedemmo a tavola e facemmo colazione, successivamente andammo in camera e facemmo quello che lui ci aveva detto di fare, poi tornammo in salotto strapieni di borse. uscimmo dalla villa e lasciammo le chiavi sotto la pianta che c'era accanto alla porta e ci incamminammo verso il mio pulmino. quando fummo arrivati mettemmo tutte le borse e gli zaini nel baule e salimmo. Eravamo ancora tutti addormentati, io mi misi alla guida, non ci tenevo molto a far guidare Sam dato che non aveva la patente, poi Michele mi diede una cartina e disse

- tu devi seguire la strada evidenziata in giallo- poi si sedette nel posto in centro in seconda fila, io lo guardai e vidi che era completamente in mezzo al bosco, ma non dissi nulla e partii. Non volava una mosca, l'unico che era sveglio era Michele che canticchiava una canzone che nessuno conosceva ed incitava Annabeth a cantare con lui, ma lei si rifiutava perché non la conosceva. Dopo mezz'ora di viaggio qualcuno cominciò a svegliarsi e la conversazione prese vita

-Michele ma queste... Cascate Blu... cosa sono?- chiese Lily

-sono dei grossi bacini d'acqua uno più sollevato dell'altro che con lo spostamento d'acqua formano cascate, però la particolare roccia di cui sono fatti da' all'acqua un particolare colore blu intenso.

-ok "cascatologo", tu ci sei già stato?- chiese Sam

- sì, una volta!-

-e come sono...-

-sono belle...-

-divertenti...- chiesero in fila Gea,Giulia e Greta, allora lui rise e rispose

-sì, sono belle e anche divertenti!-

Pov Giulia

Stavamo parlando quando il furgoncino si fermò
-che è successo?- chiedemmo tutti a Riccardo, lui si girò con un espressione preoccupata
-non trovo più la strada!- io allora alzando la voce gli feci
-come NON TROVI PIÙ LA STRADA!-
-intendo dire che la strada non c'è più, siamo immezzo al bosco senza punti di riferimento o modi per tornare a casa!- tutti ci guardammo negli occhi, allora Michele si sporse in avanti per guardare con Riccardo la cartina
-ma è impossibile, hai seguito tutte le istruzioni!-
-certo che ho seguito le "istruzioni", è una cartina, che a quanto pare è anche sbagliata!-
-non può essere sbagliata, quella cartina appartiene alla mia famiglia da sempre!- noi ci guardammo, allora Annabeth chiese
-di preciso, da quante generazioni avete quella cartina?!- mi chele ci pensò un attimo e pou convinto disse
-circa tre! Era di mio nonno!-
Tutti ci guardammo stupiti dalla sua ingenuità
-il fatto che sia appartenuta a tuo nonno spiega tutto- continuò lei
-ma la atrada c'era!-
-appunto!- fece Riccardo esasperato
-la strada c'era quando tuo nonno era giovane, ora chi sa da quanti anni è che nessuno la percorre più, e quindi la vegetazione l'ha ricoperta!- disse in tono straziato Annabeth. Michele allora ci pensò su e fece una faccia di approvazione molto colpevole.
-ora che facciamo!- disse Gea, che stava abbracciata ad Ian
-...ora cerchiamo di tornare indietro!- disse Riccardo -di sicuro questo furgone, con tutto il suo dolce peso, avrà pur lasciato delle tracce. Michele allora, prima che Riccardo facesse manovra per voltarsi disse
-fermi tutti! ...io riconosco questo posto! So dove an dare!- tutti lo guardammo, allora Andrea disse
-d
Si, ok Indiana Jons, per oggi ci hai gia fatto sbagliare strada troppe volte!-
-no! Sono sicuro, dobbiamo girare a destra!- tutti lo guardammo male -vi prego, fidatevi!- noi allora gli concedemmo una seconda possibilità. Girammo a destra, davati a noi c'era un pezzo dritto senza neanche un albero, ma solo erca e erbacce, poteva solo essere stato un colpo di fortuna, ma sembrava proprio che sapesse dove stava andando. Svoltammo più w più volte, le "strade" che percorrevamo erano sempre piane e libere da qualsiasi pianta. Era da circa mezz'ora che stavamo girando a vuoto, e l'unico che sembrava non essersi ancora perso d'animo era Michele, che xontinuava a dare indicazioni al ragazzo alla guida.
-ma sei sicuro che non ci siamo p...- Lily non riuscì a finire la frase, che davanti a noi si aprì una strada sterrata con ai bordi delle balaustre. Esultammo come se fosse la fosa più bella di tutte, finalmente eravamo usciti dalla foresta. Percorremmo per un quarto d'ora quella strada, lasciandoci alle spalle varie casette di campagna, un bar e un distributore di benzina. Ad un certo punto sentimmo uno strano motore provenire dal motore del veicolo, eravamo tuttu spaventati e dopo cinque secondi quello si fermò
-che è successo?- chiese Nina, Riccardo guardò sopra il manubrio e vide una lancetta che indicava la lettera e, poi disse
-siamo a secco!-
-e le delle cascate nemmeno l'ombra!- dissi io, poi Michele si alzò in puedi sbattendo la testa contro il tetto del veicolo
-io non direi!- disse lui con un enorme sorriso in volto, indicando qualcosa. Tutti ci girammo verso quello fhe stava indicando, erano là, erano le Cascate Blu! Ci eravamo arrivati, stavamo quasi saltando dalla gioia, quando ci accorgemmo di essere communque rimasti a piedi, e ormai era pomeriggio inoltrato e non avevamo più nulla da mangiare. Nessuno sapeva cosa fare, ci stavamo fissando per commiserarci, quando Michele sorridendo disse
-allora, abbiamo ancora quasi tutto il pomeriggio, volete restare qui a commiserarvi, o andare alle cascate, divertirvi e poi commiserarvi!- tutti ci scambiammo un occhiata, e dopo cinque minuti eravamo fuori dal furgone con quasi tutte le nostre borse. Ci eravamo incamminati verso quelle ormai maledette cascate, per fortuna qui, una strada c'era. Era una strada sterrata, coperta di ghiaia che una volta era bianca, ciuffi d'erba ricoprivano i bordi della stradina e una ringhiera (un po malmessa) di legno, sul lato sinistro "riparava" da un burrone. Da lì si vedeva il mare che si muoveva, era stupendo.

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