Summer's povÈ strano pensare che gli ospedali ricevano più preghiere sincere di una chiesa. È qualcosa che mi ha sempre incuriosito, come alcuni si accorgano di cosa hanno solo quando lo stanno per perdere.
E in quel momento, quando si rendono conto di ciò che stanno perdendo, iniziano a pregare di avere "un'altra chance", una "seconda occasione" per non perdere quello che hanno.
E poi, poi ci sono i meno fortunati, quelli che questo dolore non se lo meritano, chi in questo mondo continua a guardare tutti con innocenza... o che almeno dovrebbe farlo... i bambini.
Ma il mondo non è perfetto, anzi, è tutto il contrario.
Ho passato la maggior parte della mia infanzia in ospedale a pregare, pregare parole sincere, a spegnere le candeline sperando che quell'incubo finisse... ma non è una cosa che può risolvere una stella cadente.
Mia sorella aveva una patologia, una di quelle che non dimentichi... neanche quando, come nel suo caso, l'hai sconfitta.
Una di quelle che non hanno neanche un nome perché troppo rare.
Non credo sia normale non sapere cosa abbia una persona, no?
Beh, di sicuro non è normale dire a una ragazzina di 5 anni che non le possono dire cosa abbia sua sorella perché "è un discorso da grandi".
Fatto sta che, alla fine, è guarita... l'ammiro per questo.
So che tutti la vedono come una stronza, e a volte esagera, ma immaginate essere lei.
Immaginate aver passato la vostra infanzia in un letto d'ospedale perché non riuscivate a reggervi in piedi, immaginate vedere gli altri correre, saltare, giocare, e voi essere costretti a imparare di nuovo azioni base come camminare.
Immaginate sentire la costante angoscia che tutti hanno nei vostri confronti.
Immaginate sentire gli occhi addosso come se, da un momento all'altro, poteste morire. Immaginate sapere che potrebbe accadere.
Immaginate non saper neanche spiegare quello che avete, immaginate sentirvi non compresi dalle stesse persone che dovrebbero darvi una cura.
Immaginate non sapere se quella notte possa essere l'ultima.
Ed ora che avete immaginato tutto questo, immaginate essere una ragazzina di 5 anni.
Disegno sul mio taccuino, o almeno ci provo. La peggior sensazione in assoluto è il blocco dello scrittore, non lo auguro a nessun artista.
Davvero, è orribile: è come avere tante cose da dire senza poterle esprimere, senza sapere come fare.
Dio, sto per battere la testa contro questo maledetto taccuino.
Lo chiudo con un sospiro, alzo gli occhi e davanti a me c'è Francesco. Lo stanno fissando mentre mi fa un cenno, circondato da ragazze che lo guardano.
"Hey" sorride, come se niente fosse mai accaduto.
E invece sappiamo entrambi che è il suo tentativo di dimenticare una cosa che accade, un'ombra che lo segue.
Lo faceva anche mia sorella.
Come se mostrarsi degli esseri umani possa essere sinonimo di debolezza... ma non è così.
E sembra che loro non lo sappiano... ma come si può non saperlo?
Come si può non sapere che solo i robot non provano emozioni?
Come si può non capire che provare è umano?
Come si può nascondere tutto a tutti?
Lo guardo come per leggere i suoi tratti, le sue caratteristiche, come se fosse anche lui uno di quei disegni schematizzati:
le occhiaie leggere, gli occhi bassi... stanchi, di chi pensa troppo, l'accenno di un sorriso gentile.Tutti tratti che rendono Francesco... sé stesso, tutti tratti che lui sembra rinnegare.
"Hai intenzione di venire con me o resterai qui a fissarmi?" chiede in tono giocoso.
"In realtà pensavo di andarmene." Mi alzo, abbracciando il taccuino al petto, e lo supero.
Lui mi guarda confuso e poi mi segue.
"Ah sì? E dove vuoi andare?"
"A mangiare... sai, quella cosa che fanno le persone per vivere?"
"Ok, ok... quindi neanche mi saluti?" chiede.
"Non dovresti essere a lavoro?" chiedo, ora che ci penso. Lui a quest'ora ha il turno... perché è qui?
"Beccato. Dovevo fare una cosa per Moon... ma volevo salutare anche te..."
Neanche mi dà il tempo di ribattere che mi abbraccia... poi si stacca e mi saluta, lasciandomi lì.
Vado verso la mensa e mi guardo interno, cercando un posto dove sedermi, quando vedo Moon e Kessie.
Moon sembra entusiasta, probabilmente c'entra con la cosa che doveva fare francesco per lei...bho.
"Hey ragazze! posso sedermi con voi?"
sorrido senza sapere che quello sarebbe stato l'inizio della discussione sulle feste del college."Non ha importanza perché tanto quelle feste sono per chi fa parte delle confraternite." Mi dice Kessie prima di girarsi verso di Moon
"E noi non ne facciamo parte!."
gli dice con tono severo"...in realtà io credo di farne parte..." mormoro
"Aspetta cosa?! quale??!!" quasi lo urla Moon
"Ecco mia sorella è la capocasata dei foxler...."
"TUA SORELLA È ADDISON STAFFORD?!" dicono insieme...dio odio quando le persone fanno così...finisce che mi parlano solo per vi dei soldi di mio padre...
"Si...mia sorella è l'ex di James...E si..mio padre è Lorenz stafford..." mormoro con la testa bassa
"Si! ENTREREMO ALLA FESTA! YAY!"
urla Moon...L'unica cosa che gli importa è la festa...sorrido...forse le ho giudicate un po' troppo presto...Sorrido pensando che forse infondo non per forza mi cercheranno per i soldi
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Don't Leave Me Again
Любовные романы"non credo nel "felice e contenti" a mala pena credo nel vero amore ma è mentre lo guardo ngli occhi che spero che non mi abbandoni di nuovo" Moon Black è una ragazza forte con piccole debolezze. Odia il suo nome, ma non sa ancora il suo significato...