Capitolo 16: caos

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Penny

Ballare con Tommy mi faceva bene al cuore, mi faceva sentire libera e non giudicata. I nostri corpi danzavano liberi come farfalle spensierate e i problemi scivolavano via da noi, come risucchiati via dalla felicità di quel momento. Tommy mi sorrideva come un bambino e pensai che forse non era una brutta persona come voleva far credere a tutti gli altri.

All'improvviso Tommy ricevette una chiamata e quando scoprì da chi il suo volto si rabbuiò. Si allontanò subito da me e rispose con mani tremanti. Il caos che mi circondava non mi permetteva di ascoltare la conversazione, riuscii a sentire solo un "vaffanculo" finale da parte di Tommy.
Quando tornò da me, io, curiosa come non mai, gli domandai con chi fosse al telefono un attimo prima.
"Con mia mamma." Mi rispose, eppure qualcosa nella sua voce incrinata mi diceva che stava mentendo. Nonostante ciò, non gli diedi molto peso, dopotutto, non erano affari miei con chi parlava.

"Vado a prendere un drink." Mi disse mentre si allontanava. Tornò subito dopo con due drink al posto di uno.
"Quel coso sarebbe per me?" Indicai quella specie di shottino.
"Sì, esatto." Mi confermò Tommy per poi passarmelo.
Non avevo mai bevuto ma forse mi avrebbe aiutato a dimenticare Andras... Chissà... Buttai giù tutto tutto d'un sorso e la gola mi andò a fuoco.
La testa mi incominciò a vorticare leggermente, leggermente tanto.
"Cos'era?" Gli domandai.
"Vodka." Rispose e nel mentre persi l'equilibrio e quasi caddi per terra.
Tommy mi afferrò al volo. "Cazzo, sei proprio scarsa." Commentò lui prendendomi in giro. "Non reggi niente."
Gli provai a dare una spinta ma persi l'equilibrio di nuovo io. Tommy mi lasciò lì da sola. In pochi secondi, non so come, mi ritrovai accasciata per terra, mentre la gente attorno a me ballava e si divertiva. Poco dopo tornò Tommy con altri due drink. "Tutti tuoi." Mi disse e me li porse.
"Figo!" Urlai, forse ad un tono di voce troppo alto. Li bevvi entrambi in meno di un minuto e la situazione degenerò di brutto.
"Carini i tuoi capelli rosa, sembri un unicorno!" Gridai rendendomi ridicola mentre giocavo con il suo ciuffo.
La situazione andò avanti così per svariati minuti e poi mi venne la nausea. Corsi in bagno, accompagnata da Tommy che mi reggeva, per vomitare tutto. Il mio stomaco stava per impazzire e tutto mi sembrava così surreale, come un sogno reale ma irreale. È troppo difficile da spiegare.
Arrivati in bagno rimisi tutto mentre Tommy mi teneva legati i capelli tra le sue dita.
"Vuoi chiamare qualcuno?" Mi domandò. "Per esempio un tuo amico?"  Propose incerto.
"Sì." Gli risposi subito. "Emma!"
Una nota di delusione si dipinse sul suo  viso e io non ne capii il motivo. "Come vuoi."
Presi il telefono e feci parlare lui con Emma. Poi quest'ultima parlò con sua mamma, lei era molto permissiva nei suoi confronti e accettò di farci dormire tutti e tre a casa sua. Miracolo divino.
Finito di svuotare il mio stomaco Tommy mi portò a casa di Emma. Quando ci aprì la porta capii che lei non stava meglio di me, eppure non ero nelle condizioni di aiutarla dato quanto avevo bevuto. Tommy e Emma mi misero nel letto a riposare e due minuti dopo ero già nel mondo dei sogni.

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