Ne varrá la pena

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"Fatí?" domando in tua ricerca, non ti vedo da stamattina complici i numerosi impegni scolastici e non riesco proprio a far finta che non mi manchi.

"Qui Maestro" risponde la voce allegra di Sofia "te la lascio subito". Lo scambio di sguardi civettuolo tra di voi non mi sfugge, stai finendo di truccarla e sei concentrata sulla tua opera di lustrini e colori pastello.

"Che state a combiná?" chiedo sedendomi sul bordo del letto di Mari, consapevole che quel "subito" porterà via ben più che pochi minuti. Truccarti è una delle poche cose che non fai nella tana, a detta tua la luce è tremenda e quindi prediligi le grande vetrate del salottino o la vostra stanza che sospetto sia stata scelta proprio in virtù della sua esposizione.

Mi rivolgi uno sguardo sognante "Sofi ha vinto la gara di improvvisazione, parteciperà ad un videoclip!" batti le mani entusiasta davanti alla tua amica che arrossisce appena "Stiamo facendo una prova trucco e outfit, così sarà ancora più bella del solito". L'affetto che colora i vostri visi è il più bello dei cosmetici, hai avuto tanta fortuna a trovarle, l'amicizia vera è così rara che tenerla stretta è più che un dovere.

"Ecco qua" dopo una ventina di minuti e diversi schiamazzi consideri completa la tua opera "vatti a vestire così vediamo tutto nel complesso". Sofi si avvia verso il bagno con una tutina fucsia al braccio lasciandomi finalmente la possibilità di salutarti. C'è un attimo di imbarazzo prima di sentirti tuffare tra le mie braccia: "Ciao Fatì" sussurro baciandoti la chioma e inspirando il tuo profumo, mi sei proprio mancata.

"Ciao Jo" rispondi lasciandoti cullare, ho sempre avuto ragione, più vicino ti ho più non riesco a lasciarti andare. Sono passati due giorni da quando ho lasciato appena sfiorare le nostre labbra ma, un po' come accade con i filtri sulle foto, da allora mi sembra tutto un po' più rosa. Soffice, è l'aggettivo che userei per questi giorni, forse per la morbidezza della tua pelle o per la dolcezza delle tue carezze ma sembra come se la realtà e tutti i suoi angoli siano smussati dalla potenza di questo sentimento nascente. Scuoto la testa divertito, sembro una quindicenne alla prima cotta e poi dico a te che sei piccola.

Sofia esce dal bagno giusto in tempo per interrompere lo scorrere dei pensieri e girando su se stessa domanda: "Come sto?". Salti su entusiasta: "Baby sei bellissima!" agganci le vostre dita e ti dirigi fuori dalla stanza "Dobbiamo farlo vedere subito a Mari". Non c'è spazio per me in questo stralcio di adolescenza ma non me ne sento escluso, la tua amica è bellissima e tu devi mostrarla al mondo. Delle volte mi chiedo se io avrei avuto la maturità di portare avanti un percorso come questo alla vostra età, di far diventare un videoclip l'occasione per vestirsi a festa, di chiudermi giorno e notte a studiare per un destino già tracciato e vivere quasi un anno lontano da casa. Sarei mai stato in grado di lasciare gli amici del campetto con il "ci vediamo appena esco"? Mi sarebbe bastato stringermi alle mie compagne di stanza davanti all'ennesima angheria dei professori? Credo proprio di no. Ripenso a me diciassettenne e un lampo di lucidità mi abbaglia, ero io ad essere piccolo. Io alle prese con la scuola da saltare, le sigarette da tenere in bocca per darsi un tono (tanto poi il vizio lo paghi dopo), le marmitte truccate di motorini passati in troppe mani per ricordarsele. Io ero piccolo. Tu sei spensierata, è diverso, trasformi un programma TV in un college e le tue sfidanti in amiche del cuore, perché la vita avvelena ma tu ne sei sfuggita, scappi incerta dalle tossine che vogliono renderti sbagliata, infetta, malata come questa società, tu ne resti randagia.

Vi seguo a qualche passo di distanza in tempo per vedere che hai radunato una piccola folla di nostri compagni per ammirare Sofi, che tra l'imbarazzato e l'entusiasta, si mostra al suo pubblico. E a lui.

Da come Kumo la guarda immagino che potrebbe competere nel campionato delle parole non dette. Da come Sofia guarda Kumo credo che possa convincersi di tutto meno che se lui le fosse accanto brillerebbe dieci volte tanto. Non so cosa sia successo tra loro, ho già un casino in testa io, ma nella vita si perdono tantissime cose: chiavi, persone, strade ma mai quel modo di guardarsi come se te l'avessero incollata alle pupille, l'immagine della felicità; decidere di starne sempre almeno a un passo oggi mi suona molto stupido.

Randagi e AvvelenatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora