Penny
Non provavo nulla, alcuna emozione.
Mi sentivo completamente vuota.
A quanto pare bere non risolveva i problemi, li faceva solo sparire momentaneamente per poi farli ritornare ancora più forti di prima, con pure i rinforzi.Mentre ascoltavo la lezione Emma mi guardava con compassione, ma io non avevo bisogno della sua compassione, stavo bene.
O almeno credo. All'improvviso avevo smesso di soffrire ma non provavo neanche la felicità. Non provavo alcuna emozione, avevo praticamente perso la mia umanità.
Nonostante mi sforzassi di tenere ancora ad Emma, non ci riuscivo. E non riuscivo neanche a stare male per questo.
Filippo si accorse del mio stato d'animo e mi venne a consolare.
"Non voglio niente da te, Principe Azzurro." Gli lanciai un'occhiataccia ridendo. Stavo...fingendo di provare delle emozioni? Ero messa davvero male dato che prima provavo a reprimerle con tutta me stessa.
"Ah, no?" Mi prese in giro ridendo.
Gli feci una smorfia e tornai a seguire la lezione. Forse un giorno avrei superato quello che era successo con Andras, forse un giorno me lo sarei dimenticato. Mi voleva solo per il mio corpo, non mi amava.
Un senso di nausea mi raggiunse.
"Prof?" Alzai la mano e la professoressa di scienze umane mi diede parola. "Posso andare in bagno?""Certo." Mi scrutò attentamente. "Tutto bene?"
"Sì, tutto bene prof." La rassicurai mentre lei continuava a guardarmi sospettosa. Che avesse capito qualcosa? Impossibile, nessuno sapeva.
Andai in bagno e mi chiusi in quello piccolo spazio che mi metteva i brividi a causa dei ricordi che mi suscitava. Mi sentivo in gabbia, senza via di scampo. Lo odiavo con tutta me stessa eppure il senso di nausea si placava solo un modo. Rimettendo. Mi infilai due dita lungo la gola e buttai fuori la cosa che più odiavo al mondo, in mio cancro: il cibo. Ormai era una droga farlo, ne ero completamente dipendente, ormai non dipendeva più niente da me: era il cibo a controllare me e la mia vita.
Sentii dei passi pesanti e l'ansia aumentò precipitosamente.
Smisi subito di vomitare e tirai lo sciacquone le water immediatamente.
Chi. Era."Penny stai bene?" Chiese Emma.
Tirai un respiro di sollievo e uscii dal bagno sorridendo come sempre. "Sì, certo stellina." Il mio sguardo si fece indagatore. "Perché sei qui?"
"Mi ha mandato la Prof per controllare che stessi bene." Strano. Molto strano.
La Prof di Scienze Umane era la mia preferita, sempre molto attenta e analitica, sapeva cogliere ciò che agli occhi degli altri sfuggiva. Era come una mamma per me, mi ero affezionata subito a lei dal primo giorno in cui l'avevo vista.
"Ora dobbiamo tornare in classe." Mi ricordò Emma. "Sennò ci ammazza."
"Subito stellina!" Finsi una risata. "Comunque, si sta avvicinando Halloween, cosa facciamo quel giorno?"
"Amo, calmati! Manca ancora metà mese ad Halloween!" Mi lanciò un'occhiataccia. "Sei proprio ossessionata da questa festa! È decisamente meglio il Natale."
La fulminai con uno sguardo assassino.
Halloween era molto meglio del Natale, Halloween era mistero e oscurità, due cose che mi catturavano come una bambina viene catturata dalle vetrine dei giochi. Il buio, i segreti, gli enigmi e la notte erano ormai parte di me.
Tornate in classe, la Prof continuò a spiegare e io presi degli appunti: dettagliati e perfetti come sempre.
Finite le lezioni Filippo si avvicinò a me. "Cosa vuoi Principe Azzurro?" Gli domandai fingendo di essere scocciata.
"Un pomeriggio ci vediamo?" Mi propose timidamente, che dolce che era.
"Ovvio." Lo vidi trattenersi dal sorridere come un deficiente.
Filippo era così puro, limpido, sincero. Nessuno era come lui, nessuno era paragonabile a lui. Lui non giocava con i sentimenti delle persone, non mentiva e non prendeva in giro nessuno.
Rimaneva educato e gentile in ogni situazione, anche troppo.
Era troppo buono per il mondo.All'improvviso sentii il telefono squillare: era Andrea, il mio migliore amico della città dove vivevo prima di trasferirmi con mamma qui.
"Pronto, Andre?" Lo salutai. "Ci sei?"
"'Ci sei' un cazzo." Mi urlò. "Mi avevi promesso che saresti rimasta invece da quando ti sei trasferita non ti sei fatta più sentire!" Era ubriaco, si capiva dalla voce. "Mi hai abbandonato, sai tutto quello che ho passato ma non te ne e fottuto un cazzo di niente." Sentivo il suo dolore dal tono di quelle parole.
In quel momento il vuoto che avevo dentro si impossessò ancora di più di me, come un tarlo. "Scusa Andre, sono stati giorni molto difficili."
"Cazzo Penny, ti vuoi rendere conto che per me di più?!" Era distrutto e a me distruggeva vederlo così. Anche se non ci eravamo sentiti rimaneva il mio migliore amico. "Mi hai deluso Penny. Abbiamo chiuso. Mi fai schifo, ammazzati." Mi buttò giù in faccia senza darmi possibilità di rimediare ai miei errori. Crollai per terra in lacrime.
Lo avevo deluso.Avevo perso tutti quelli a cui tenevo di più: Andrea e Andras. Non mi rimaneva nessuno a parte Emma, avevo solo lei. Sperai che lei non mi abbandonasse anche se me lo meritavo. Era tutta colpa mia con Andrea, non potevo fare gli stessi errori anche con Emma. Dio mio, come amica facevo schifo. Avevo trattato male l'unico mio amico che mi aveva messa al primo posto. Come avevo potuto? Come avevo potuto essere così senza cuore? Il vuoto che avevo dentro si propagò pretendendo ogni mia emozioni, rubandomela e annientandola.
Ormai ero morta dentro.
SPAZIO SCRITTRICE
Il prossimo capitolo è da leggere assolutamente, non saltatelo.
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MASCHERA
Mystery / ThrillerTHRILLER/ DARK ROMANCE In una società dove non si può essere sé stessi ognuno porta una maschera, dietro alla quale si celano segreti, paure, emozioni. E se tutto venisse a galla? E se ogni segreto fosse messo allo scoperto? ~ Penny, una ragazzina...