Capitolo 23: finalmente sua

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Penny

"Penny sei pronta per andare alla festa?" Mi chiese Emma mentre si guardava allo specchio titubante.

"Sì." Guardai il modo in cui si guardava disgustata la pancia. "Sei stupenda amore." Le posai un bacio sulla fronte. "La più bella." Lo pensavo davvero, nessuna sarebbe mai stata bella quanto lei.

"Andiamo?" Mi chiese lei.

"Io rimango ancora un po' qui, tu prendi uno dei nostri autisti." Le risposi, dovevo finire di perfezionare il make-up. "A dopo stellina!"

"A dopo!" Salutò e ringraziò mia mamma per l'ospitalità, poi, uscì di casa.

Mi sistemai il make-up e i capelli e mi guardai allo specchio. Mi ero travestita da Katherine Pierce, un vampiro di una serie che amavo con tutto il cuore.

Alzai gli occhi al cielo: mi ero dimenticata di allacciarmi dietro il top. Cavolo, Emma se n'era appena andata.

"Ti serve una mano?" Solo allora notai il metro e novanta di muscoli che era appoggiato sulla soglia della mia camera.

Mi girai e lui evitò il mio sguardo, come sempre. Da quando avevamo litigato non mi rivolgeva più parola. "Sì, grazie."

Con poche falcate mi raggiunse attirando i lacci del top a sé mi face aderire la schiena al suo petto. Smisi di respirare e la mia mente venne travolta da un miliardo di ricordi di tutti i momenti belli passati insieme. Il mio cuore perse un battito.

Finito di allacciare il vestito lui se ne andò senza fiatare.

"Aspetta." Gli afferrai il braccio. "Perché non mi hai mai detto 'ti amo'?"

"Perché non posso permettermi di innamorarmi di nuovo." Si riavvicinò
a me e mi mise spalle al muro. "Se riaccadesse io ti farei solo del male. Non so amare nel modo giusto e tu lo sai." Si avvicinò ancora di più a me. "Ti amo e proprio perché ti amo non posso essere egoista con te."

Mi aveva davvero detto "ti amo"? Il mio cuore perse, si abbandonò al momento, cullato dal desiderio di far cadere tutti i muri di difesa, finalmente libero da un peso che si portava avanti da settimane. Forse stavo impazzendo dalla voragine di emozioni che mi travolgevano, ma ne valeva la pensa se questo voleva dire averlo. Io lo volevo, in quel momento come non mai. Non ero mai stata così sicura di tutto ciò.

"Guardami." Lo supplicai.

"Se ti guardo non posso resistere."

"A cosa?"

Si avvicinò con la bocca al mio orecchio facendomi rabbrividire. "Al desiderio di averti." Prese una pausa dove la mia vita si fermò. "Di farti mia."

Gli accarezzai il collo. "Guardami allora, io voglio essere tua."

Lui mi rivolse lo sguardo e tutti i dubbi cessarono. Il modo in cui mi guardava era a dir poco divino, come se fossi una dea da venerare. Come se fossi il suo Paradiso.

Mi prese per la vita e mi prese in braccio. Sentii il suo membro indurirsi a contatto con il mio intimo. Mi strappò via il top facendomi rimanere con l'intimo e la gonna. Mi prese in braccio e mi portò in camera sua chiudendo la porta a chiave.

Subito si spoglio con frenesia rimanendo completamente nudo. Glielo guardai. Era molto più lungo e grosso di quanto lo immaginassi nei miei sogni. Saranno stati venticinque centimetri come minimo.

"Ora voglio che tu faccia una cosa per me." Mi sibilò all'orecchio.

"Cosa?"

"Voglio che rimani solo con la gonna e i tacchi, nient'altro addosso." Mi disse mentre mi teneva per il collo in modo passionale. "Voglio legarti a questo letto e renderti finalmente mia. Voglio farti tremare e toglierti la capacità di camminare." Prese una pausa. "Ti voglio e voglio entrare dentro di te, voglio raggiungere il Paradiso."

 MASCHERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora