36-Rebecca

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Non so cosa diavolo mi sia preso ieri sera, sarà stato l’alcol che avevo in circolo, gli ormoni impazziti perché non faccio sesso da troppo tempo, sarà stata la camicia nera con le maniche arrotolate sugli avambracci che lo rendeva maledettamente sexy.

Non so a cosa dare la colpa del mio comportamento sconsiderato di ieri notte.

Quando esco dall’aula, mi ritrovo Nate appoggiato al muro del corridoio con le braccia incrociate al petto e un piede che preme sulla parete alle sue spalle, non c’è una sola ragazza che non lo guardi come se volesse scoparselo.
<<Anderson, ti sei trasferito a Giurisprudenza?>> Gli domando avvicinandomi.

<<Ti aspettavo, rompiscatole.>> Muove tre passi nella mia direzione.
La t-shirt verde con le strisce bianche disegnate sulle maniche gli sta un incanto.

<<Cosa vuoi?>> Incrocio le braccia al petto e sollevo il viso per guardarlo negli occhi.

<<Perché sei scappata ieri sera?>> Mi coglie del tutto alla sprovvista facendomi questa domanda.

<<Ero ubriaca, non farti strane idee…>> Cerco di nascondere l’imbarazzo.

<<Lo ero anche io>> mi dice guardandomi negli occhi.

<<Fingiamo che non sia successo niente, okay?>> Solleva lo sguardo quando glielo dico.

<<Tu sei completamente fuori di testa se pensi che io possa dimenticarti.>> Mi lancia uno sguardo infuocato che mi fa bagnare all’istante e mi ritrovo a stringere le gambe senza accorgermene.

<<Anche adesso sei ubriaca?>> Abbassa la voce di due toni.

<<Non so di cosa parli…>> Continuiamo a camminare, fino a quando non si ferma di botto, apre la porta di uno stanzino in disuso e mi spinge dentro premendo una mano sul mio fondoschiena.

<<Nate, ma sei impazzito?>> Mi ritrovo ad ansimare sulle sue labbra nel giro di pochi secondi.

<<Impazzito? Non faccio che pensarti, sono completamente fuori controllo. Ieri notte hai solo peggiorato la situazione…>> Appena mi succhia la pelle del collo, sento le gambe cedere.

<<Nate, ieri eravamo ubriachi…>> Provo a dire poco convinta.

<<Ma ora siamo sobri…>> Spinge il bacino contro di me e mi ritrovo con le spalle al muro.
<<…torna con me>> mi solleva la maglietta e si morde il labbro inferiore guardando il mio seno.

<<Non ci torno con te>> ansimo reclinando la testa all’indietro.

<<Ho troppa voglia di scoparti, non posso andare avanti così, sto impazzendo>> spinge ancora di più il bacino contro i miei fianchi mandandomi letteralmente a fuoco quando sento la sua grossa erezione premere tra le mie cosce.

<<Torna con me>> mi sfiora entrambi i seni senza palparli, facendo una leggera pressione con i polpastrelli.

<<No>> ansimo sotto il suo tocco che mi sta facendo eccitare terribilmente.

<<Vedi in che condizioni mi stai riducendo?>> Non l’ho mai visto ridotto così, ma mi fa terribilmente eccitare che sia per colpa mia.

<<Non me la cavo meglio, te lo assicuro>> parlo senza rendermene conto.

Lui mi avvolge una mano intorno ai fianchi e mi fa girare con la faccia contro il muro.
<<Dimmi una cosa, ti stai masturbando pensando a me?>>

<<E tu?>> Mi mordo il labbro inferiore quando lo sento premere l’erezione contro il mio culo fasciato dai leggings.

<<Ogni cazzo di giorno…>> Mi succhia avidamente la pelle del mio collo e mi stringe il culo per spingerci nel mezzo l’erezione che ha tirato fuori dai jeans.

<<Sei sicuro di riuscire a continuare questo gioco senza cedere?>> Gli domando spingendo contro di lui il culo per torturarlo.

<<Torna con me, Reb>> mi infila la sua erezione racchiusa dai boxer neri tra le mie gambe.

<<Nate… devi smetterla>> gli dice la mia bocca quando mi tira giù i leggings, ma in realtà gli afferro l’erezione e la infilo contro il tessuto delle mie mutandine, premendo contro la fessura delle mie labbra per sentirlo meglio.

<<Se non vuoi che continui, allontanami tu e lo farò…>>
<<… perché io non ci riesco più>> sussurra spingendo il glande coperto dai boxer nel mio punto più sensibile, ma proprio non ci riesco ad allontanarlo, quindi inarco la schiena e spalanco le gambe per fargli spazio.

<<Non ho mai fatto niente del genere, mi eccita da impazzire…>> Morde il lobo del mio orecchio e continua a strusciarsi dentro di me.

<<Nate, non va bene tutto ciò…>> Provo a farlo ragionare, nel frattempo continuo a strusciarmi contro la sua erezione che diventa sempre più dura.

<<Non sono dentro di te al momento, ecco cosa non va bene…>>

<<Non intendevo questo…>> Dio, ma perché è così difficile fare la cosa giusta?

<<Cazzo, tu mi farai venire di nuovo se continui così…>> Preme una mano contro la parete, con l’altra mano avvolge il suo cazzo e continua a strofinarlo contro il tessuto ormai fradicio delle mie mutandine, i miei ormoni prendono letteralmente il sopravvento e senza volerlo mi trovo ad urlare il suo nome mentre vengo. Lui mi avvolge i capelli in un pugno e spinge l’erezione tra le mie labbra, che sebbene siano coperte dal tessuto delle mutandine, è così fradicio che lo percepiscono come se fosse dentro di me.

<<Ti avevo detto, che avresti urlato il mio nome…>> Mi dice con quel tono di voce graffiante che mi eccita da morire.

<<Cristo>> ansima strusciando il glande tra le mie gambe e dopo qualche secondo, sento il suo liquido caldo attraversare il tessuto delle mie mutandine, cosa che mi manda fuori di testa e mi fa scoppiare in un altro orgasmo.

Sentiamo dei passi fuori alla porta che ci mandano in allerta, Nate mi fa girare con il viso verso di lui e mi mette una mano sulla bocca per zittirmi.

Ci guardiamo così intensamente che sento le gambe diventare molli come due budini.

<<Usciamo da qui, prima che ci espellano>> gli dico prima di prendere la mia roba e spalancare la porta, ma lui mi segue fuori e mi blocca il polso.

<<Quando la smetterai di allontanarmi da te?>> Mi sbarra il passaggio e io mi stringo i libri al petto.

<<Non mi pare che fossimo così lontani pochi minuti fa…>>

<<A me interessa di essere qui dentro, è qui che voglio stare.>> Mi picchietta un dito sul mio cuore che manca più di un battito.

<<Devo andare…>> Mi allontano di scatto e scappo via, di nuovo.

Broken Glass - III -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora