Finalmente arriviamo davanti a scuola, e ovviamente ad aspettarci c'è la nostra migliore amica, il terzo moschettiere: Kessie.Appena mi vede, mi corre incontro e mi abbraccia.
"Ora fai l'affettuosa, però, quando ti ho scritto ieri mica mi hai risposto," borbotto, ma ricambio il suo abbraccio.
"Scusa..."
"Dai, ti devo raccontare delle cose!" esclama lei, piena di entusiasmo.
"Oh, va bene, Kessie, non salutarmi, va bene così," interviene Francesco, fingendosi offeso e battendo le mani in un applauso sarcastico.
Kessie lo abbraccia anche lei, ridendo.
"Però a me non lo porti mai il latte," borbotta Kessie, lanciandomi uno sguardo divertito.
"Certo, perché se te lo portasse per il motivo per cui lo porta a me, glielo lanceresti addosso," le faccio notare.
"Probabile," risponde lei, scrollando le spalle.
"Ok, allora, vi devo raccontare le novità!" esclama, prendendoci entrambi sotto braccio mentre ci dirigiamo verso gli armadietti.
La ascolto raccontarci dell'ultimo libro che sta leggendo.
Kessie è il tipico gatto nero del gruppo, preferisce leggere piuttosto che andare a una festa, preferisce uscite in piccoli gruppi e odia la confusione. Ma conoscendola, mi seguirebbe anche in un rito satanico se ne leggesse uno nelle pagine di un libro.
E d'altro canto è per questo che siamo i tre moschettieri: senza baffi, senza spade e senza abilità nella scherma, o nell'andare a cavallo (ma forse, per quest'ultima cosa, Kessie sarebbe più portata).
La guardo – anzi, più che guardarla, l'ammiro. La sua divisa è rigorosamente infilata nella gonna, il nodo della cravatta perfetto, a differenza del mio e di Francesco, che sono più allentati. I suoi occhi marroni si sposano perfettamente con i capelli, non perfettamente lisci, che le cadono sulle spalle.
Parla con entusiasmo di quello che ha fatto il bad boy nel libro che sta leggendo, una classica storia alla Wattpad.
"No, aspetta. Questo si è ubriacato e ha deciso di andare da quella a cui, tipo un giorno prima, aveva detto di odiare?" chiede Francesco, confuso.
"Ma non lo pensava davvero! Cioè, lui non sa di amarla," spiega Kessie, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Sì, ma lei non stava dai parenti? Questo ha intenzione di presentarsi sbronzo alla festa di Natale con tutta la famiglia di lei?" Francesco rimane ancora più perplesso.
"Dai, però, se ci pensi è un gesto romantico. Cioè, ha pensato a lei," sorride Kessie, sognante.
"Romantico? Se ti sembra romantico, allora siamo messi bene," sbotta Francesco, incredulo.
Ridacchio mentre apro l'armadietto.
Ho messo il pilota automatico, perché la mia mente è ancora su Jack e sul suo comportamento di stamattina. Jack, il nostro quarto moschettiere... o forse dovrei dire un D'Artagnan al contrario, visto che lui sembrerebbe più propenso ad andarsene che a restare.
Guardo la foto appesa nell'armadietto. Siamo io, Kessie, Jack e Francesco. Io e Kessie vestite da principesse, mentre Jack e Francesco sfoggiano abiti da cavalieri – anzi, da moschettieri.
Ma io non volevo fare la principessa, perché "posso scendere dalla torre senza l'aiuto di un cavaliere, e soprattutto senza macchie di dubbio sul mio coraggio!"
Così avevo rubato la spada di Jack e mi ero arrampicata su un albero, ignorando Kessie che continuava a ripetermi che stavo salendo troppo in alto. Credo sia stata la prima e ultima volta in cui l'ho ignorata di proposito.
Mi ero seduta su un ramo, pronta a fare una linguaccia a Jack, ma appena ho guardato in basso mi sono bloccata e ho cacciato un urlo, abbracciando il ramo più vicino e rifiutandomi categoricamente di scendere.
Alla fine, Kessie mi aveva raggiunto sull'albero. Non era stato d'aiuto, in realtà, perché anche per lei l'altezza era troppa... ma c'era, lei c'è sempre stata.
Sento ancora la voce di Jack che mi diceva di scendere, di smetterla di fare la damigella in difficoltà. E quando ha visto che parlarne non serviva, si è arrampicato lui stesso sull'albero e ha aiutato prima Kessie e poi me a scendere, nonostante la mia testardaggine.
Quei momenti, così semplici e senza troppe parole, hanno sempre definito noi quattro più di ogni altra cosa.
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Don't Leave Me Again
Romance"non credo nel "felice e contenti" a mala pena credo nel vero amore ma è mentre lo guardo ngli occhi che spero che non mi abbandoni di nuovo" Moon Black è una ragazza forte con piccole debolezze. Odia il suo nome, ma non sa ancora il suo significato...