C'è chi preferisce l'alba al tramonto, chi non ama l'oscurità e aspetta solo che il cielo torni a brillare. In quei minuti in cui il sole ricomincia a illuminare le giornate, e il tempo sembra scorrere lentamente, mentre i primi raggi di luce accarezzano il viso di chi dorme e di chi resta sveglio in lotta con i propri pensieri.C'è chi trova pace in quei momenti, chi si sveglia un'ora prima per vedere i primi raggi riflettersi sul mare.
Oppure chi, semplicemente, attende una nuova giornata da vivere.
Gli occhi stanchi si aprono a fatica, e le palpebre sbattono per abituarsi alla luce del sole che si affaccia dalla finestra.
Di certo non è l'alba. Guardo l'orologio, che conferma le mie ipotesi: sono le dieci di mattina.
Le dieci... di un lunedì? No, forse è venerdì?
Dio, sarà il mio cervello ancora addormentato, ma non so che giorno sia.
Oggi è... ottobre?
DIO, MA DOVE HO MESSO IL MIO TELEFONO? Lui saprebbe rispondere a tutte le mie domande.
mi l'ameno mentalmenteFaccio per sedermi, quando un peso sul petto me lo impedisce.
Abbasso lo sguardo... Jack? Come ha fatto a finire sul mio grembo? Non era dietro di me? Ma soprattutto... lui saprà che giorno è?
Mi reggo sui gomiti e lo guardo accoccolato poco sotto i miei seni... anzi il posto dove si presume che io debba avere delle tette, anche se la mia seconda scarsa non sembra d'accordo con me.
Sospiro mentre lo osservo respirare profondamente. Sembra un bambino... così rilassato, sembra che i suoi muscoli si siano finalmente distesi. Non lo vedevo così da tanto, è sempre rigido, come se fosse in modalità "Il primo che mi tocca se ne pentirà". E giurerei di non aver mai visto nessuno provare a toccarlo quando è in quello stato.
diciamo che per quanto mi piacciano i suoi occhi marrone scuro, sono un po' "freddi", quando sembrano volerti dire: "staccati o ti ammazzo".
Mormora, e quel basso gemito stanco che gli sfugge dalle labbra sembra rapire tutti i miei pensieri.
Lo vedo muoversi un po' di più, e io mio cervello è che lo sto fissando e potrebbe essere un po' inquietante, anzi, togliete un po': è inquietante
Un altro mormorio, su sta per svegliare e ora mi rimangono solo due opzioni:
A. Fingo di essere morta.
B. Faccio finta che stavo guardando il vuoto pensando pensando al senso della vita.No okay, forse la B. è da escludere... anzi, togliamo il forse. Chi è la pazza che alle dieci del mattino si chiede il senso dell'universo?
"Gioiellino?" mormora con la sua voce roca... Dio, quella voce di prima mattina è illegale. No, anzi, è il modo in cui mi guarda che lo è.
"Perché mi stai fissando?" borbotta con tono divertito.
"Pensavo... a quanto siamo piccoli in confronto all'universo," mormoro.
E la me dentro la mia testa si è appena tirata uno schiaffo sulla fronte.
Lui mi osserva per qualche secondo, poi scoppia a ridere. Fa bene, anch'io riderei, se non fosse che ormai è troppo tardi per fingere di essere morta.
"CHE C'È, È VERO!" sbotto, indispettita, perché ora l'unica cosa che posso fare è fingere che stavo davvero pensando a quello, e non a quanto fosse tranquillo... altrimenti sarei io quella "illegale".
"Lo so, ma è difficile prenderti sul serio sapendo che di prima mattina non sai nemmeno che giorno sia," dice lui, cercando miseramente di fermare le risate.
"Non è vero," borbotto.
"Ah sì? Che giorno è?" mi chiede, con aria di scherno.
"Giovedì."
"Gioiellino, sai quanto amo darti torto? Oggi è venerdì."
Cerco il telefono con lo sguardo visto che il peso morto del bipolare qui presente che ho sul grembo, mi impedisce di fare un qualsiasi movimento.
"che cerchi?" mormora con la sua voce roca, mentre ha ancora il viso appoggiato al mio grembo.
"Il mio telefono," rispondo distratta dalla mia ricerca, che sembra inutile.
Possibile che non ricordo dove l'ho messo?
Lui si stacca dal mio grembo e si mette seduto. Un brivido mi attraversa la schiena mentre quel calore che si era creato sul mio grembo svanisce, facendomi desiderare che tornasse ad appoggiarsi a me.
Lui si guarda intorno.
"Dove ricordi di averlo messo l'ultima volta?"A quelle parole, inizio l'indagine sul telefono scomparso:
"Ultimo avvistamento... ieri sera in bagno, me lo ero portato appresso mentre mi cambiavo," dico con tono teatrale, mentre mi alzo dal letto e vado verso il bagno.Un secondo dopo esco, sconfitta, ma non mi arrendo.
"Ok, il bagno non è il luogo del delitto... ma allora dove..."Jack mi guarda divertito, con la schiena appoggiata alla testiera del letto. Poi si alza e si porta la sigaretta alle labbra in un gesto quasi ipnotico, se non fossi troppo concentrata sul mio caso.
"Ti diverti a fare Sherlock Holmes?" dice, prendendomi in giro.
"Elementare, Watson." Lo guardo con un sorriso. Potrò anche aver messo in pausa le mie letture, ma la passione per i gialli non si affievolirà mai, neanche dopo la morte.
"Dietro la sveglia, Sherlock."
Mi giro di scatto verso il comodino ed eccola lì, la prova schiacciante che il mio cervello di prima mattina non funziona: il caricatore è attaccato al mio telefono.
Accendo il display e subito vengo invasa dalle notifiche di Kessie, molte delle quali sono minacce di morte perché non sono a scuola.
"Secondo te perché?" mi chiede, picchiettando con l'indice la sigaretta, facendo cadere un po' di cenere nel posacenere.
"Cosa?" gli chiedo, confusa, mentre lo guardo.
"Perché non ci ha svegliati?"
Mi ci vuole un attimo per capire di chi stiamo parlando... mia zia.
"Non lo so, forse è al lavoro," faccio spallucce. Non perché non mi interessi, ma perché noi funzioniamo così: lei va al lavoro e mi lascia i soldi per il pranzo, io mi sveglio e vado a scuola anche se di solito mi sveglia Francesco...Poi ci sono eccezioni, come questa.
Conoscendo mia zia, avrà deciso che ieri sera è stata troppo pesante e mi ha spento la sveglia.
"Hai fame?" gli chiedo, perché io sì, ma mi rifiuto di mangiare da sola.
"Andiamo a fare colazione?" dice lui, spegnendo la sigaretta e lasciando la finestra aperta per far circolare l'aria.
Sorrido come una bambina a cui è stato appena chiesto se vuole fare i biscotti per Babbo Natale, e credo che anche lui se ne accorga, perché lo sorprendo a fissare le mie labbra incurvate con un luccichio negli occhi.
Scendo le scale che portano alla cucina, ed è un sollievo non dover rimettere la divisa scolastica. Non perché non mi piaccia, ma a volte mi stanca.
Guardo il biglietto appeso al frigo:
Vi ho lasciato i soldi per il pranzo e ho preparato la cena. Se volete andare alla casa sull'albero, potete usare i soldi per la cena.
P.S.: Ti voglio bene.
- CSeguo alla lettera le sue istruzioni, mi mancano le visite alla casa sull'albero, anche se le visite a quest'ultima sono aumentate di recente.
Nel pomeriggio siamo proprio lì, nella casa sull'albero. Abbiamo portato coperte pulite e cuscini, e non chiedetemi perché o ma come sono lì, tra le sue gambe, a guardare il tramonto.
C'è chi preferisce l'alba al tramonto, chi non sa stare con l'oscurità e aspetta solo il sole. Chi attende che quei raggi riportino la luce. E poi c'è chi non ha bisogno di una luce per vedere nella notte... perché ha già trovato la sua luce nell'oscurità.
Chi non teme il tramonto perché sa che non affronterà il buio da solo.
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Don't Leave Me Again
Любовные романы"non credo nel "felice e contenti" a mala pena credo nel vero amore ma è mentre lo guardo ngli occhi che spero che non mi abbandoni di nuovo" Moon Black è una ragazza forte con piccole debolezze. Odia il suo nome, ma non sa ancora il suo significato...