Occhi grandi

686 24 0
                                    

Hai gli occhi enormi quando parli di lui e non te ne rendi mai conto.

Le labbra ridono, chissà se lo fa anche il cuore. Se lo fa come il mio quando stiamo insieme.

Belli i diciassette, spigolosi il giusto, sanno di un salto che forse non vuoi fare ma che si avvicina e quanto è bella la vertigine dell'incertezza.

Ridi e mi chiami ma ti vedo appena immersa nella luce, quella che fa socchiudere gli occhi per quanto è forte. Stupida falena, non ti ricordi come si muore? Per la troppa voglia di calore, tipo me quando tu cammini qui intorno.

"Giovane" esclami divertita mentre mi sfiori per superarmi nel giocoso incedere verso la cucina
"Tu" replico quasi sottovoce guardandoti scegliere tra le confetture con un broncio giocoso che ti contraddistingue quasi sempre. Corrucciata ma mai grigia, nuvola bianca in una giornata troppo azzurra. Dubbio gentile tra le granitiche certezze, forse è cominciata così.

"Nah io sono vecchia dentro" ti stringi nel pigiama che hai ancora indosso, regalo di una mattinata in cui anche le lezioni si arrendono alla gioventù e al meritato riposo. Come a confermarti ciò ti decidi, tisana al finocchio e fette biscottate senza nulla, perché anche non scegliere è una scelta.

"La vuoi anche tu? È rimasta al lampone" ghigno mentre ti guardo, si ne voglio anche io un pezzo di te, anche se lasciato bollire dentro una teiera annoiata. Anche se i lamponi fanno schifo. Anche se tu preferisci il finocchio e del lampone prediligi il rosso dei capelli di quel deficiente.

Metti su l'acqua per entrambi, senza aspettarmi, ti appoggi indolente alla penisola e ti stropicci gli occhi da quei sogni di bambina ancora posti sulle tue palpebre.

"Oggi vediamo un film tutti insieme? Così se domani..." non chiudi la frase, non serve, lo sappiamo tutti che ogni momento sono fotografie da appendere per non vedere svanire volti di chi mano a mano lascia questo percorso.

"Mica è il Vietnam piccolè" dico

"Siamo già dentro un film" penso

Sbuffi e cacci via una lacrima che incedeva veloce verso quella tisana su cui stai soffiando come se servisse. Che se ti scotti il cuore prova a soffiarci, sai che risolvi.

"Non me di che stai a piagne davero, non sei seria" ti affianco per prendere la tazza che mi porgi senza guardarmi, a nascondere la compagna cristallina che si affaccia alle pendici delle tue ciglia.

"Che vuoi? Non sono mica tutti insensibili come te" mi dai una spallata, giocosa e infastidita, sorpassandomi diretta al divano.

Casa è silente ma quel posto urla fortissimo nelle mie tempie, racconta te e lui attorcigliati mentre la tua risata riempie i suoi vuoti. Perché lo sai vero?  Lo sai che lui è vuoto ed esiste solo quando tu lo riempi dei tuoi sogni, sperando non li sporchi con quello che non è capace di essere.
Però tu hai gli occhi enormi quando parli di lui, chissà se lo sai.
Seduta batti di fianco a te spostando dei cuscini disordinati: "Vieni qui?" sapendo che qualcuno ti raggiungerà, anche se forse non vorresti me.
Mi accomodo vicino a te che non mi sfiori se non con le punte di questi capelli troppo lunghi, sempre in giro, sempre di troppo, come per impedirmi di dimenticarti, come se fosse possibile
.
Soffi sulla tisana ancora bollente, figurati il mio cuore, che poi prima di te chi cazzo lo sapeva di avercelo ancora. Non pensavo al finocchio o al lampone comunque.
Ciondoli tenendoti sulle ginocchia, svegliarti ti è difficilissimo e in questi mesi ho cominciato a capirlo, forse i tuoi sogni sono troppo belli per interromperli.
"Lo sai che se ti addormenti di nuovo a solfeggio ti sospendono la maglia, si?" soffoco una risata quando scatti sull'attenti rischiando di rovesciare la tazza e il liquido rovente ovunque. Così magari se bruciamo c'è un motivo, almeno per te.

"Cosa? Davvero? Ma è successo solo una volta!"

"Appunto" dico
"Quanto sei bella cazzo" penso

Il labbro inferiore ti trema troppo, stai per piangere, forse dentro lo stai già facendo. Non li puoi fare i dispetti ai bambini, è un casino, loro sbagliano ma alla fine è colpa tua che la vita la conosci

"Sto a scherzà" sospiri "ti ho vista solo io" apnea.

Magari me lo vuoi chiedere se quando ti ho svegliato accarezzandoti le punte di quei capelli troppo lunghi l'ho fatto per salvarti da qualche sgridata o perché ti guardavo da troppo per non accorgermene.

Magari.

"Sei sveglia Saré!" rosso vicino a te, a noi, ma poi indiscutibilmente sopra di te.

Hai gli occhi enormi anche adesso, vaffanculo.

Ridi mentre ti bacia davanti a due spettatori silenti: il salone e un cretino, almeno uno è comodo.

"Scusa maestro! Ti abbiamo messo in mezzo" ride anche lui mentre affonda nella tua chioma, che lui mica si deve accontentare delle punte che sfiorano o dei capelli in giro. Lui te li strappa quando ti bacia e ti mantiene vicino a sé. Lui. Bravo.

Ma in mezzo, questo glielo devo, mi ci sono messo io. In mezzo alla crina di quei capelli lasciati in giro come le tazze con tisane ormai fredde, in mezzo a due ragazzini che si baciano e ridono come è giusto che sia, in mezzo a uno spartito di una canzone che non suona per me. Lui già c'era, bravo davvero.

Mi guardi semi sdraiata alzarmi a lasciarvi soli con qualche frase di circostanza, battute scontate più che al discount, sul fatto che ormai questa casa sia un covo di coppiette e io sia troppo vecchio per tutto questo miele.

I capelli li sposti indietro e gli occhi sono meno grandi e più cupi quando guardi me, come se leggessi il buio che porto. Lascia perde piccolé, torna al lampone e agli occhi grandi, il buio fa solo paura ma mai quanto chi sa leggerlo.

"Resta" dici
"Con me" penso

"Resta" continui con gli occhi neri, mancano le stelle nella mia anima Sa, scusami "svegliamo gli altri e giochiamo insieme"
A che vuoi giocare? Nascondino nel cuore di quanti altri? Grazie ma no, già fa male così, almeno lui ha i capelli rossi e tu hai gli occhi grandi. Pensa se il prossimo è peggio, peggio di me intendo.

"Lascia stare il maestro! Sono solo le otto, abbiamo tempo per stare insieme" stai zitto per favore, sto tentando di non schiacciarti nella tua mediocrità. Solo per quegli occhi grandi.

Ti abbraccia e tu ti lasci cullare anche se ti tira i capelli mentre saluto con un cenno di assenso. Animale in gabbia.

Gazzella.

Se non corre che vive a fare?

"Jo" pigoli di nuovo sporgendoti dal bracciolo del divano "ma era buona la tisana?"

"Una bomba" dico

"Meglio il cianuro" penso

Randagi e AvvelenatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora