POV ANDREA
-la frittata?- mi chiese lei stranita
-si, sai cos' è vero? È quella cosa rotonda e sofficiosa che si fa con le uova...-
-so che cos' è! Ma perché hai chiesto se volevo la frittata?-
-perché le so fare bene e anche buone!- lei mi guardò curisa e annuì
-allora prendi il burro e le uova in frigo...-
-mi fai anche lavorare, anche se sto male?!-
-si, serve lavoro di squadra, e poi non ti faccio piegare!- infatti fu lui a piegarsi per prendere la padella, le ciotole e il formaggio.
-prendi un pezzo di burro e spargilo sulla padella e intanto io sbatto le vuova. Presi tre uova, le ruppi nella ciotola e buttai via i gusci. Iniziai a sbatterle e parlammo di quanto fossimo inpediti nel cucinare, fino a quando io, alzando la forchetta, feci volare un po di uovo sui capelli di Giulia. Lei si bloccò di scatto e voltandosi verso di me disse
-dimmi che non l'hai fatto davvero, dimmi che non mi hai tirato delle uova addosso!-
-beh, non l'ho fatto di proposito!- dissi sorridendo, sperando che bastasse per calmarla
-non l'hai fatto di proposito!- disse alzando la voce e girandosi, prese un pezzo di burro e me lo spalmò in faccia. Mi sentivo alquanto imburrato!
-ops, è stato un incidente!- disse lei con un sorriso malizioso. Ci guardammo negli occhi per un attimo, poi afferrammo le nostre ciotole piene di uovo misto formaggio e sale e un cucchiaio. Ci allontanammo l'uno dall'altro, e cominciammo a tirarci pezzi di uova liquide addosso. Corremmo per tutta la cucina, e quello che ne venne fuori alla fine fu il caos più totale.
-sarà meglio ordinare qualcosa! Andiamo al tavolo, c'è più pulito!- disse lui guardandosi attorno. Mettemmo nel lavandino ciotole e cucchiai e ci sedemmo al tavolo.
Chiamammo il ristorante cinese, che ci portò la cena in dieci minuti.
-muoio di fame!- disse
-anche io, la nostra cena ci è piovuta addosso!- a quelle parole inizziammo a ridere ripensando a prima. Guardammo il piatto davanti a noi, e senza parlare lo mangiammo all'istante. Quando ebbimo finito di mangiare portai i piatti nel lavandino e tornai da lei; si stava toccando le braccia un po schifata
-sono appiccicosa, sono appiccicosa ovunque! -
-a chi lo dici!-
-almeno io non ho la faccia spalmata di burro- rise lei
-no, ma hai una riga di uovo solidificata sulla guarcia!- risi indicandola. Lei si toccò le guance e provò a levarla ma senza successo. Allora con la migliore espressione da cucciolo che aveva mi chiese
-me la puoi togliere?!-
Andai da lei, ma era seduta e io non avevo alcuna voglia di inginocchiarmi quindi la feci alzare. Quando fu in piedi fece un verso di lamento e si piegò
-stare in piedi non mi fa bene!- allora la aiutai a sedersi sul tavolo e mi misi difronte a lei
-va meglio adesso?- chiesi
-molto- sorrise lei. Io misi una mano sulla sua guancia cercando di levarle quello schifo dalla faccia, quando mi accorsi che mi stava fissando. Aveva detto che lei osservava la gente, ma non pensavo lo facesse così bene. Ripresi il mio lavoro, ma lei continuava a fissarmi dritto negli occhi; quando ebbi finoto mi resi conto di fissarla anche io, e mi resi conto solo allora di quanto fosse bella. Ci stavamo guardando dritti negli occhi, io mi riuscivo a specchiare nei suoi, quegli occhi scuri e profondi in quel momento mi sembravano la cosa più bella del mondo. All'improvviso, senza rendercene conto, ci iniziammo ad avvicinare sempre di più fino a quando le mie labbra toccarono le sue. Aveva ancora il sapore degli spaghetti cinesi, era stupendo, fu un bacio molto lungo e burroso, nel vero senso della parola, infatti non so per quanto tempo restammo così, ma quando sentimmo la porta spalancarsi e i ragazzi entrare io mi staccai e mi girai per mettere a posto la sedia e lei saltò di corsa giù dal tavolo e si incamminò a grandi passi verso le scale. Che imbarazzo, perché non potevano arrivare due minuti dopo, oddio credo di non essere mai stato così tanto in imbarazzo in vita mia, e non so nemmeno se i ragazzi abbiano visto mentri ci baciavamo! Gli altri andarono in cucina e videro il casino che c'era, Lily chiese
-cos' è quello sui muri!?-
-la nostra cena!- gridò Giulia che aveva appena iniziato a fare le scale dato che non riusciva quasi a stare in piedi
-e dove stai andando?-
-a farmi una doccia!- gridò lei dal piano di sopra, poi tutti si voltarono verso di me, ero molto, MOLTO a disagio, imbarazzato, teso e chi più ne ha più ne metta
-Ma stai bene?- chiese mia sorella vedendomi
-si, si tutto bene!- dissi moooolto nervosamente non alzando la faccia
-allora...cos' avete fatto?- chiese Annabeth
-nientea, abbiamo chiacchierato, lei mi ha urlato contro un paio di volte, abbiamo cucinato una frittata e poi abbiamo ordinato cibo cinese!-
-allora perché c'è frittata ovunque?!- chiese Greta
-beh perché abbiamo incominciato a tirarcela, per l'appunto sono appiccicoso quindi vado a farmi una doccia, corsi di sopra a prendere le robe, scesi sempre di corsa e mi chiusi in bagno. Quando fui dentro mi appoggiai alla porta
-wow- dissi lasciando cadere i vestiti puliti sul pavimento. Quando fui sotto la doccia cercai di creare un pensiero su quello che era appena accaduto, ma l'unica cosa che riuscivo a dire o pensare era "wow" non avevo più parole, ma non riuscovo a togliermi dalla bocca un sorrisetto che era spuntato dopo l'imbarazzo con i miei amici. Quando uscii dal bagno tutti mi fissavano curiosi, e io, che odio essere osservato, dissi
-v...vado un attimo di sopra.- poi scappai al piano superiore. Entrai in camera, riposi i vestiti nella cesta della roba sporca e uscii dalla camera. Quando fui in corridoio vidi Giulia che si stava chiudendo la porta alle spalle, subito si stese un velo di imbarazzo che lei taglio con il suo sorriso. Si avvicinò a me e mi disse all'orecchio
-devi aprire di più la bocca!così-
Poi mi diede un altro bacio, molto breve, adoravo quando lo faceva anche se ci eravamo baciati solo due volte. Rimasi li immobile, ero felice, ma mi ronzavano nella testa le sue parole "devi aprire di più la bocca", guardai davanti a me e sotto voce dissi
-ma che cavolo vuol dire?-
-cosa che cavolo vuola dire?- chiese Roberto salendo dalle scale -niente!- dissi subito io. Lui mi guardò curioso, e poi mi chiese
-noi domani vorremmo andare alle scogliere di porto mare vuoi venire?-
-scogliere? Alte a strapiombo sul mare?-
-si proprio quelle sono le scogliere!- scherzò lui
-allora no...no grazie, non vorrei morire d'infarto!- lo vidi entrare in camera e gli chiesi
-ma di sotto vi devo aiutare?-
-no no tranquillo abbiamo fatto noi, va a letto!-
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SUMMER
RomanceQuesta è la storia di come dodici ragazzi, hanno passato l'estate fra divertimenti, giochi, rivalità, amicizie e ... amore. -------------------------------------- --tratto dal capitolo "Ti amo"-- -Gea dimmi quello che pensi- dissi poggiandole una m...