'tatuaggi'

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Moon pov's

Alcuni tatuaggi li scegliamo, altri, invece, sono solo segni sulla pelle che non potranno mai sparire, anche se a volte sono interni e non li vediamo.

Ognuno di noi ha il proprio tatuaggio; quel ricordo che, nonostante tutto l'impegno che ci mettiamo, non riusciamo a superare. Non riusciamo a dimenticare. Pian piano, ci abituiamo all'idea di vivere con quei tatuaggi invisibili, nascondendoli con sorrisi falsi e un "sto bene."

Ma a volte, il ricordo è così rumoroso che non basta sorridere per nascondere le nostre guerre interiori, e Jack sembrava averne tante, troppe.

Alcune di queste guerre cercavano di risalire in superficie, e qualche volta ci riuscivano. Penso che queste ultime abbiano soffocato quello che era prima.

Quel bambino spensierato che sorrideva sempre, facendo diventare il suo sorriso raro e la sua risata un lontano ricordo, ormai mascherato da una finta allegria che pochi riconoscevano come tale.

Forse, la gioia nei suoi occhi l'ha soffocata a forza di pacchetti di sigarette.

E guardando quella nube fredda che lo circondava, la maggior parte delle ragazze, se non tutte, si erano messe in testa di poterlo cambiare, di poterlo guarire, senza accorgersi che stavano fallendo miseramente. Le loro buone intenzioni erano offuscate dal desiderio di andarci a letto.

Credo che, in fondo, lui lo sappia, ma che non lo ammetta.

Osservo ancora la sua schiena tatuata e, facendo quella che mi sembrava una semplice domanda, chiedo:

"Che significa?"

Guardo il tatuaggio che gli copre gran parte della schiena: una spada che segue la spina dorsale, avvolta da delle rose in fiore e un serpente che si poggia sull'impugnatura della spada.

"Niente che ti riguarda." Risponde con tono aspro, come se solo parlare di quell'argomento fosse un punto debole.

Come se le mie parole avessero portato in superficie qualche tatuaggio che porta dentro.

"Perché sei ancora qui?" chiedo, cercando di cambiare argomento, senza farmi distrarre dalla sua risposta infastidita, perché in fondo sono convinta che non gli do fastidio.

"Potrei farti la stessa domanda." Ribatte con un tono freddo che non gli appartiene, almeno non quando sta con me.

"Beh, io potrei darti la risposta." Una nota di irritazione mi sfugge dalle labbra, e sono convinta che ne sia accorto.

"Fammi capire, ora sei tu quella irritata?" Mi chiede, alzando un sopracciglio.

Fa una risata acida, come se fosse spaesato, come se non fosse qui... e ho il timore di aver appena sbloccato delle catene che tenevano a bada i suoi ricordi, dando libero sfogo al dolore.

"Avrei tutto il diritto di esserlo, Jack." Ripeto, infastidita, perché questo atteggiamento saccente non è da lui.

"Ah sì? E sentiamo quale sarebbe il diritto di questa irritazione?"

"Perché continui a negare l'evidenza? Perché non dici quello che ti sta tormentando, e basta?"

Urlo, frustrata, e mi sembra di rimproverare me stessa.

"Cambia tono, gioiellino." Dice dopo un momento di silenzio che mi pare un'eternità.

Lo guardo irritata, con uno sguardo di sfida. O no, lui non è nessuno per dirmi cosa fare!

"Altrimenti?" Chiedo, senza rendermi conto delle parole che sto pronunciando, finché non vedo quel sorrisetto pervertito.

"Oh, gioiellino, non vuoi sapere cosa ti farei in questo momento."

Sento le guance scaldarsi mentre si avvicina e mi prende il mento con le dita.

"Sei fin troppo innocente per questo mondo..." Mormora, a una vicinanza tale che posso sentire il suo fiato sul collo.

Se mi trova innocente, vuol dire che non ha visto i libri che leggo.

"Chi dice che sono così innocente?" Chiedo, quasi irritata dalla sua affermazione, perché sembra che non mi prenda sul serio.

"Non giocare con il fuoco, gioiellino."

"Non prendo ordini da te." Dico, guidata dalla testardaggine, ma non faccio in tempo a finire la frase che mi poggia un bacio sulle labbra.

Un bacio dolce, ma disperato, come se avesse bisogno di quel contatto per non sprofondare nei ricordi. Come se avesse bisogno di un contatto più profondo... più appassionato.

Mi assapora le labbra e posso sentire la nota di disperazione mentre cerca di mantenere il controllo di sé stesso.

"Ne sei sicura?" Chiede, ad un millimetro dalle mie labbra, e mi ci vuole un momento per riprendermi. Mi ci vuole un momento per capire che si riferisce alla mia affermazione di poco fa.

No. Non ne sono per niente sicura.

Don't Leave Me AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora